Metanodotto Snam, lo Stato sia arbitro non giocatore

 

LA CONFERENZA DEI SERVIZI VA SOSPESA: MOLTI ASPETTI ESSENZIALI DA CHIARIRE. SI APRA SUBITO IL TAVOLO DI CONFRONTO TRA GOVERNO E ISTITUZIONI CON LO STATO ARBITRO E NON GIOCATORE A FIANCO DELLA SNAM!

Snam_Rete_Gas_BA_PMSPer la Snam quella di ieri, con l’annuncio dello studio sulla sismicità, (del quale sono state mostrate solo alcune anticipazioni), doveva essere l’occasione per fugare  ogni dubbio sui rischi derivanti dall’attraversamento di aree altamente sismiche da parte di mega gasdotto “Rete Adriatica”: una sorta di “asso nella manica” tenuto in serbo per mettere a tacere ogni dissenso. La mossa a sorpresa della multinazionale ha invece prodotto l’effetto contrario poiché i rappresentanti delle Istituzioni locali intervenuti nella Conferenza di Servizi, sono usciti ancora più convinti della insostenibilità di un progetto che sconvolgerebbe i territori dell’Appennino centrale, molto fragili sotto il profilo sismico,  idrogeologico ed ambientale. Peraltro, come ha opportunamente  fatto presente l’assessore regionale Mario Mazzocca, quello commissionato dalla Snam al  politecnico di Milano è uno studio troppo generico e non ancora minimamente formalizzato; uno studio che “non corrisponde a quello che deve essere redatto e che deve partire dai dati della sismicità e microsismicità locale dei singoli territori attraversati”. Concordiamo inoltre con il presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Regione Abruzzo, Pierpaolo Pietrucci, che ha evidenziato come lo studio del politecnico di Milano su incarico Snam difetta del requisito della terzietà. Siamo, in sostanza, di fronte ad una operazione chiaramente di parte le cui risultanze, a tutt’oggi parziali e comunque non disponibili, non possono essere prese come verità assolute. E’ necessario che la Regione sia messa nelle condizioni di confrontarsi con la Snam attraverso  un proprio studio e che per questo abbia a disposizione un congruo periodo di tempo, così come lo ha avuto la Snam. Se così non fosse saremmo di fronte ad uno Stato che rinuncia definitivamente a svolgere il proprio ruolo di arbitro per consentire, ad una sola delle parti in campo, libertà di azione penalizzando l’altra. Quanto avvenuto ieri è la riprova che la Conferenza di Servizi non solo va sospesa, ma non doveva neppure essere aperta, stante la carenza di un elemento essenziale, quale appunto gli studi di dettaglio sulla sismicità. Ma c’è di più : ormai è del tutto evidente che il procedimento autorizzativo è inficiato alla base da una incredibile quantità di incongruenze e forzature. Come ha potuto la Commissione nazionale VIA chiudere i propri lavori e rilasciare il parere favorevole  di compatibilità ambientale in mancanza di tali fondamentali studi nel progetto della Snam e derubricarli a semplici “prescrizioni”? E gli studi di dettaglio sulla sismicità relativi alla centrale di compressione, in prossimità della faglia attiva del M.Morrone con le relative cinque condotte da 1 mt. e 20 l’una (quattro di collegamento più quella del Sulmona-Foligno) dove sono? Come è possibile varare un progetto così mastodontico senza la Valutazione Ambientale Strategica? Come si possono giustificare cinque VIA separate anzichè la VIA unica per un’opera di 687 chilometri? Come si può giustificare lo sdoppiamento in due iter autorizzativi separati, uno per la centrale e l’altro per il metanodotto, senza ipotizzare che si sta cercando di imporre prima la centrale per poi non modificare affatto il tracciato del metanodotto? Come si può andare avanti nell’autorizzazione, stante la violazione della normativa sugli usi civici, che sancisce il mutamento di destinazione come condizione essenziale? La conclusione è solo una : a questo punto il governo nazionale si fermi ed apra un confronto a tutto campo con le Regioni e le Istituzioni locali su tutti questi aspetti e sulla ineludibile questione della sicurezza di impianti così pericolosi, balzata drammaticamente alla ribalta con l’esplosione di Mutignano di Pineto del 6 marzo scorso. Il governo convochi senza ulteriori indugi il tavolo  per le alternative di tracciato, al di fuori dell’area appenninica, così come deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Ci aspettiamo che tutti i rappresentanti istituzionali del territorio, a cominciare dai parlamentari, diano battaglia per conseguire questi obiettivi.

