Assemblea regionale sulla vertenza #Snam/#Abruzzo hub del gas #gasdotto

Lo scorso 22 dicembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’autorizzazione alla costruzione di una centrale di compressione e spinta a Sulmona, opera compresa nel progetto del megagasdotto Snam “Rete Adriatica”.

È solo l’ultima di diverse decisioni governative che riguardano infrastrutture del gas in Abruzzo e nelle regioni limitrofe sotto costante attacco con proposte di ampliamento di infrastrutture esistenti, come lo stoccaggio di “Fiume Treste” a Cupello e del relativo gasdotto San Salvo – Biccari, oppure di nuovi progetti come lo stoccaggio di San Martino sulla Marrucina in provincia di Chieti e quello al confine con le Marche a San Benedetto del Tronto, ai due nuovi gasdotti Larino-Chieti e Teramo – San Marco fino ad arrivare al progetto di estrazione del gas a Bomba proprio a ridosso dell’omonima diga.

Tutti questi progetti insieme alla “Rete Adriatica” e alla centrale di compressione a Sulmona, fanno parte di un’unica grande opera: la trasformazione dell’Abruzzo in un tassello dell’hub italiano del gas. La “Rete Adriatica” attraversa l’Appennino centrale, l’area più altamente sismica dell’Italia, interessando anche diversi Comuni colpiti dagli ultimi terremoti dell’Abruzzo, delle Marche e dell’Umbria, tra i quali l’Aquila e la sua provincia che ne sono coinvolti per circa 103 km.

In questi anni attorno a questi progetti si sono sviluppate tante lotte e mobilitazioni, che spesso hanno portato gli Enti Istituzionali, quali rappresentanti dei cittadini, ad esprimere la propria contrarietà all’opera.

Nonostante i rischi legati alla sismicità, alla possibilità di incidenti e alle gravi conseguenze sulla salute dei cittadini, sull’ambiente e sull’economia derivanti dalla costruzione di queste opere, il Governo ha voltato le spalle ai territori schierandosi dalla parte delle grandi aziende energetiche e calpestando la volontà democratica delle istituzioni locali, dei cittadini abruzzesi e delle regioni limitrofe.

L’Hub del gas è una grande opera inutile e imposta: auspichiamo che le singole vertenze formino un fronte unitario di lotta con una mobilitazione più ampia: serve la costruzione di una rete tra le tante realtà abruzzesi e delle regioni limitrofe impegnate nella difesa dei territori.

L’Abruzzo rischia di diventare servitù di passaggio del metano verso i paesi del Nord Europa e la sua storica vocazione di Regione verde d’Europa, turistica, agricola, dallo straordinario patrimonio ambientale, essere compromesso in maniera irreversibile. Per le lobby economiche l’hub sarà fonte di profitti, mentre i rischi, i danni ed i costi saranno riversati sulle popolazioni.

Vogliamo salvaguardare il nostro territorio, valorizzandone le potenzialità e promuovendo una nuova visione di economia e società, sostenibile ecologicamente e inclusiva socialmente. Il tempo delle energie fossili è finito e, mentre il cambiamento climatico e la crisi ecologica minacciano la vita umana sul pianeta, la nostra mobilitazione reca in grembo il futuro di tutti.

Per questi motivi chiamiamo a raccolta cittadini, istituzioni, movimenti, reti e spazi sociali, associazioni, organizzazioni sindacali, realtà politiche della Regione Abruzzo e delle regioni limitrofe ad intervenire all’assemblea pubblica che abbiamo convocato per sabato 3 febbraio alle ore 17:00 presso il salone S.Pietro Celestino V della Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice.

Partecipiamo e coinvolgiamo, per la difesa dei nostri territori e del nostro diritto ad abitarli!

Sulmona, 1 febbraio 2018

Comitati cittadini per l’ambiente

Collettivo AltreMenti Valle Peligna

Collettivo Studentesco Sulmona

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“Tradimento!!!”

A pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, il Governo Gentiloni sferra un colpo micidiale al nostro territorio e ai suoi abitanti: l’autorizzazione alla costruzione della centrale di compressione e spinta, parte del progetto “Rete Adriatica”, un mega tubo di 687 Km. Il provvedimento autorizzativo arriva dopo dieci gg. dall’assemblea pubblica all’aula consiliare con il geologo Francesco Aucone che aveva evidenziato i dati sottostimati da parte della Snam per quanto attiene il rischio sismico e in coincidenza della tappa in città della carovana nazionale No Tap. (T.A.P. è l’opera infrastrutturale collegata alla “Rete Adriatica”). Tale scellerata decisione, come tutto il progetto della Snam che attraversa le aree più altamente sismiche dell’Appennino Centrale, ci lascia sconcertati e ci chiediamo cosa sia realmente accaduto che ha portato il Governo Gentiloni, a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, a colpire alle spalle un territorio che i “Piani alti” della politica da tempo hanno deciso di isolare con spoliazioni di servizi primari come l’Ospedale, il Tribunale, la Polfer…Ricordate la definizione di Sulmona della Snam nell’incontro con il Presidente della Regione Abruzzo? “Area marginale circondata da anonime montagne” La considerammo un affronto come oggi, alla stessa stregua, consideriamo “il regalo di Natale” che il Governo Gentiloni ha fatto a questa città e alla Valle Peligna tutta.

Questo impianto, insieme al metanodotto, ci impone una pesante servitù senza nessun vantaggio, ma solo costi in termini di impoverimento, vanificando gli sforzi di coloro che, attraverso lo sviluppo di una agricoltura tipica, la valorizzazione dell’artigianato, la micro ricettività diffusa, il commercio, stanno cercando di far fronte ad una crisi economica che ci attanaglia da tempo. Un’opera che abbiamo sempre definito inutile sia sotto il profilo sociale che economico: avrà come conseguenza la devastazione ambientale e l’infrastruttura sarà pagata in bolletta da tutti i cittadini che dovranno farsene carico per consentire alla Snam di fare profitti sulla nostra pelle.

Oltre al danno ambientale ed economico, c’è il rischio per la nostra incolumità (siamo in zona sismica 1), in caso di sisma o di incidente come già è accaduto (esplosioni di metanodotti e centrali di compressione).

Una “strenna” , la centrale di compressione, che si insedierà con tutto il suo carico di 162 tonnellate annue di monossido di carbonio e ossidi di azoto con danni per la nostra salute.

