“Navelli, appello dell’opposizione al prefetto”

 

Peggio del Burundi

 

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«Il Comune di Navelli peggio del Burundi»

«Minoranza messa all’angolo. Il capogruppo di Svolta Democratica chiede un incontro con Alecci. La mancata possibilità di visionare atti amministrativi, la causa».

«Nella giornata odierna ho inviato una richiesta di incontro urgente al Prefetto di L’Aquila dottor Francesco Alecci per rappresentare di persona le continue violazioni dei più elementari principi di democrazia e di rispetto per il ruolo della minoranza, derivanti dall’atteggiamento assunto costantemente dall’amministrazione e dagli uffici comunali di Navelli in relazione alle ordinarie e legittime prerogative dei consiglieri di opposizione, come la mancata possibilità di avere visione o copia degli atti amministrativi o il mancato riscontro di diverse interrogazioni con risposta scritta». Così, in una nota, il Capogruppo del gruppo consiliare ‘Svolta Democratica’, Gaetano Cantalini.

Non è più tollerabile l’azione scientemente attuata, in quattro anni ormai, da un’amministrazione irrispettosa delle norme giuridiche amministrativa della giunta nonché di imbavagliare l’informazione e la democrazia ostacolando in ogni modo la conoscenza degli atti. Risale soltanto a qualche giorni fa l’ultimo diniego, espresso questa volta dal segretario comunale, ad un’istanza d’accesso ad una nota di chiarimenti del Sindaco al Prefetto di L’Aquila sulla mancata pubblicazione di documenti prodotti in una seduta consiliare convocata per discutere in merito al procedimento penale che ha visto coinvolti lo scorso anno il Sindaco stesso, l’ex Sindaco Paolo Federico, attuale Vicesindaco, e alcuni tecnici comunali per il reato di abuso d’ufficio nell’ambito dell’attività connessa alla ricostruzione post sisma.

27 giugno 2014 – via il capoluogo | «Il Comune di Navelli peggio del Burundi»

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Uso improprio

Sono sempre più frequenti le irregolarità riguardo l’uso del sito del Comune di #Navelli (e pagina facebook) da parte dell’Amministrazione. In varie occasioni il media istituzionale è stato e continua ad essere utilizzato in maniera discriminante, come organo di informazione e di propaganda della maggioranza, nonché per screditare in maniera faziosa l’operato dell’opposizione, alla quale non è consentito usufruire di tale mezzo, i cui costi sono sostenuti da tutti i cittadini.
L’abuso di un mezzo democratico, trasformato in strumento di prevaricazione dei diritti della minoranza, non solo lede la libertà democratica di espressione e di libero ed egualitario accesso alle informazioni da parte dei cittadini, ma rappresenta un tradimento del principio di trasparenza, così come viene sancito dal Decreto legislativo n. 33 del 14 marzo 2013, oltre una possibile violazione della legislazione in materia di informazione e pubblicazione delle pubbliche amministrazioni.

sito internet comune navelli

«Ricostruzione: cinque anni, un piano “farlocco”»

 