Sulmona, 27 marzo 2015                                                                 

Comitati  cittadini per l’ambiente 

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Copia e incolla

Per giustificare la convocazione in seduta urgente del Consiglio comunale per l’espressione del parere sul progetto del ‪#‎metanodotto‬ della ‪#‎Snam‬ Rete Gas tratto Sulmona-Foligno da inviare alla Conferenza di Servizi (indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico ed aggiornata alla data del 26 marzo 2015 per la conclusione dei lavori), il Sindaco di ‪#‎Navelli‬ scrive: “D’altra parte, la complessità tecnica della redazione della proposta di deliberazione non ha consentito di procedere in tempo utile alla convocazione straordinaria del Consiglio Comunale”. Poi vai a leggere la proposta di deliberazione e scopri che persino la parte relativa alla descrizione delle “numerose e rilevanti criticità rilevate” è stata interamente copiata dal “Documento di Indirizzo Programmatico” della Regione ‪#‎Abruzzo‬ del 14.02.2015 sottoscritto dai Sindaci dei Comuni interessati dalla realizzazione dell’opera. Come se non bastasse, all’interrogativo posto dal consigliere Giuseppe Troiani in sede di discussione della proposta in Consiglio comunale, ovvero “se la realizzazione del metanodotto violi le disposizioni degli strumenti urbanistici generali del Comune di Navelli”, il Sindaco risponde che “la valutazione di carattere strettamente tecnico spetta alle Autorità Statali” e il Vicesindaco aggiunge che “il territorio del Comune di Navelli verrebbe inciso prevalentemente su aree agricole, e che il parere che il Consiglio comunale è chiamato ad esprimere non è di carattere esclusivamente tecnico”. Essendo la Conferenza di Servizi finalizzata al rilascio della autorizzazione della conformità urbanistica, l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto, bisognava, invece, esprimere innanzitutto un parere tecnico di competenza sulla conformità urbanistica dell’opera rispetto al proprio strumento urbanistico, ai sensi dell’art. 52 quater del D.P.R. n. 327/01, verificabile mediante una semplice sovrapposizione planimetrica del tracciato (previsto tra l’altro contiguo al #metanodotto Chieti-Rieti) con il vigente (ed alquanto discutibile) PRG che avrebbe mostrato l’attraversamento da parte del ‪#‎gasdotto‬ non soltanto di aree agricole ma anche di zone archeologiche e di rispetto ambientale senza contare la vicinanza soltanto di qualche metro dalle abitazioni, beni storici ed attività produttive.

a Navelli (AQ)

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La Snam: “I nostri gasdotti sono sicuri”. Perché allora continuano ad esplodere?

 

“Sesplosione gasdottotamani intorno alle 8 si è sfiorata la tragedia: un boato con deflagrazione ha interessato Mutignano, una frazione del Comune di Pineto, dove un gasdotto della Snam è esploso per la caduta di un traliccio  dell’alta tensione sulla condotta, che ha ceduto a causa di uno smottamento del terreno. L’esplosione, con fiamme altissime visibili a distanza di chilometri,  ha un bilancio di otto feriti, alcune persone intossicate, tre case evacuate e due abitazioni danneggiate.