Ai nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli (Sindaci, Presidente della Provincia, Assessore alle Aree Interne, Presidente della Regione, Parlamentari) chiediamo di mettere in campo una azione forte nei confronti di questo Governo: ora è il momento di dimostrare di essere dalla parte dei cittadini, senza titubanze e con la schiena dritta, così come chiediamo e chiederemo ai candidati alle prossime elezioni politiche, una presa di posizione netta ed inequivocabile di contrarietà al progetto e all’autorizzazione alla centrale da parte del Governo, che deve coinvolgere anche i loro partiti e i loro candidati premier. Basta con posizioni personali di vicinanza a questo territorio, ma che in realtà sostengono le maggioranze che vogliono realizzare l’opera contro la volontà dei cittadini.

Al Governo Gentiloni e al suo partito che ringraziamo sentitamente per essersi ricordato di questo territorio prima di andare via e chiudere la porta, diciamo che la democrazia è stata calpestata, la volontà popolare schiacciata e le deliberazioni unanimi approvate dai vari Enti Istituzionali considerate come carta straccia.

Ai cittadini, invece, rammentiamo che hanno sempre due strumenti formidabili: la partecipazione popolare e il voto. Dentro la cabina elettorale ricordatevi di chi decide per il vostro futuro e quello dei vostri figli in maniera arrogante e antidemocratica!

Sulmona, 23/12/2017

Comitati cittadini per l’ambiente

AltreMenti Valle Peligna

#Gasdotto #Snam, assemblea pubblica dei Comitati e AltreMenti a #Sulmona #Laquila

I Comitati Cittadini per l’ambiente ed il Collettivo AltreMenti Valle Peligna, comunicano che il Gruppo d’Intervento Giuridico Grig Sardegna, in rappresentanza delle associazioni ecologiste elencate in calce, ha inoltrato in data odierna, (come si evince nel comunicato stampa allegato), una perizia tecnica redatta dal geologo dott. Francesco Aucone relativa al gasdotto Sulmona-Foligno e centrale di compressione.

Comunicano, altresì, che il dott. Aucone interverrà nella pubblica assemblea indetta dai Comitati Cittadini e da AltreMenti.

Giovedi 14 dicembre alle ore 17,00 presso la sala della Comunità Montana Peligna.

In quella occasione il geologo esporrà le sue note critiche alla valutazione del rischio sismico contenute nello Studio d’Impatto Ambientale – S.I.A. – presentato dalla Snam.

Data l’importanza del tema trattato e concernente una battaglia civile e democratica che si sta conducendo da dieci anni, l’invito a partecipare è rivolto non solo ai cittadini, ma a tutti i rappresentanti istituzionali ai vari livelli che hanno il dovere di tutelare e difendere territori e popolazioni.

Di seguito il comunicato stampa del Gruppo d’Intervento Giuridico Grig Sardegna

Sulmona, 7 dicembre 2017

Comitati Cittadini per l’ambiente

Collettivo AltreMenti Valle Peligna

Basta con il gasdotto dei terremoti!

Le associazioni e comitati ecologisti Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria, Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria hanno inoltrato (7 dicembre 2017) una specifica istanza accompagnata da perizia tecnica redatta dal dott. geol. Francesco Aucone “Note critiche alla valutazione del rischio sismico stimato da SNAM PROGETTI e inerente al ‘Metanodotto Sulmona -Foligno DN 1200 mm (48″) P=75 bar e Centrale di compressione di Sulmona’” relativa all’omonimo tronco del progetto di gasdotto “Rete Adriatica”.

In precedenza era stata inviata (22 ottobre 2017) analoga istanza accompagnata dalla perizia tecnica “Note critiche allo Studio d’Impatto Ambientale redatto da SNAMPROGETTI ed inerente al ‘Metanodotto Foligno-Sestino (SPC. LA-E-83015)’ sezione III – Caratterizzazione della sismicità”, relativa al tronco umbro-marchigiano del medesimo progetto di gasdotto.

Sono stati coinvolti il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, il Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, il Ministro per i beni e attività culturali Dario Franceschini, il Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda, il Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.

Nel caso specifico, il Professionista, in seguito all’analisi del rischio sismico condotta da SNAM PROGETTI sul tronco Sulmona-Foligno, così ha concluso:

  • Approccio inappropriato nella definizione dell’Azione Sismica, sia nelle procedure (utilizzo inadeguato della PGA) che nei livelli energetici sismici presi in considerazione (PGA utilizzate più basse dei livelli di accelerazione registrati sul territorio in occasione degli eventi sismici storici recenti);
  • Assoluta insufficienza nel considerare l’aspetto della fagliazione”.

In precedenza, dopo approfondita analisi dello studio di impatto ambientale (SIA) relativo al tronco Foligno-Sestino, così aveva concluso:

“L’analisi del SIA ha infatti messo in risalto i seguenti aspetti:

  • Improprietà di alcune enunciazioni
  • Assoluta insufficienza nel considerare l’aspetto della fagliazione
  • Approccio inappropriato nella definizione dell’Azione Sismica
  • Perplessità sulle categorie sismiche dei terreni attraversati (insufficienza delle indagini in sito)
  • Sottostima dell’accelerazione sismica nella verifica strutturale allo scuotimento sismico
  • Sottostima dell’accelerazione sismica nella verifica della stabilità dei versanti
  • Eccessiva genericità nel valutare l’aspetto della liquefazione.

Con il risultato che, secondo lo Scrivente, il Rischio Sismico è stato fortemente sottovalutato.

Per cui si ritiene che, al fine di non creare pericoli per gli ecosistemi attraversati e per le comunità residenti interessate dal tracciato del gasdotto, la valutazione del Rischio Sismico venga rifatta di sana pianta, alla luce delle nuove Normative Tecniche (NTC 2008 o meglio ancora NTC 2017 che dovrebbero uscire prima della fine dell’anno corrente)”.

Come noto, si tratta di aree interessate dal progetto denominato gasdotto “Rete Adriatica”, conosciuto anche  come “gasdotto appenninico”, opera che, nella sua attuale configurazione, riuscirebbe a unire lo scempio ambientale della dorsale dell’Appennino con l’aumento del pericolo per l’incolumità pubblica a causa del rischio sismico fra i più elevati in Italia per giunta con l’esborso di ingenti fondi pubblici.

La “grande opera” d’interesse privato ma di finanziamento pubblico determinerebbe – per il suo folle tracciato – un vero e proprio disastro ambientale (interseca pesantemente ben 3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 fra siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale) ed economico-sociale (basti pensare ai danni alle zone turistiche umbre e marchigiane, nonché alle pregiate tartufaie appenniniche), senza contare il gravissimo pericolo determinato dall’interessare numerose aree in zona sismica “1”, nel tratti abruzzese, umbro e marchigiano, alcune fra le zone maggiormente a rischio sismico d’Italia.

Infatti, il progetto intercetta le zone altamente sismiche di Abruzzo, Umbria, Marche.