Navelli – Per il Gruppo Consiliare “SVOLTA DEMOCRATICA” Gaetano Cantalini scrive: “Per l’Amministrazione comunale di Navelli che di fatto è la stessa da oltre quindici anni, è sempre colpa degli altri. Se il centro storico cade a pezzi giorno dopo giorno è colpa dei cittadini che nel passato hanno abbandonato le proprie abitazioni, sebbene costretti per ovvie ragioni. E’ colpa delle amministrazioni precedenti che “poco o nulla hanno fatto per mantenerlo integro” ed è colpa delle “persone che hanno trafugato coppi, portali, imbotti in pietra per utilizzarli nella costruzione di nuove abitazioni o per venderli al migliore offerente”. Se nel crollo di uno dei tanti edifici che da decenni sono abbandonati e pericolanti nella parte più degradata del borgo antico, verificatosi lo scorso 14 giugno, qualcuno disgraziatamente ci avesse lasciato la pelle, magari sarebbe stata pure colpa della minoranza che in quattro anni non ha mai portato in Consiglio comunale la situazione del centro storico.
Ma, al di là dei soliti rimpalli di responsabilità, ciò che profondamente indigna è la protervia con la quale l’Amministrazione comunale promette, ancora una volta, di recuperarlo e valorizzarlo con un piano di ricostruzione post sisma, costato la bellezza di 237.000 euro all’Università di Parma, avendo collaborato col Comune alla sua redazione, ed atteso dai cittadini per lunghi cinque anni per rivelarsi alla fine un autentico farlocco.
Qualcuno dovrà spiegare, per esempio, perché nel piano di ricostruzione del centro storico di Navelli, che ha ottenuto, tra l’altro, il “nulla osta” dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, l’edificio crollato qualche giorno fa risulti classificato dai tecnici dell’Università di Parma di categoria “E”, ovvero inagibile dal terremoto, nonostante fosse diroccato da diversi anni. Qualcuno dovrà spiegare, altresì, perché nel piano di ricostruzione, approvato in variante agli strumenti urbanistici vigenti, come da accordo di programma sottoscritto in data 8 agosto 2013 tra il Comune e la Provincia dell’Aquila, risultino danneggiate dal sisma e da sostituire le reti dei sottoservizi (rete idrica, fognaria e del gas) lungo vie che sono state oggetto di interventi di rifacimento della pavimentazione dopo il terremoto; perché edifici di proprietà comunale agibili di categoria “A”, utilizzati tutto l’anno, necessitino di importanti interventi “volti alla riparazione dei danni sismici strutturali” oppure perché immobili, sempre di proprietà comunale, sebbene già ristrutturati con fondi pubblici e donazioni private, risultino inagibili di categoria “E”. Qualcuno dovrà spiegare ancora per quale ragione edifici che da anni sono fatiscenti e pericolanti, sia isolati che in aggregati, risultino nel piano di ricostruzione classificati dall’Università di Parma inagibili di categoria “E” o addirittura temporaneamente inagibili di categoria “B”, ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento; perché isolati in gran parte fatiscenti risultino classificati anch’essi dall’Università temporaneamente inagibili di categoria “B”; edifici classificati sempre dall’Università diruti ed inagibili di categoria “E”, già ristrutturati dopo il sisma, sebbene ricompresi in aggregati edilizi obbligatori, siano considerati nel piano di ricostruzione ancora tali; immobili ad uso non abitativo fatiscenti, come pagliai, magazzini e altro, situati ai margini del centro storico, siano classificati di rilevante pregio storico architettonico mentre abitazioni oggettivamente di rilevante pregio storico architettonico non siano state riconosciute tali; edifici provvisti di tetto e solaio siano stati classificati diruti e quelli senza tetto e solaio risultino inagibili di categoria E o anche temporaneamente inagibili di categoria “B”; edifici dotati di scheda AEDES risultino classificati dall’Università di Parma con esito di agibilità diverso. Vogliamo sapere, inoltre, perché sono stati concessi in locazione edifici di proprietà comunale che risultano classificati dall’Università inagibili di categoria “B” e ricompresi in aggregati edilizi individuati a seguito dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di L’Aquila e perché sono stati effettuati interventi di riparazione su alcuni edifici classificati di categoria “B” senza la formazione di aggregati. Qualcuno dovrà spiegare, infine, se è possibile costituire consorzi tra proprietari di immobili ricompresi in aggregati edilizi che nel piano di ricostruzione risultano separati e distinti”.
20 giugno 2014

via Ricostruzione: cinque anni, un piano “farlocco” | InAbruzzo.com

Leggi pure “Navelli: «5 anni d’attesa per un piano di ricostruzione farlocco»

Piano di ricostruzione navelli articolo il centro

 “Navelli, accuse al piano di ricostruzione” – Il Centro, 21 giugno 2014

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Il centro storico di #Navelli (AQ) come Pompei