Rileviamo, purtroppo,  il ripetersi sempre più frequente di tali  eventi . Infatti  ci sono state altre esplosioni di gasdotti Snam in passato e di recente: nella bassa molisana  a Montecilfone il 15 gennaio 2004 per una frana; a Tarsia, in Calabria l’11 febbraio 2010 a causa di uno smottamento di terreno; a Tresana , (Massa Carrara) per lavori di manutenzione il 18 gennaio 2012; a Sciara (Palermo) il 20 luglio 2013, per un movimento franoso. Il  10 dicembre 2014 un incendio si è sviluppato nella centrale Snam di gas metano in via S. Alberto, vicino Ravenna, per un problema all’impianto di riscaldamento del metano.

La fragilità del nostro territorio ha elevato la soglia dell’emergenza ambientale che in queste ultime settimane ha interessato vaste aree dell’Abruzzo per dissesto idrogeologico.

Anche la Valle Peligna presenta analoga fragilità del suolo sotto il profilo idrogeologico e  la classificazione della stessa in area sismica di 1^ grado, aggiunge al rischio idrogeologico un elemento di ulteriore preoccupazione per quanto attiene alla sicurezza ed alla incolumità della popolazione residente: il rischio sismico.

Ma ciò non preoccupa affatto un governo sull’attenti di fronte ad una multinazionale, la Snam, che si ostina a volerci imporre una infrastruttura come il metanodotto Sulmona-Foligno e l’annessa centrale di compressione di 99 Mw di potenza termica, ritenendo che gli studi condotti sul tracciato del progetto da realizzare, siano sufficienti a garantire la totale sicurezza dei suoi impianti.

Ma se calcoli così tecnici e scientifici non riescono  ad eliminare l’eventualità della esplosione di un gasdotto per una frana o smottamento del terreno, perché mai dovrebbero convincerci che in caso di terremoto non accadrà nulla e non correremo nessun pericolo?

La stessa Commissione nazionale V.I.A., che ha prescritto studi di dettaglio sulla sismicità, afferma che essi hanno lo scopo di “ridurre la vulnerabilità della condotta”. Il che significa che, anche adottando le più moderne soluzioni, il metanodotto è e resta vulnerabile.

Il percorso scelto dalla Snam  interessa i territori a più elevata sismicità di Abruzzo, Umbria e Marche  ed è stato sempre avversato da tutti gli Enti istituzionali e dalla  Camera dei Deputati che, con la risoluzione unanime del 26/10/2011, impegna il governo a disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica, sia per l’alta qualità ambientale dei territori attraversati  che per la vulnerabilità della condotta, data l’elevata  sismicità delle zone interessate che esporrebbe a rischio le popolazioni residenti.

Non è ammissibile  che, a tutt’oggi, la volontà del massimo organo elettivo dello Stato continui ad essere disattesa. La salute e la sicurezza dei cittadini non possono essere subordinate al profitto.

Il principio di precauzione, sancito dalla normativa europea, deve essere sempre  alla base della progettazione di opere così altamente impattanti.

Auspichiamo perciò che la Regione Abruzzo e i parlamentari del territorio mettano in atto ogni possibile iniziativa affinchè nessuna decisione venga presa sul progetto della Snam (la cui Conferenza di Servizi è convocata per il 26 marzo) se prima non viene data piena attuazione alla risoluzione parlamentare attraverso un vero tavolo di confronto Stato – Regioni per lo studio di soluzioni alternative.”