Si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e i terremoti del 26 settembre 1997 e del 24 agosto – 18 gennaio 2017 che hanno colpito l’Umbria, il Lazio e le Marche. Aree interessate da forti sciami sismici, come quello di fine marzo 2014 in Umbria (Gubbio – Città di Castello), e dell’aprile 2013, sempre a Città di Castello.

Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal progetto di metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche il sito proposto per la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado. E’ agevolmente documentabile quanto sopra con l’impressionante mòle di dati presente sul sito web istituzionale (http://www.ingv.it/) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.), la massima Istituzione scientifica nazionale in materia.

Lo scorso 26 ottobre si è svolta presso il Ministero per lo sviluppo economico l’ennesima riunione per convincere le varie amministrazioni pubbliche competenti della pretesa bontà della “grande opera”, tuttora sotto contenzioso grazie ai ricorsi ecologisti e degli enti locali: la conclusione pilatesca è stata l’ennesimo rinvio della decisione finale.

Le associazioni e comitati ecologisti Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria, Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria hanno chiesto al Presidente del Consiglio, ai Ministri e ai Presidenti delle Regioni interessate una profonda rivisitazione del tracciato del gasdotto “Rete Adriatica”.

p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria,

Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria

Stefano Deliperi

#Metanodotto #Snam, riparte l’iter

“IL GOVERNO CENTRALE CONVOCA ISTITUZIONI ED ENTI INTERESSATI AL METANODOTTO SULMONA-FOLIGNO”

Riparte l’iter procedurale del metanodotto (separato da quello della centrale di compressione e spinta ormai concluso). Dopo gli eventi sismici dell’agosto-ottobre 2016 e gennaio 2017, riprende il suo percorso con la remissione degli atti, in data 2 agosto scorso da parte del Ministero dello Sviluppo Economico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che convoca, per giovedì 26 ottobre, Ministeri ed Enti coinvolti, Regione Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, i Presidenti delle Provincie, le Comunità Montane, tutti i Sindaci dei territori interessati dall’attraversamento del metanodotto Sulmona-Foligno e la Snam.

Questa convocazione segue le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Galletti di una settimana fa con le quali afferma che i lavori per la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà il gas azero in Puglia nel 2020, possono partire perché sono state date tutte le autorizzazioni. Pertanto, tra fine ottobre e inizio novembre, le ruspe del consorzio dovrebbero entrare in azione per la costruzione del gasdotto.

Il metanodotto Sulmona-Foligno, come tutto il progetto Rete Adriatica, come è ormai noto, è strettamente collegato alla costruzione del T.A.P. e questa accelerazione è fortemente preoccupante.

Al Sindaco di Sulmona, che come ha dichiarato, ribadirà la contrarietà al progetto della Snam, ricordiamo che sono ben 10 le delibere unanimi di opposizione al progetto approvate anche dalle precedenti amministrazioni e che il nostro territorio è doppiamente penalizzato perché oltre al metanodotto c’è anche l’impianto di compressione. Le motivazioni per opporsi sono molteplici e inattaccabili perciò chiediamo con forza che la politica tutta deve farle pesare con il Governo e la Società proponente con la consapevolezza che è loro preciso dovere difendere la salute dei cittadini, il territorio, l’ambiente .

Così come chiediamo facciano anche il Sindaco di Pratola, di Corfinio, di Popoli, di Roccacasale, dell’Aquila, dei Comuni dell’Aquilano e i rappresentanti istituzionali delle altre Regioni che in questi anni hanno prodotto atti deliberativi di netta contrarietà all’opera.

Alla Regione Abruzzo chiediamo di mantenere ferma la negazione dell’intesa con lo Stato per tutte le motivazioni espresse nelle Delibere di Giunta e per quanto accaduto dopo il terremoto dello scorso anno.

Riteniamo che la risoluzione presentata dal Consigliere Pietrucci, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio che anche nella seduta di martedì scorso, per la terza volta è slittata, poteva essere un ulteriore elemento di forza quale atto politico della Regione da presentare alla convocazione del 26 ottobre. Auspichiamo che dietro la mancata approvazione in aula della risoluzione non si celi una inversione di marcia su questa problematica da parte della Regione Abruzzo.

Sulmona, 20 ottobre 2017

Comitati cittadini per l’ambiente

Nuovo rinvio per la risoluzione sul #gasdotto e la centrale #Snam

Nella seduta di ieri, il Consiglio Regionale aveva all’o.d.g., anche sei risoluzioni compresa quella relativa al percorso del gasdotto ed alla centrale di compressione Snam sui Comuni dei Crateri Sismici del Centro Italia e di tutta l’area sismica (zone 1 e 2) dell’Appennino Centrale, a firma del consigliere Pietrucci. La seduta è terminata alle 21,00 con il rinvio al prossimo Consiglio dei molti punti in scaletta, tra cui le risoluzioni.

Ancora una volta, considerato che già nella seduta del Consiglio Regionale dell’11 agosto scorso la risoluzione era stata presentata e non discussa per l’approvazione, la questione Snam slitta con una manifesta volontà politica di non riprendere il discorso su questa importante vertenza. La sensazione di abbandono e disinteresse è emersa anche durante l’interpellanza del consigliere Bracco sull’incendio del Morrone: tanta distrazione e poco ascolto, come sottolineato dallo stesso consigliere.

La problematica del gasdotto e della centrale di compressione, invece, andrebbe affrontata come prioritaria, soprattutto dopo gli eventi sismici dell’agosto 2016 e di gennaio 2017 che ne hanno drammaticamente sottolineato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’assoluta incompatibilità dell’opera per l’elevata sismicità dei territori coinvolti, l’estrema pericolosità per la salute e l’incolumità pubblica e quanto sia dannosa per l’ambiente e l’ecosistema dell’Appennino Centrale.

Il terremoto dello scorso anno ha modificato la geografia di quelle aree evidenziando, anche ai non esperti, che nessun tubo avrebbe potuto resistere a tale sconvolgimento!

La contrarietà all’opera è stata espressa dalla volontà unanime del Consiglio Regionale nelle precedenti cinque risoluzioni e nelle D.G.R. con le quali la Regione Abruzzo ha negato l’intesa con lo Stato.

I Comitati, soprattutto dopo il sisma del 2016/2017, hanno più volte sollecitato il Sindaco del Comune di Sulmona, l’Assessore alle Aree Interne Gerosolimo e il Presidente D’Alfonso del necessario coinvolgimento dei Presidenti delle Regioni interessate al passaggio dell’infrastruttura (Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria) di cui fanno parte i Comuni inseriti nei Crateri Sismici affinchè, con forza, chiedano al Presidente del Consiglio dei Ministri di abbandonare definitivamente l’idea di realizzare quest’opera.