 

crolli navelli articolo il centro

“Nuovo crollo a #Navelli, è scontro” – Il Centro, 16 giugno 2014

crolli navelli articolo il tempo

“Nuovi crolli nel centro storico a cinque anni dal terremoto” – Il Tempo, 16 giugno 2014

Il Blog di Gaetano Cantalini

 

navelli crollo centro storico

Il centro storico di Navelli è agonizzante. All’alba di ieri un ennesimo crollo ha interessato un edificio da anni abbandonato e pericolante nella parte più degradata del borgo antico. Un altro pezzo di storia che si è dissolto nel nulla per incuria e colpevole dimenticanza di chi nei decenni passati avrebbe dovuto garantire non solo la conservazione della memoria collettiva ma anche la pubblica incolumità. Un altro edificio svanito per sempre mentre molti altri si incamminano sulla stessa strada, essendo avviluppati in un degrado che ha raggiunto ormai livelli elevati, e tutto ciò nella totale indifferenza delle istituzioni verso un patrimonio di così inestimabile valore che potrebbe ancora rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo non soltanto del paese ma dell’intero territorio circostante. E, invece, oltre le chiacchiere di politici ed amministratori, si rilevano solo incuria ed abbandono. Altro che qualifica di borgo più bello d’Italia attribuita…

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Al Sindaco di #Navelli

Attraverso una nota consegnata nella mattinata di ieri, la minoranza ha voluto ribadire al Sindaco #Navelli la propria disponibilità ad un confronto sul tema della #ricostruzione post #terremoto dei centri storici e su altri temi di particolare interesse per la cittadinanza purché avvenga nella sede preposta, ovvero il Consiglio comunale, affinché della discussione resti traccia in un verbale.

disponibilità confronto

Il centro storico di #Navelli (AQ) come Pompei

 

navelli crollo centro storico

Il centro storico di Navelli è agonizzante. All’alba di ieri un ennesimo crollo ha interessato un edificio da anni abbandonato e pericolante nella parte più degradata del borgo antico. Un altro pezzo di storia che si è dissolto nel nulla per incuria e colpevole dimenticanza di chi nei decenni passati avrebbe dovuto garantire non solo la conservazione della memoria collettiva ma anche la pubblica incolumità. Un altro edificio svanito per sempre mentre molti altri si incamminano sulla stessa strada, essendo avviluppati in un degrado che ha raggiunto ormai livelli elevati, e tutto ciò nella totale indifferenza delle istituzioni verso un patrimonio di così inestimabile valore che potrebbe ancora rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo non soltanto del paese ma dell’intero territorio circostante. E, invece, oltre le chiacchiere di politici ed amministratori, si rilevano solo incuria ed abbandono. Altro che qualifica di borgo più bello d’Italia attribuita nel 2008 al centro storico di Navelli con l’ingresso del Comune nel club de “I Borghi più Belli d’Italia” senza tuttavia possedere tutti i requisiti necessari, specialmente in termini di integrità del tessuto urbano e di servizi al cittadino. Altro che progetti di recupero e di valorizzazione del centro storico, come quello presentato alla cittadinanza in pompa magna nel 2002, quando era governatore della Regione Abruzzo l’on. Giovanni Pace, navellese d’adozione, e mai attuato. Altro che piano di ricostruzione, redatto dal Comune in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma a seguito del sisma del 2009, dove l’edificio crollato risulta classificato dai tecnici della stessa Università di categoria “E” mentre altri edifici contigui, facenti parte di un isolato da anni quasi interamente fatiscente, sono stati valutati addirittura inagibili di categoria “B”, ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento.

Ora il tempo, che sappiamo scorrere inesorabile, secondo dopo secondo, presenta il conto fatto, purtroppo, di crolli e tanta ma tanta amarezza.

via Il centro storico di Navelli (AQ) come Pompei – L’Impronta

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Centro storico di #Navelli, un’altra Pompei

Ennesimo crollo nel centro storico di #Navelli, uno de “I Borghi più Belli d’Italia“, avvenuto intorno alle ore 6.30 di oggi.
Ciò che il  #terremoto non ha distrutto, per assurdo lo sta facendo l’indifferenza umana.
Luciano D’Alfonso, Stefania Pezzopane, Pierpaolo Pietrucci, vi prego, facciamo qualcosa. Non consentiamo che un patrimonio di inestimabile valore vada perduto per sempre.