Sulmona, 6 marzo 2015

Comitati cittadini per l’ambiente

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“Disastri che si devono e che si possono evitare”

Lo afferma il presidente dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico Paganica San Gregorio, Fernando Galletti, alla luce dell’esplosione della condotta principale del gasdotto Snam avvenuta nel teramano che ha provocato otto feriti ed il grave danneggiamento di tre abitazioni ora poste sotto sequestro. Lo smottamento di un terreno a causa del maltempo, secondo la ricostruzione dei fatti, ha provocato il cedimento di un traliccio dell’alta tensione. Ad innescare l’incendio sarebbero infatti stati i cavi della corrente elettrica finiti sulla conduttura centrale del gas che attraversa la frazione di Mutignano di Pineto.
“Quanto accaduto nella provincia di Teramo deve riportare alta l’attenzione sulla battaglia contro la realizzazione del metanodotto SNAM Rete Adriatica Sulmona Foligno sul territorio della provincia dell’Aquila che intendiamo portare avanti con ogni mezzo – afferma il presidente degli Usi Civici Paganica San Gregorio Fernando Galletti – Se è bastato il maltempo a far esplodere in tre punti la conduttura principale del gassfiorando una tragedia, come si può avere la certezza che in un territorio ad altissimo rischio sismico ed idrogeologico come quello della provincia dell’Aquila, un gasdotto sia sicuro al 100% e non comporti invece il rischio di altri e più gravi disastri? Il tracciato del metanodotto della Snam Brindisi Minerbio, che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica per 678 km, prevede il passaggio delle tubature anche a ridosso della faglia più grande d’Abruzzo, quella di Paganica Pettino, ad altissimo rischio sismico, su un territorio che il sisma ha già sventrato. Non possiamo permettere come Amministrazione di Uso Civico, soprattutto dopo il disastro di Teramo, la realizzazione di un’opera inutile, uno scempio ambientale che renderebbe il territorio ancora più vulnerabile.”
Sono più di 6mila e 500 le particelle catastali di terreni su cui potrebbero correre i tubi del metanodotto Snam Sulmona-Foligno che taglia per 103 chilometri l’Abruzzo interno, passando per una ventina di comuni. Nel solo territorio degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio sono centinaia le particelle catastali a rischio per le quali sono stati già disposti gli espropri, oltre 35 ettari di terreni di alto valore naturalistico che verrebbero seriamente compromessi con il passaggio del gasdotto Snam”.


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Appello ai Comuni, Comitati, Associazioni sociali, culturali e di categoria


“La grande politica è quella delle risoluzioni audaci“  
“Il primo bene di un popolo è la sua dignità” 
(Cavour)

Comunicato stampa dei Comitati cittadini per l'ambiente dell'8.01.2015Dopo la centrale di compressione, anche per il metanodotto siamo ormai nella fase decisiva finale. Il 17 gennaio scade il termine per la presentazione delle osservazioni all’avviso pubblico per l’autorizzazione alla costruzione del metanodotto “Sulmona-Foligno”, tratto dell’opera unitaria “Rete Adriatica gasdotto Brindisi-Minerbio”. L’approssimarsi di tale scadenza, alla quale potrebbe seguire subito dopo la convocazione della Conferenza di Servizi, ci induce, quali cittadini che da sette anni sono “in trincea” nella battaglia contro il progetto della Snam, a rivolgere un appello a tutti i Comuni, ai Comitati ed alle Associazioni sociali, culturali e di categoria, affinchè inoltrino le loro osservazioni motivando la contrarietà all’opera.

Alla politica chiediamo da sempre di farsi interprete della volontà popolare, ricordando che questa battaglia, nata con il convincimento che si stava affrontando “una piccola opposizione ad un limitato problema locale”, ci ha visti, invece in questi anni di impegno costante ed ininterrotto, al centro di una vicenda che pian piano è emersa come un importante tassello all’interno della politica energetica internazionale; così come pure la controparte che ci troviamo ad affrontare da allora, non è di “ridotte dimensioni”, bensì una multinazionale molto potente sotto il profilo economico e politico.

Siamo fiduciosi che la politica, quella vera, consapevole del proprio ruolo rappresentativo della volontà popolare, non vorrà mai cedere il passo a quei potentati economici che, in quanto tali, condizionano anche l’apparato politico con la tutta la protervia che sono capaci di esprimere e di mettere in atto. Ai Comuni chiediamo di esprimere o confermare con  apposita delibera consiliare, la loro contrarietà al devastante e pericoloso progetto della Snam.