Anche se parzialmente costruita e in esercizio (tratti Massafra-Biccari e Biccari-Campochiaro), deve essere ormai ragionevolmente pacifico per tutti , Governo e Snam, che tale progetto è concluso qui.

Sulmona, 22 settembre 2017

Comitati cittadini per l’ambiente

Il metanodotto e la centrale valgono più della vita umana?

Con una recente sentenza (n. 249 del 4.10.16, pubblicata nei giorni scorsi) la Corte Costituzionale ha bocciato la legge della Regione Abruzzo dell’8 giugno 2015 che, al fine di garantire l’incolumità pubblica, stabiliva maggiori distanze di sicurezza per la realizzazione di nuovi metanodotti. Secondo la Corte, la Regione non poteva approvare la legge in oggetto perché essa “si pone in con l’espressa riserva allo Stato” della determinazione dei criteri generali tecnico-costruttivi in materia di impianti energetici. A nostro avviso si tratta di una decisione discutibile. Con la stessa sentenza, infatti, la Corte riconosce il pieno diritto della Regione a legiferare poiché le materie dell’ energia e del governo del territorio rientrano nella competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni (diritto che verrà cancellato qualora, nel referendum del 4 dicembre prossimo, dovesse essere approvata la riforma costituzionale).

La Giunta D’Alfonso, anziché difendere la Legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, ha fatto marcia indietro approvando una delibera (DGR del 27/08/2015 n. 691), con la quale addirittura, condivide “la fondatezza delle motivazioni con cui il Governo Renzi aveva impugnato la Legge e, conseguentemente, ha disposto la non costituzione della Regione Abruzzo nel giudizio dinanzi la Corte Costituzionale”. Tale decisione adottata dalla Giunta D’Alfonso, è stato un atto gravissimo di arrendevole sudditanza di politici senza spina dorsale perché la Regione aveva pieno titolo e ottime ragioni nel difendere la Legge approvata in quanto essa andava oltre gli aspetti meramente “tecnico-costruttivi” e, nello stabilire maggiori distanze di sicurezza, tendeva a tutelare il territorio e la vita degli abitanti che lo vivono, in ottemperanza all’art. 32 della Costituzione che afferma: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La Regione, di fronte al ricorso del Governo avrebbe potuto così sostenere, davanti alla Corte Costituzionale, che la tutela della salute è prevalente sulle prerogative dello Stato in materia di energia e che è la Legge nazionale sulle distanze di sicurezza, “drammaticamente inadeguate”, ad essere incostituzionale!

Infatti la Legge regionale era stata approvata dopo l’esplosione del metanodotto Snam a Mutignano di Pineto il 6 marzo 2015. La bomba di fuoco scaturita dall’esplosione aveva prodotto i suoi effetti distruttivi fino ad un raggio di circa 150 metri, evidenziando l’assoluta inadeguatezza delle norme vigenti a livello nazionale, che consentono di collocare un metanodotto a 30 metri da singole abitazioni e a 100 metri da agglomerati con 300 abitanti o da luoghi di concentrazione di persone come ospedali, scuole, supermercati ecc. Le norme in vigore non solo espongono i cittadini a pericoli gravissimi, ma addirittura stabiliscono il valore della vita umana in base al numero delle persone: una singola famiglia può essere sacrificata; per avere invece qualche possibilità di salvarsi bisogna essere almeno in 300!

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A questo punto è inevitabile la domanda: cosa succederebbe se esplodesse il metanodotto che la Snam insiste nel voler installare nel nostro territorio e che ha una portata di gas che è quattro volte rispetto al gasdotto di Mutignano?

Dopo il clamoroso voltafaccia della Giunta Regionale, la sentenza negativa della Corte Costituzionale era pressochè scontata e il rischio, a nostro avviso elevatissimo, che il Governo Renzi autorizzi la costruzione della centrale di compressione non deriva da questa sentenza, ma dal comportamento irresponsabile della quasi totalità dei nostri rappresentanti politici ed istituzionali che, anziché chiamare il territorio alla mobilitazione ed assumere iniziative efficaci nei confronti del Governo, continuano a restare muti ed inerti.

Sulmona, 28 novembre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente


I Comitati cittadini e il collettivo AltreMenti indicono
per domani giovedì 1 dicembre ore 17.00 presso la Comunità Montana Peligna
una pubblica assemblea sulla questione Snam.

Nell’occasione verranno affrontate tutte le problematiche inerenti il gasdotto e la centrale di compressione con immagini, video, tracciato del gasdotto a Sulmona, registrazioni audio, commenti.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

ORA E SENZA NESSUN INDUGIO!

TERREMOTO: SNAM E GOVERNO METTANO LA PAROLA FINE AL MEGAGASDOTTO APPENNINICO

gasdotto-rete-adriaticaL’Appennino centrale continua a tremare con effetti devastanti su popolazioni ormai allo stremo. I sismologi sostengono che, quanto accaduto il 24 agosto, il 26 ottobre e dopo la scossa di ieri, faccia supporre che siamo di fronte a tre terremoti distinti, i quali hanno prodotto un susseguirsi di attivazione di faglie e sciame sismico con magnitudo elevata, apertura del terreno e dislocazione del piano di campagna: un “contagio sismico” con un effetto domino molto preoccupante secondo il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). I sismologi spiegano che è l’intero sistema di faglie dell’Appennino che si sta muovendo, vale a dire che Amatrice è “figlia” dell’Aquila e i due ultimi eventi sismici sono “figli” di Amatrice. Di fronte a quello che sta succedendo siamo costretti a gridare forte : la Snam e il Governo Renzi chiudano una volta per tutte la vicenda del supergasdotto lungo l’Appennino. Insistere con un’opera tanto  pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla  sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia. Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti…,sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice? Le faglie non hanno ancora smesso di muoversi, dicono i sismologi e, in questo contesto, Sulmona e la Valle Peligna, dove oltre al gasdotto la Snam vuole insediare anche la centrale di compressione, dovrebbero stare tranquille?  Gli esperti non si stancano di ricordarci che il nostro problema è la faglia del Morrone, “silente” da oltre 1900 anni, ma che potrebbe attivarsi in ogni momento con un terremoto che potrebbe raggiungere una magnitudo di 6.5. Le rassicurazioni che sistematicamente vengono date, non tranquillizzano affatto i cittadini: il rischio per l’incolumità delle persone esiste data l’elevata sismicità delle zone attraversate e lo ha esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nella risoluzione unanime del 26 ottobre 2011, con la quale impegnava il Governo alla modifica del tracciato. Non è ammissibile che gli interessi della multinazionale del gas possano prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza  e la propria salute. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che accelera i tempi per le grandi opere e che entrerà in vigore il prossimo 11 novembre. Nessuna opera cosiddetta “ strategica”, può essere anteposta alla incolumità delle persone!

I nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli, dietro la spinta del movimento dei cittadini, hanno espresso la loro contrarietà all’opera, ma si sono fermati all’approvazione di meri atti amministrativi, senza mettere in campo nessuna efficace iniziativa nei confronti del Governo. Considerata la forte preoccupazione esistente nella nostra popolazione per quello che potrebbe accadere se l’opera venisse a breve autorizzata, auspichiamo un immediato ed incisivo intervento da parte del Sindaco di Sulmona e degli altri Sindaci del territorio, del Presidente della Provincia, della Regione e dei Parlamentari. ORA E SENZA NESSUN INDUGIO! Il governatore Luciano D’Alfonso. insieme ai governatori dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, chiedano al Presidente del Consiglio Renzi di fermare ogni procedura autorizzativa  rispetto al gasdotto e alla centrale e di dare attuazione alla decisione, finora disattesa, del Parlamento italiano attraverso la risoluzione dell’ottobre 2011 e ribadita nel dicembre dello scorso anno : l’attivazione di un tavolo tecnico-istituzionale al fine di individuare una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica.

Sulmona, 31 ottobre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

Email: sulmonambiente@gmail.com
http://sulmonambientewordpress.com/
https://www.facebook.com/pages/Comitato-Ambiente-Sulmona/163437587047697

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“Stop al gasdotto nelle zone sismiche!”

Il devastante terremoto del 24 agosto scorso, con il suo pesantissimo carico di morti e distruzioni, ha riacceso tra i cittadini la preoccupazione per il mega gasdotto “Rete Adriatica” che la Snam insiste nel voler realizzare lungo i territori più altamente sismici dell’Appennino centrale. Al riguardo, la Parlamentare europea Laura Agea, del Movimento 5Stelle, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea con cui si chiede di bloccare la pericolosa opera della Snam.

Gas: interrogazione Agea (M5S) su gasdotto ‘Rete adriatica’ – Eurodeputato, tracciato è in zona sismica Appennino  (di Laura Agea, Movimento 5 Stelle).

AGEA, Laura (EFDD, IT)
Laura Agea

“Mettereste il dito nell’acqua bollente? Sì, se siete incoscienti o sottostimate la temperatura dell’acqua. Allo stesso modo, mettereste sopra una faglia un gasdotto lungo 687 km? La risposta è la stessa: sì, se ignorate del tutto la pericolosità di quella faglia. Il terremoto che ha colpito il Centro Italia lo scorso 24 agosto ci ha ricordato quanto è fragile il nostro Appennino. Ha provocato oltre 290 vittime e distrutto interi Paesi. Il gasdotto Snam Rete Adriatica deve essere bloccato. Tutte le località interessate dal tracciato sono in zona sismica di 1° e 2° grado. È la zona viola della cartina italiana, quella che mostra la fragilità del territorio: la Snam ha scelto un tracciato che si snoda lungo le depressioni tettoniche interne dell’Appennino centrale. Che cosa succederebbe se un terremoto provocasse una esplosione o danneggiasse il gasdotto? Chi tutelerebbe i cittadini che vivono in quelle zone?

Ai cittadini che vivono in quel territorio viene negato e sottratto l’applicazione del principio di precauzione, uno dei principi fondanti dell’Unione europea “Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Tuttavia, nella pratica, il campo di applicazione del principio è molto più vasto e si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale”, si legge nelle Comunicazione della Commissione europea. Il progetto del gasdotto Snam prevede l’interramento di un tubo dal diametro di 1,2 metri. Per farlo dovranno essere abbattuti gli alberi che attraversano tre parchi nazionali, un parco regionale e 21 siti di importanza comunitaria. Al rischio sismico, si aggiunge il rischio ambientale. È una follia! Il Movimento 5 Stelle è al fianco di tutti i Comitati di cittadini e di tutte le associazioni che dal 2005 – data in cui venne presentato il primo progetto – lottano contro la devastazione del loro territorio. Combattiamo la battaglia contro questo scempio con Stefania Troiani, Portavoce al Consiglio comunale di Gualdo Tadino, al Parlamento nazionale e al Parlamento europeo.

Nell’interrogazione che ho inviato alla Commissione europea chiedo di far rispettare le direttive europee, proteggere i cittadini e garantire la salvaguardia ambientale. Faremo pressione e pretenderemo il rispetto dei cittadini. Stop ai gasdotti nelle zone sismiche”.

Sulmona, 13/09/2016

Comitati cittadini per l’ambiente

«Quei maxi gasdotti in zone sismiche…»

Il monito di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera dopo il disastroso terremoto di Amatrice

“Quei maxi gasdotti in zone sismiche… il metanodotto Snam da Brindisi a Minerbio va avanti, nonostante i ricorsi che paventano i rischi legati ai terremoti sugli Appennini. Fidarsi è bene, ma…”. Inizia così l’articolo apparso sul magazine “Sette” del Corriere della Sera del 2 settembre scorso, a firma di Gian Antonio Stella, che induce il lettore a soffermarsi sul tema “grandi opere e grandi interrogativi”. Il giornalista esordisce invitando a rileggere un comunicato del Grig (Gruppo di Intervento Giuridico) e di altre associazioni ambientaliste, di oltre cinque anni fa, con cui si dava notizia che “il 7 marzo scorso i Ministri Prestigiacomo (Ambiente) e Bondi (Beni Culturali) hanno firmato il decreto che dà il via libera al metanodotto Sulmona-Foligno e alla centrale di compressione nella città di Sulmona (zona sismica A, massimo rischio)… Dei 30 Comuni attraversati nel tratto appenninico centrale, 15 sono in zona sismica A e 15 in zona sismica B, di meglio non si poteva fare per intercettare e sovrapporsi al sistema di faglie attive che anche recentemente hanno “dimostrato” catastroficamente quanto sono tali!… Sarà un disastro annunciato per territori rimasti ambientalmente e paesaggisticamente intatti, ma inserirà una infrastruttura per il trasporto del gas all’interno del corridoio italiano a maggior rischio sismico”.