 

“#Navelli, mobilitazione per salvare l’ufficio postale”

 “Mi preme rivolgere un sentito ringraziamento alla senatrice Stefania Pezzopane per essersi immediatamente attivata contro la chiusura dell’Ufficio Recapiti di Navelli rivolgendosi, attraverso una lettera, al direttore della filiale aquilana di Poste Italiane, Luciano Tola, affinché venga ricercata una soluzione condivisa al problema che non penalizzi ulteriormente i cittadini di un intero territorio, ovvero quello ricompreso tra la Valle del Tirino e Campo Imperatore, oltre alla Piana di Navelli e la Valle Subequana, ai quali altrimenti non sarebbero più garantiti i servizi essenziali, e tenga conto delle difficoltà a cui andrebbero incontro i portalettere a seguito di un eventuale accentramento del servizio in altra sede, essendo tutti residenti nei Comuni appartenenti al suddetto territorio. La senatrice ha annunciato anche la presentazione a breve di un’interrogazione parlamentare “per sollecitare il Ministro a scongiurare la chiusura e il ridimensionamento dei servizi postali soprattutto nei comuni montani e poco collegati con i centri maggiori”.

Voglio ringraziare altresì per l’interessamento il consigliere provinciale Fabrizio D’Alessandro e, non ultimo, il neo eletto consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci, del quale è risaputo il forte impegno per lo sviluppo e la valorizzazione delle aree interne che con il nuovo governatore Luciano D’Alfonso si tradurrà senza alcun dubbio in azioni concrete a sostegno dei nostri piccoli comuni.”

articolo chiusura poste navelli
“Il Centro”, 13.06.2014

via Navelli, mobilitazione per salvare l’ufficio postale – il Centro dal 2003.it

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Chiusura ufficio recapiti di Navelli

CONTRO LA CHIUSURA INTERVIENE LA SENATRICE STEFANIA PEZZOPANE

L’Aquila, 11 giugno 2014

POSTE NAVELLI: PEZZOPANE SCRIVE AL DIRETTORE DI FILIALE AQ LUCIANO TOLA, PER SCONGIURARE CHIUSURA. “A BREVE INTERROGAZIONE”
“Ho ricevuto di recente numerose segnalazioni, tra cui anche quelle di alcuni sindaci, amministratori del territorio e consiglieri comunali, provinciali e regionali, tra cui Gaetano Cantalini, Fabrizio D’Alessandro e Pierpaolo Pietrucci, sull’imminente cessazione del servizio di recapito posta nel comune di Navelli e in altri comuni della Piana e della Valle Subequana, serviti sempre dal medesimo centro di smistamento.
Una scelta che penalizzerebbe ulteriormente i comuni delle zone interne e i cittadini di queste aree, ai quali non sarebbero più garantiti servizi essenziali”.
È l’incipit di una lettera che la senatrice Stefania Pezzopane scrive al direttore della filiale aquilana di Poste italiane, Luciano Tola, sull’imminente ridimensionamento dell’ufficio postale di Navelli.
“Se continua la politica di ridimensionamento e taglio dei servizi, si favorisce la decrescita demografica e l’abbandono di questi comuni, già rischio spopolamento, senza considerare i disagi a cui sarebbe sottoposta la popolazione più anziana, costretta a servirsi dell’Ufficio postale dell’Aquila, se i servizi venissero accentrati nel capoluogo, come si teme.
Mi auguro che a breve voglia favorire un’occasione di incontro, per cercare di individuare una soluzione di compromesso che tenga conto, come già è accaduto in passato, sia delle necessità dell’azienda che quelle dei cittadini. Mi auguro che anche in questo caso prevalga il buon senso.
Ad ogni modo- conclude la senatrice- interverrò a breve con un’interrogazione parlamentare per sollecitare il Ministro a scongiurare la chiusura e il ridimensionamento dei servizi postali soprattutto nei comuni montani e poco collegati con i centri maggiori”.