A tutte le Associazioni, a tutti i comitati ed ai cittadini chiediamo di formulare anch’ essi le loro osservazioni, ricordando che beni assoluti come il proprio territorio e la salute vanno difesi con dignità e coraggio, senza credere che si possa delegare ad altri ciò che è nostro dovere tutelare per primi e quali cittadini, chiediamo di mettere in campo tutta la forza necessaria sostenuta da quell’orgoglio e da quella tenacia che ha sempre contraddistinto gli abitanti dell’Abruzzo, non cedendo al timore che possa valere la ferrea regola che la ragione è del più forte!

Se Davide ha sconfitto Golia, cittadini ed istituzioni insieme costituiscono una “solida fionda”, ed insieme devono scagliare il sasso contro chi vuole desertificare, mortificare, assoggettare, esporci a rischi certi, compromettere irrimediabilmente il nostro territorio e con esso il nostro futuro. Non permettiamo che ciò avvenga: dipende da noi e saremo responsabili verso i nostri figli perché mentre noi non agiamo, la multinazionale persevera nel suo progetto per i suoi profitti!

Per tutte le eventuali informazioni necessarie, i comitati cittadini sono a disposizione con la casella di posta elettronica sulmonambiente@gmail.com oppure giomargi54@gmail.com, ed ai seguenti recapiti telefonici: Mario 3339698792 – Antonio 3407066402 – Giovanna 3284776001.

Sulmona, 8 gennaio 2015

Comunicato stampa “Comitati cittadini per l’ambiente”

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Gasdotto Snam, presentate dall’associazione V.e S.T.A. di Navelli (AQ) le osservazioni tratto Foligno-Sestino

Gasdotto%20Foligno%20SestinoAtto di intervento con “osservazioni” nel procedimento per l’autorizzazione alla costruzione dell’opera denominata “Metanodotto Foligno-Sestino DN 1200 (48”) DP 75 bar” e per la costituzione del vincolo preordinato all’esproprio della Snam Rete Gas s.p.a., art. 52 quinques D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.

 

Dicasi rilascio documentazione

“Gli atti inerenti la procedura espropriativa delle aree interessate dalla realizzazione dei Moduli Abitativi Provvisori (MAP)” a seguito del #terremoto, oggetto della mia richiesta, altro non sono che l’elenco delle particelle catastali interessate dalla realizzazione dei #MAP e dalle connesse opere di urbanizzazione e servizi, per ottenere il quale dovrei rivolgermi all’Ufficio Centralizzato Espropri in #Laquila “in quanto operativamente responsabile della procedura espropriativa”. Eppure soltanto due mesi fa il Consiglio comunale di #Navelli ha prorogato di due anni i termini previsti per l’espletamento di dette procedure mentre lo stesso Ufficio Tecnico Comunale sta in questi giorni emettendo i provvedimenti di liquidazione delle #indennità di #occupazione e di #esproprio. E’ bene ricordare, inoltre, che le proposte in merito all’individuazione e localizzazione delle aree in questione, complete dei piani particellari di esproprio, sono state formulate dai sindaci dei comuni del #cratere interessati, gli stessi che hanno effettuato l’accesso alle aree ai fini della redazione dello stato di consistenza e dell’immissione nel possesso dal giorno 21 luglio 2009. Dalla documentazione finora in nostro possesso emerge che alcune delle particelle catastali inizialmente individuate con il decreto n. 13 del Commissario delegato 20 luglio 2009 (in numero di 37), non sarebbero risultate utili (circa 7) mentre gran parte di esse (almeno 30) sarebbero risultate essere parzialmente utili e pertanto si sarebbe proceduto al loro frazionamento al fine di separare la parte utile per la locazione dei MAP e la realizzazione delle opere connesse di urbanizzazione da quella non più utile. Per tutte va comunque corrisposta l’indennità di occupazione.