“Cinque anni dopo, – commenta Stella – gli ambientalisti tornano alla carica e hanno gioco facile nel citare quanto è successo la settimana scorsa ad Amatrice, Pescara del Tronto, Accumoli… vale la pena di correre dei rischi solcando aree colpite più volte negli anni recenti da terremoti devastanti?”. “Scontate le reazioni – aggiunge Stella -: nessun rischio reale, massima sicurezza, la scienza al giorno d’oggi consente cose ieri inimmaginabili. Per carità, vogliamo crederci. Anche i giapponesi, però, prima del devastante terremoto seguito dal maremoto dell’11 marzo 2011 erano altrettanto sicuri delle garanzie fornite dalla centrale di Fukushima. Proprio la tragica smentita di quelle “assolute garanzie” dell’impianto atomico nipponico spinse l’Europa a ripensare il programma nucleare”. Gian Antonio Stella richiama la doverosa applicazione del principio di precauzione e così conclude: per carità, fidarsi è bene, ma…”.

In merito al principio di precauzione Il Consiglio di Stato, con sentenza del maggio 2015, ne chiarisce l’importanza sostenendone l’applicazione “ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa per la sanità pubblica, la sicurezza e l’ambiente, per cui l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata, rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche”.

Se due catastrofici terremoti non sono stati sufficienti per far cambiare idea alla Snam, cos’altro deve ancora accadere?

Auspichiamo che i Sindaci del territorio, giustamente preoccupati in questi giorni per garantire la sicurezza degli studenti, diano la massima priorità anche alla questione del gasdotto e della centrale Snam e mettano in atto ogni possibile iniziativa per impedire la realizzazione di un’opera che esporrebbe l’intera popolazione ad ulteriori gravissimi rischi.

Sulmona, 6 settembre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

Email: sulmonambiente@gmail.com – Sito: http://sulmonambientewordpress.com
Pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Comitato-Ambiente-Sulmona/163437587047697

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“Sulmona- Foligno, non solo tappa del Giro d’Italia”

12-05-2016 09-57-06

La 7^ tappa del 99° Giro D’Italia si snoderà, per un percorso di 211 Km., da Sulmona a Foligno, tra le bellezze paesaggistiche di Abruzzo, Marche ed Umbria.

Ma il Sulmona-Foligno è anche uno dei cinque segmenti del grande gasdotto “Rete Adriatica” di 687 Km. con la centrale di compressione a Sulmona, che la Snam vuole realizzare lungo tutta la dorsale appenninica, tra le località a più elevato rischio sismico e di maggior pregio ambientale, tra i centri più colpiti dai sisma del 1997 e del 2009. Il tracciato del gasdotto, inoltre, si sovrappone al progetto “A.P.E.” (Appennino Parco d’Europa), il più importante progetto di sistema avviato nel nostro Paese, finalizzato alla conservazione della natura e allo sviluppo eco-sostenibile.

I ciclisti e la carovana al seguito, potranno ammirare le montagne dell’Abruzzo, Regione verde d’Europa, i monti delle Marche, i boschi dell’Umbria, i sentieri francescani, i corsi d’acqua, le numerose aree protette, S.I.C. e zone di protezione speciale che il passaggio del mega tubo stravolgerebbe, provocando una alterazione dell’ecosistema difficilmente ripristinabile se non solo dopo molti decenni.

Cosa giustifica la volontà di realizzare tale opera con un prezzo così alto da pagare? Non la pubblica utilità, perché il gas importato e che transiterà lungo la mega condotta, sarà rivenduto ai Paesi del centro e nord Europa e la nostra Penisola dovrà sacrificare il proprio patrimonio naturalistico, mettere a rischio l’incolumità delle popolazioni, subire gravi danni alle economie locali (turismo e agricoltura di qualità con coltivazioni di eccellenza quali l’aglio rosso di Sulmona, lo zafferano dell’altopiano di Navelli, le tartufaie dell’Umbria e del pesarese), il tutto per i profitti della Snam e delle altre multinazionali del gas. Ma non è detta ancora l’ultima parola: la politica e le istituzioni, se vogliono, possono fermare la mano del Governo Renzi.

Difendiamo la grande qualità ambientale dell’Appennino e facciamo sì che le bellezze naturali, storiche e architettoniche, che la carovana del Giro D’Italia incontrerà lungo il percorso Sulmona-Foligno, vengano trasmesse, nella loro integrità, alle future generazioni!

Sulmona, 12 maggio 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

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#Metanodotto #Snam: i Comitati scrivono a Renzi

IL GOVERNO RISPETTI LA COSTITUZIONE E SI CONFRONTI DEMOCRATICAMENTE  CON I CITTADINI.

letteraSulla  “questione Snam” i comitati cittadini per l’ambiente hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. I comitati chiedono al Governo di rispettare la Costituzione e, quindi, di non adottare alcun atto che sia in contrasto con la volontà popolare ed istituzionale, attuando nel contempo quanto deciso, in merito, dal Parlamento.

I comitati, inoltre, chiedono al Governo di aprirsi al dialogo con i cittadini e di organizzare a Sulmona un confronto pubblico che veda la partecipazione di un autorevole rappresentante del Governo, come il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.

Di seguito la lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

“Sig. Presidente,

dalla corrispondenza intercorsa a fine dicembre con la Regione Abruzzo, si evince che il Governo è fermamente intenzionato ad autorizzare la costruzione della centrale Snam a Sulmona, funzionale al metanodotto “Rete Adriatica”.

Avvertiamo l’obbligo di farLe presente che tale decisione sarebbe lesiva dei principi costituzionali che sono alla base del nostro Stato democratico.

La Costituzione, infatti, attribuisce la sovranità al popolo, che la esercita attraverso i propri rappresentanti liberamente eletti; e i rappresentanti del popolo a tutti i livelli – dal Comune fino al Parlamento – hanno espresso la propria contrarietà all’opera progettata dalla Snam. In particolare la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con una risoluzione approvata alla unanimità il 26 ottobre 2011, ha impegnato il Governo a disporre la modifica del tracciato, escludendo la fascia appenninica, e ad istituire uno specifico tavolo tecnico istituzionale per la individuazione di soluzioni alternative.

Il 17 dicembre scorso, con una lettera a Lei consegnata, 14 Parlamentari sia di maggioranza che di opposizione hanno ribadito la contrarietà al progetto Snam sollecitandoLa a dare attuazione alla volontà del Parlamento, finora disattesa.

Il dissenso sull’opera, oltre che dalle Istituzioni, è stato ripetutamente espresso anche dalle varie componenti della società civile e dai rappresentanti più autorevoli della nostra comunità. Alcuni giorni fa, al riguardo, è tornato a levare la propria voce il Vescovo di Sulmona Valva, Monsignor Angelo Spina, il quale ha ribadito “il no chiaro e fermo al metanodotto Snam e alla centrale in località Case Pente a Sulmona”. Il Vescovo ha proseguito affermando : “I cittadini hanno fatto sentire la loro voce corale e decisa, gli enti preposti si sono pronunciati per il no, motivando punto per punto le ragioni del no. In un Paese democratico i cittadini vanno ascoltati, come pure vanno tenute presenti le delibere degli enti, nulla deve essere anteposto al bene comune dei cittadini”.