CHIUSURA POSTE NAVELLI

Il Blog di Gaetano Cantalini

 

NAVELLI – Intervengono in massa i sindaci dell’Aquilano per scongiurare la chiusura estiva degli uffici postali. E scrivono alle istituzioni, partendo dal premier Matteo Renzi. 

“In seguito alla notizia dell’intenzione di Poste Italiane di procedere alla chiusura dell’Ufficio Recapiti di Navelli si vuole evidenziare e portare all’attenzione di chi di dovere l’importanza che tale ufficio riveste non solo per il Comune di Navelli ma anche e soprattutto per un vasto territorio che va dalla Valle del Tirino all’alta montagna di Campo Imperatore ricomprendendo l’intera Piana di Navelli e la Valle Subequana”, si legge in una nota diffusa dal sindaco di Navelli, Paola Di Iorio.

“Si fa presente che tale ufficio – afferma – che oggi occupa sette portalettere e un responsabile, è situato in una posizione…

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Chiusura ufficio recapiti di Navelli

 

NAVELLI – Intervengono in massa i sindaci dell’Aquilano per scongiurare la chiusura estiva degli uffici postali. E scrivono alle istituzioni, partendo dal premier Matteo Renzi. 

“In seguito alla notizia dell’intenzione di Poste Italiane di procedere alla chiusura dell’Ufficio Recapiti di Navelli si vuole evidenziare e portare all’attenzione di chi di dovere l’importanza che tale ufficio riveste non solo per il Comune di Navelli ma anche e soprattutto per un vasto territorio che va dalla Valle del Tirino all’alta montagna di Campo Imperatore ricomprendendo l’intera Piana di Navelli e la Valle Subequana”, si legge in una nota diffusa dal sindaco di Navelli, Paola Di Iorio.

“Si fa presente che tale ufficio – afferma – che oggi occupa sette portalettere e un responsabile, è situato in una posizione centrale rispetto ai paesi afferenti ai suddetti territori ed è ubicato in uno stabile di proprietà di Poste Italiane, idoneo e recentemente ulteriormente adeguato a svolgere la suddetta funzione. L’accentramento presso gli Uffici dell’Aquila creerebbe notevoli disagi innanzitutto per il servizio di recapito ma anche di organizzazione e di economicità del servizio e, non ultimo, costituirebbe notevole difficoltà per i lavoratori che sono tutti residenti in questo territorio”.

“Molti sindaci – prosegue la nota – già nei mesi scorsi hanno manifestato il loro disappunto relativamente al funzionamento del servizio in quanto l’esiguo numero di personale non riesce ad ottemperare in maniera soddisfacente all’espletamento del servizio. Basti pensare che spesso il recapito di una lettera raccomandata o prioritaria all’interno di un territorio comunale impiega anche 15 giorni  per raggiungere il destinatario”.

I sindaci dei Comuni di Navelli, Collepietro, San Benedetto in Perillis, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, Carapelle Calvisio, Castel Vecchio Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castel del Monte, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Tione degli Abruzzi, Acciano, Capestrano, Ofena, Villa Santa Lucia unitamente alle e organizzazioni sindacali di categoria nelle prossime ore porteranno  “la problematica all’attenzione del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, del governatore della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, del presidente della Provincia Antonio Del Corvo, del Prefetto dell’Aquila Francesco Alecci e dell’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio affinché venga revocata una decisione presa unilateralmente e scongiurato, quindi, un ulteriore disagio che sicuramente si ripercuoterà negativamente su tutto le comunità interessate, anzi, chiederanno di potenziare  e migliorare il servizio esistente e rivedere la riorganizzazione degli sportelli che in molti comuni  restano aperti soltanto uno o due giorni a settimana con notevoli disagi per la collettività”.

via POSTE: CHIUSURA ESTIVA NELL’AQUILANO, SINDACI SCRIVONO A RENZI Abruzzo Web Quotidiano on line per l’Abruzzo. Notizie, politica, sport, attualitá.