accesso atti espropri

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Al Sindaco di #Navelli

Attraverso una nota consegnata nella mattinata di ieri, la minoranza ha voluto ribadire al Sindaco #Navelli la propria disponibilità ad un confronto sul tema della #ricostruzione post #terremoto dei centri storici e su altri temi di particolare interesse per la cittadinanza purché avvenga nella sede preposta, ovvero il Consiglio comunale, affinché della discussione resti traccia in un verbale.

disponibilità confronto

#quisquilie

«Interviene il Vicesindaco affermando che le contestazioni del consigliere Troiani sono quisquilie rispetto alla rilevanza della vicenda. Riepiloga di nuovo le varie fasi processuali (dopo quattro anni di silenzi) ed evidenzia che, già nel #giudizio civile (forse quello instaurato presso il Tribunale di #LAquila di cui al n. R.G. 841/2003 e cioè durante la sua Amministrazione?), si palesava la sconfitta del Comune in base alla perizia del CTU Ing. Magrì (perché dopo la #sentenza del Consilio di Stato del 2001?) e che, nel successivo giudizio dinanzi al #TAR (forse quello che ha annullato il provvedimento di esproprio emanato nel 1999 e cioè durante la sua #Amministrazione?), c’è stata di nuovo la soccombenza dell’Ente (e perché nel frattempo non si è mai cercato formalmente un accordo anche extragiudiziario?). Legge, poi, il passaggio della sentenza del TAR #Abruzzo 1060/2013 in cui viene evidenziata la responsabilità del Comune (e già). Dichiara inoltre che, all’esito dei consulti avuti con l’Avv. Ludovici, lo stesso ha sconsigliato l’Amministrazione di andare avanti (meglio tardi che mai), dopo venti anni di processi (giustappunto), con un giudizio di appello e con ulteriore aggravio delle spese legali a carico dell’Ente (forse che ci volevano vent’anni per capirlo?). Ribadisce che, poiché il Comune è risultato pienamente soccombente, si è deciso di dare esecuzione alla sentenza del TAR (deo grazias!) procedendo, secondo le indicazioni in essa contenute, prima al tentativo di accordo con la controparte, (e ci voleva una sentenza passata in giudicato per farlo?) e poi all’eventuale acquisizione sanante. Afferma, poi, che a #Navelli è fatto notorio (a chi?) che i fratelli Santucci non hanno mai manifestato una vera disponibilità ad un accordo, chiedendo sempre cifre enormi (ma dove risulta?), perciò si è reso necessario passare all’acquisizione sanate ai sensi dell’art. 42bis del T.U. espropri (pure veggenti!!!). Precisa che, in ogni caso, l’attuale Amministrazione è in una botte di ferro, poiché la responsabilità ricade tutta su Amministrazioni precedenti (quali???). L’attuale Amministrazione, ritenendo che in ulteriori gradi di giudizio il Comune sarebbe rimasto sempre soccombente e sarebbe stato costretto a pagare molti più soldi (a proposito a quanto ammontano complessivamente le spese legali?), ha deciso di dare esecuzione alla sentenza del Tar, (dopo la decisione assunta dall’attuale Amministrazione con D.G.C. n. 44 del 29.06.2011 di resistere in giudizio per la difesa delle ragioni addotte dall’Ente nel giudizio civile?), nella consapevolezza che, grazie alla sana gestione realizzata (ben sapendo che prima o poi sarebbe arrivato il conto), si può far fronte al debito fuori bilancio (ovviamente  a spese dei cittadini)che ne deriva e che, in mancanza dell’acquisizione sanante, la nomina di un Commissario ad acta comporterebbe spese ancora più ingenti per il Comune (ma che bravi!).
Il consigliere Troiani chiede al Vicesindaco di indicare i nomi dei componenti dell’Amministrazione del 1993. Il Vicesindaco risponde che a lui non interessa, oggi, fare processi (ma la responsabilità non era delle Amministrazioni precedenti???) agli amministratori dell’epoca (quale epoca?), ma che vuole solo sottolineare che nessuna responsabilità è addebitabile all’attuale Amministrazione comunale (ma alle precedenti si?)
Verbale D.C.C. n. 8 del 15.05.2014