Ci aspettiamo, pertanto, che Lei, nel pieno rispetto della nostra Costituzione, non adotti alcun provvedimento che sia in contrasto con la volontà popolare ed istituzionale e dia, invece, attuazione a quanto deciso in merito dal massimo organo elettivo, il Parlamento.

Convinti, altresì, che solo attraverso il confronto democratico può essere perseguito il bene comune, siamo a chiederLe di voler programmare, per i prossimi giorni, un incontro pubblico tra tutti i soggetti interessati, da tenersi qui a Sulmona e che veda la partecipazione di un autorevole rappresentante del Governo, come il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.

Nell’attesa di una cortese risposta, inviamo i nostri migliori saluti”.

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No alla centrale e al #metanodotto #Snam

gasdottoNella fase ormai decisiva della lunga vicenda Snam, abbiamo ritenuto utile riassumere le motivazioni che, da ormai otto anni, contrappongono i cittadini e le Istituzioni democratiche al comportamento prevaricatore ed arrogante dei vari Governi che in questi anni si sono succeduti. Abbiamo perciò condensato tali motivazioni in 10 punti, ognuno dei quali costituisce una “buona ragione” per battersi contro l’inutile e dannosa opera della Snam.

10 BUONE RAGIONI PER DIRE NO ALLA CENTRALE E AL METANODOTTO SNAM

  1. La centrale e il metanodotto non servono né all’Abruzzo né all’Italia. Il nostro territorio verrebbe utilizzato come “servitù” per il passaggio del gas proveniente dall’Azerbaigian e che arriverebbe in Puglia tramite il “TAP” (Trans Adriatic Pipeline). Snam, Eni ed altre multinazionali farebbero affari rivendendo il gas ad altri Paesi europei (Hub del gas), mentre tutti i costi e i rischi verrebbero scaricati sui cittadini delle 10 Regioni attraversate dalla “Rete Adriatica” e dal “TAP”.

  2. Importando gas dall’Azerbaigian l’Italia favorisce il regime dispotico che governa quel Paese, un regime che si sostiene proprio attraverso il petrolio e il gas. In Azerbaigian vengono sistematicamente violati i diritti umani, arrestati gli oppositori e i giornalisti indipendenti, calpestate le libertà. Il Parlamento europeo ha condannato il governo azero per la “repressione senza precedenti” in atto nel Paese, ed ha invitato le autorità dell’Unione “a condurre un’indagine sulle accuse di corruzione contro il Presidente Ilham Aliyev e i membri della sua famiglia”.

  3. La Snam insiste nel voler realizzare il mega gasdotto “Rete Adriatica” (di circa 700 km) lungo la dorsale appenninica, cioè in territori che presentano elevatissime criticità sotto l’aspetto sismico, ambientale e idrogeologico. Il progetto della Snam devasterebbe aree che sono caratterizzate da grande qualità ambientale e biodiversità, attestate dalla diffusa presenza di Parchi naturali, oasi e siti di importanza comunitaria, foreste, fiumi e uso civico. Il tracciato del metanodotto si sovrappone a quello del progetto APE (Appennino Parco d’Europa) recentemente rilanciato dalla Regione Abruzzo.

  4. Le popolazioni dei territori attraversati dal metanodotto (un tubo di un metro e 20 cm di diametro) sono esposte al rischio di gravi incidenti, stante la elevata pericolosità del prodotto trasportato; come dimostra il ripetersi di esplosioni di gasdotti : vedi, ad es., Mutignano di Pineto (Te) il 6 marzo 2015. Realizzare impianti già di per sé pericolosi, in aree altamente sismiche quali quelle dell’Abruzzo aquilano, dell’Umbria e delle Marche, significa esporre i cittadini a rischi ancora più elevati, in aperta violazione del principio di precauzione sancito dalla legislazione nazionale ed europea.

  5. Per Sulmona e la Valle Peligna il pericolo è doppio, perché la Snam ha previsto di costruire proprio a Sulmona, in località Case Pente, la centrale di compressione che dovrebbe spingere il gas fino a Minerbio (425 km). L’impatto della centrale è notevole, sia per l’elevata sismicità del territorio (rischio sismico uno, vicinanza alla faglia attiva di Monte Morrone) che per il valore paesaggistico, ambientale e archeologico dell’area individuata per l’impianto. Il sito della centrale, infatti, è in un corridoio faunistico (che vede la presenza anche dell’orso e del lupo) , all’ingresso del Parco nazionale della Majella e nei pressi di Pacentro, uno dei borghi più belli d’Italia. Inoltre le emissioni nocive della centrale, all’interno di una valle chiusa da alte montagne qual’é la Valle Peligna, peggiorerebbero la qualità della vita mettendo a rischio la salute dei cittadini.

  6. La centrale e il metanodotto non solo non porteranno posti di lavoro ma danneggeranno sensibilmente la nostra economia. La posa in opera dell’infrastruttura e la conseguente servitù di passaggio (40 metri, 20 per lato) comporteranno l’abbattimento di un notevole numero di alberi e la sottrazione all’agricoltura di molte centinaia ettari, nei quali non saranno possibili coltivazioni di pregio quali uliveti, vite, alberi da frutta, tartufaie. Inoltre, le sostanze inquinanti emesse dalla centrale, finendo nella catena alimentare, metteranno a rischio produzioni tipiche come aglio rosso, caseifici e apicoltura. A tutto ciò va aggiunta la perdita di valore degli immobili situati vicino ai due impianti. Oltre a quello agricolo sarà fortemente colpito anche il settore del turismo.

  7. Anche se ritenuto meno inquinante, il gas, insieme al carbone e al petrolio, fa parte dei combustibili fossili, responsabili dei cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo il pianeta. Le fonti fossili rappresentano il passato, come dimostra il costante calo del consumo di gas in Italia e in Europa e come testimonia, all’opposto, la continua crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Un nuovo modello di economia, che si prenda cura della Terra, ha come indispensabile premessa una profonda modifica del modello energetico. Quello dell’energia è anche il settore in cui si registra il più elevato livello di corruzione rispetto alla vita politica. La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna, per reati di corruzione internazionale (appalti in Nigeria), della società Saipem (gruppo Eni) per l’attività dell’incorporata Snamprogetti. Saipem e Snamprogetti sono due società che hanno lavorato anche alla progettazione del metanodotto e della centrale Snam a Sulmona.