#quisquilie

«Interviene il Vicesindaco affermando che le contestazioni del consigliere Troiani sono quisquilie rispetto alla rilevanza della vicenda. Riepiloga di nuovo le varie fasi processuali (dopo quattro anni di silenzi) ed evidenzia che, già nel #giudizio civile (forse quello instaurato presso il Tribunale di #LAquila di cui al n. R.G. 841/2003 e cioè durante la sua Amministrazione?), si palesava la sconfitta del Comune in base alla perizia del CTU Ing. Magrì (perché dopo la #sentenza del Consilio di Stato del 2001?) e che, nel successivo giudizio dinanzi al #TAR (forse quello che ha annullato il provvedimento di esproprio emanato nel 1999 e cioè durante la sua #Amministrazione?), c’è stata di nuovo la soccombenza dell’Ente (e perché nel frattempo non si è mai cercato formalmente un accordo anche extragiudiziario?). Legge, poi, il passaggio della sentenza del TAR #Abruzzo 1060/2013 in cui viene evidenziata la responsabilità del Comune (e già). Dichiara inoltre che, all’esito dei consulti avuti con l’Avv. Ludovici, lo stesso ha sconsigliato l’Amministrazione di andare avanti (meglio tardi che mai), dopo venti anni di processi (giustappunto), con un giudizio di appello e con ulteriore aggravio delle spese legali a carico dell’Ente (forse che ci volevano vent’anni per capirlo?). Ribadisce che, poiché il Comune è risultato pienamente soccombente, si è deciso di dare esecuzione alla sentenza del TAR (deo grazias!) procedendo, secondo le indicazioni in essa contenute, prima al tentativo di accordo con la controparte, (e ci voleva una sentenza passata in giudicato per farlo?) e poi all’eventuale acquisizione sanante. Afferma, poi, che a #Navelli è fatto notorio (a chi?) che i fratelli Santucci non hanno mai manifestato una vera disponibilità ad un accordo, chiedendo sempre cifre enormi (ma dove risulta?), perciò si è reso necessario passare all’acquisizione sanate ai sensi dell’art. 42bis del T.U. espropri (pure veggenti!!!). Precisa che, in ogni caso, l’attuale Amministrazione è in una botte di ferro, poiché la responsabilità ricade tutta su Amministrazioni precedenti (quali???). L’attuale Amministrazione, ritenendo che in ulteriori gradi di giudizio il Comune sarebbe rimasto sempre soccombente e sarebbe stato costretto a pagare molti più soldi (a proposito a quanto ammontano complessivamente le spese legali?), ha deciso di dare esecuzione alla sentenza del Tar, (dopo la decisione assunta dall’attuale Amministrazione con D.G.C. n. 44 del 29.06.2011 di resistere in giudizio per la difesa delle ragioni addotte dall’Ente nel giudizio civile?), nella consapevolezza che, grazie alla sana gestione realizzata (ben sapendo che prima o poi sarebbe arrivato il conto), si può far fronte al debito fuori bilancio (ovviamente  a spese dei cittadini)che ne deriva e che, in mancanza dell’acquisizione sanante, la nomina di un Commissario ad acta comporterebbe spese ancora più ingenti per il Comune (ma che bravi!).
Il consigliere Troiani chiede al Vicesindaco di indicare i nomi dei componenti dell’Amministrazione del 1993. Il Vicesindaco risponde che a lui non interessa, oggi, fare processi (ma la responsabilità non era delle Amministrazioni precedenti???) agli amministratori dell’epoca (quale epoca?), ma che vuole solo sottolineare che nessuna responsabilità è addebitabile all’attuale Amministrazione comunale (ma alle precedenti si?)
Verbale D.C.C. n. 8 del 15.05.2014

#quisquilie #piedediporco #chiacchiericcio #eiopago #regalo