#quisquilie #piedediporco #chiacchiericcio #eiopago #regalo

 

Nessun atto dovuto

Si tratta di un provvedimento di ‪#‎esproprio‬ nei confronti dei fratelli Santucci delle porzioni di loro proprietà ai fini di recupero e di restauro dell’intero fabbricato che il Comune di ‪#‎Navelli‬ ha ritenuto di dover emanare a compimento di un iter iniziato nel 1995 e conclusosi giustappunto durante l’Amministrazione guidata dall’attuale Vicesindaco, malgrado l’annullamento in sede giurisdizionale della pubblica utilità, depositato con sentenza n. 515 del 04.04.1998 del TAR, in pendenza del giudizio di appello al Consiglio di Stato che poi con sentenza n. 3182 del 15.06.2001 ha anch’esso annullato la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera oltre i provvedimenti di occupazione di urgenza.
Ovviamente nessuna spiegazione accompagnata da una qualche documentazione giustificativa è stata fornita al fatto che “in tutti questi anni da parte del Comune di Navelli non si è cercato per le vie ufficiali un accordo con i fratelli Santucci, consistente nel trasferimento della proprietà e l’estinzione di ogni reciproca pretesa in cambio di una somma, considerata la lunga serie di sentenze che hanno visto sempre soccombere il Comune, a cominciare dalla sentenza n. 3182 del 15.06.2001 del Consiglio di Stato a cui è seguita la sentenza n. 1/2007 del TAR Abruzzo che ha annullato anche il provvedimento di #esproprio, prima di giungere, dopo oltre un decennio dalla instaurazione del giudizio civile presso il Tribunale di L’Aquila di cui al n. R.G. 841/2003, definito con declaratoria sul difetto di giurisdizione in Giudice Amministrativo con sentenza emessa n. 89 del 16.02.2011, ad una sentenza nel 2013 dall’esito purtroppo scontato.”

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#‎piedediporco‬ ‪#‎chiacchiericcio‬ ‪#‎eiopago‬

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La condanna

regaloI FATTI DEL COMUNE DI #NAVELLI. Ammonta ad € 315.270,81 la spesa complessiva per l’acquisizione sanante al patrimonio indisponibile dell’Ente della quota appartenente ai fratelli Santucci dell’immobile denominato “Palazzo Santucci” di cui:
– € 304.270,81 quale importo complessivo (indennizzi + interessi risarcitori) in base alla stima effettuata dal Responsabile del Servizio Tecnico ai sensi dell’art. 42bis del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i. e precisamente € 144.197,69 per indennizzo pregiudizio patrimoniale, € 14.419,77 per indennizzo per danno non patrimoniale, € 138.189,37 per interessi a titolo risarcitorio per occupazione senza titolo, € 7.463,98 per risarcimento beni mobili.
– € 5.000,00 quale somma presuntivamente e prudenzialmente determinata per il pagamento degli oneri accessori che dovessero maturare fino all’effettivo soddisfo;
– € 6.000,00 quale somma per le spese legali a favore dei fratelli Santucci, di cui € 5.000,00 per spese di giudizio ed € 1.000,00 per rifusione del contributo unificato.

Ne consegue un debito fuori bilancio pari ad € 239.441,94 così determinato:
– € 228.441,94 quale differenza tra la somma di € 304.270,81 e l’indennità di € 75.828,87 depositata presso la Cassa DD.PP. in quanto non accettata all’epoca dai fratelli Santucci;
– € 5.000,00 quale somma presuntivamente e prudenzialmente determinata per il pagamento degli oneri accessori che dovessero maturare fino all’effettivo soddisfo;
– € 6.000,00 quale somma per le spese legali a favore dei fratelli Santucci, di cui € 5.000,00 per spese di giudizio ed € 1.000,00 per rifusione del contributo unificato.

#piedediporco #chiacchiericcio #eiopago #regalo

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Palazzo Santucci

palazzo_santucci_navelliPer quale ragione la minoranza avrebbe dovuto votare nella scorsa seduta del Consiglio comunale a favore della proposta di deliberazione relativa all’acquisizione sanante al patrimonio indisponibile dell’Ente della quota appartenente ai Sig.ri Santucci dell’immobile denominato “Palazzo Santucci”, la dichiarazione dell’interesse pubblico ed il riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio quando in quattro anni non è stata mai investita della questione, neppure a seguito della #sentenza passata in giudicato n.1060/2013 del #TAR #Abruzzo che ha condannato il Comune di #Navelli al risarcimento dei danni da illegittimo spossessamento permanente?
Non è certo per indifferenza che la minoranza ha scelto di astenersi, come qualcuno ha subdolamente voluto far intendere in quella circostanza, ma soltanto per senso di responsabilità. E è per senso di responsabilità che ha preferito omettere in sede di Consiglio più di una considerazione di merito sulla vicenda sapendo che la deliberazione doveva essere trasmessa alla Corte dei Conti perché così prevede la legge e non per una scelta dell’Amministrazione comunale.
Al di là delle chiacchiere (e di certi deplorevoli atteggiamenti), si spieghi piuttosto ai cittadini perché, durante l’Amministrazione guidata dall’attuale Vicesindaco, malgrado l’annullamento in sede giurisdizionale della pubblica utilità depositato con sentenza n. 515 del 04.04.1998 del TAR, in pendenza del giudizio di appello al Consiglio di Stato che poi con sentenza n. 3182 del 15.06.2001 ha anch’esso annullato la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera oltre i provvedimenti di occupazione di urgenza, si è ugualmente provveduto ad emanare un provvedimento di #espropriazione nei confronti dei fratelli Santucci delle porzioni di loro proprietà ai fini di recupero e di restauro dell’intero fabbricato, se si riteneva che la precedente Amministrazione non avesse agito in maniera corretta.
Si spieghi altresì perché in tutti questi anni da parte del Comune di Navelli non si è cercato per le vie ufficiali un accordo con i fratelli Santucci, consistente nel trasferimento della proprietà e l’estinzione di ogni reciproca pretesa in cambio di una somma, considerata la lunga serie di sentenze che hanno visto sempre soccombere il Comune, a cominciare dalla sentenza n. 3182 del 15.06.2001 del Consiglio di Stato a cui è seguita la sentenza n. 1/2007 del TAR Abruzzo che ha annullato anche il provvedimento di #esproprio, prima di giungere, dopo oltre un decennio dalla instaurazione del giudizio civile presso il Tribunale di L’Aquila di cui al n. R.G. 841/2003, definito con declaratoria sul difetto di giurisdizione in Giudice Amministrativo con sentenza emessa n. 89 del 16.02.2011, ad una sentenza nel 2013 dall’esito purtroppo scontato.
#piedediporco #chiacchiericcio #eiopago

Di seguito la stima di quanto dovuto ai fratelli Santucci effettuata dal Responsabile del Servizio Tecnico ai sensi dell’art. 42bis del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.

Indennizzo pregiudizio patrimoniale € 144.197,69
Indennizzo per danno non patrimoniale € 14.419,77
Interessi a titolo risarcitorio per occupazione senza titolo € 138.189,37
Risarcimento beni mobili € 7.463,98
Importo complessivo: indennizzi + interessi risarcitori: € 304.270,81

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