  8. La vicenda del metanodotto “Rete Adriatica” e della centrale Snam a Sulmona ha fatto emergere diversi vizi e forzature procedurali. Sorprende che un’opera che il Governo considera “strategica” non sia mai stata assoggettata a preventivo e vincolante procedimento di V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) richiesto sia dalla legislazione italiana che da quella europea. Inoltre, pur trattandosi di un’opera unitaria, su un unico tracciato dal sud al nord Italia, si è provveduto ad effettuare cinque valutazioni di impatto ambientale separate, essendo stato, il progetto, artatamente suddiviso in cinque segmenti. Per di più, dopo i decreti di pubblica utilità e di compatibilità ambientale, emessi su un’opera unica, comprendente metanodotto e centrale, l’iter autorizzativo è stato arbitrariamente separato in due differenti parti.

  9. In un Paese democratico, che applichi la Costituzione, la vicenda Snam si sarebbe chiusa da tempo in un solo modo possibile : respingendo al mittente il progetto. Questo doveva essere l‘esito inevitabile, a seguito dei pronunciamenti negativi espressi da tutti i livelli istituzionali attraverso decine di deliberazioni. Tra queste spicca la risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, del 26 ottobre 2011, che con voti unanimi ha impegnato il Governo a disporre la modifica del tracciato, attraverso un apposito tavolo tecnico istituzionale, per la individuazione di una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica. Ma le decisioni degli Enti Locali e del Parlamento sono state sistematicamente ignorate dai vari Governi che si sono succeduti e il Governo Renzi, accingendosi ad autorizzare l’opera, dimostra di rispondere non ai principi dello Stato democratico e costituzionale bensì alla volontà delle potentissime lobby economiche e finanziarie che sono dietro questa operazione.

  10. Questa battaglia civile e democratica, che i cittadini stanno combattendo da oltre otto anni, non è solo in difesa dell’ambiente e della qualità della vita. Essa è anche, e soprattutto, la rivendicazione di un diritto fondamentale : quello di decidere della gestione e del futuro del nostro territorio; un diritto che un potere miope ed arrogante, braccio operativo dei fortissimi interessi delle multinazionali, sta invece conculcando. La battaglia ha anche il valore emblematico di una comunità che non si piega ma difende la propria dignità di fronte ad uno Stato che, anziché favorire la vivibilità delle aree montane interne, ne accentua l’abbandono e lo spopolamento attraverso il taglio di servizi essenziali (nella sanità, nella giustizia e nel sociale) e l’imposizione dall’alto di opere inutili e devastanti.

Sulmona, 12 gennaio 2016

Comitati cittadini per l’ambiente No Snam No tubo

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#Metanodotto #Snam, i Comitati cittadini per l’ambiente: «Il regalo di Natale»

Comitati cittadini per l’ambiente Sulmona‹Puntuale arriva, per il nostro territorio, ilregalo di natale”. Non ci sono ripensamenti, come per Ombrina: per il Governo la centrale di compressione Snam a Sulmona (e quindi il metanodotto) si deve fare e basta.

Il provvedimento potrebbe essere adottato oggi stesso, nel Consiglio dei Ministri convocato per le ore 16. Infatti, il Presidente della Regione D’Alfonso, è stato convocato per oggi, 23 dicembre, a Palazzo Chigi.

E’ quello che prevede la procedura e cioè che il provvedimento autorizzativo finale, viene adottato con la “partecipazione” della Regione. Ma questa “partecipazione” è un fatto puramente formale in quanto si estrinseca nella semplice comunicazione che il Governo fa al rappresentante della Regione. Sembra che D’Alfonso, per precedenti impegni, non andrà all’incontro. Ma questo non cambia la sostanza delle cose.

Tutto inutile dunque? Inutile anche la lettera che 14 Parlamentari di 6 Regioni e di tutti gli schieramenti politici hanno recapitato nei giorni scorsi a Renzi? Ci sarà tempo per ricostruire tutte le responsabilità di questa vicenda e lo faremo nel momento appropriato.

Oggi ci preme mettere in evidenza un dato soprattutto: il fallimento della Politica, quella vera, con la P maiuscola. La Politica che avrebbe dovuto difendere, in nome della Costituzione, i sacrosanti diritti del territorio e che invece non si è vista (inadeguatezza, superficialità, dolo). O, se si è vista, ha fatto solo qualche timida e fugace apparizione, lasciando campo libero all’arroganza della Snam e al comportamento prevaricatore ed antidemocratico del Governo.

Eppure le premesse per vincere questa battaglia c’erano (e forse ci sono ancora) tutte. Caso forse unico in Italia, l’opera che il Governo in queste ore si appresta ad autorizzare, registra la contrarietà di tutte le Istituzioni democratiche: dal Comune fino al Parlamento. In un Paese normale, che applica la propria Costituzione (la quale, non dimentichiamolo, affida la sovranità al popolo) quest’opera sarebbe stata cancellata da tempo. Ma non viviamo in un Paese normale. Viviamo in un Paese governato da un gruppo di potere che considera la Costituzione un inutile e ingombrante pezzo di carta e che, in pratica, è il braccio operativo di fortissimi interessi economici e finanziari.

Ma, non possiamo sottacere un altro elemento: la grossa mano che il comportamento dei “nostri” rappresentanti ha dato affinché si giungesse a questo risultato. Consideriamo quanto accaduto solo gli ultimi 40 giorni. La risoluzione approvata alla unanimità dalla Commissione Territorio della Regione il 12 novembre scorso, impegnava il Presidente e la giunta regionale ad intervenire subito nei confronti del Governo. Invece abbiamo assistito ad un totale vuoto di iniziative. Sono scomparsi tutti: D’Alfonso, Lolli e Mazzocca. Scomparsi anche il Presidente della Provincia De Crescentiis e l’Assessore alle aree interne Gerosolimo. Si poteva e si può, vincere con una classe politica che, nel momento decisivo, se la squaglia di fronte al Governo? Quanto ai Parlamentari era evidente che non bastava scrivere una lettera a “babbo natale” Renzi. Occorreva affiancare all’iniziativa interventi diretti sul Governo, soprattutto da parte dei Parlamentari del PD.

Esiste ancora uno spazio, sia pure ridottissimo, per impedire una decisione nefasta per il nostro territorio? Noi pensiamo di sì e – in queste ore – esso deve essere riempito da chi è stato eletto per questo scopo. Tocca ad essi agire: immediatamente

Sulmona, 23 dicembre 2015

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L’appello dei parlamentari abruzzesi a Renzi

_20151216_191227Scrivono in una nota i “Comitati cittadini per l’ambiente” di Sulmona: «Lo hanno deciso, impegnandosi, i Parlamentari della maggioranza e dell’opposizione che ieri hanno partecipato a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato, alla conferenza stampa indetta dai comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona e dal comitato interregionale No tubo di Abruzzo, Umbria e Marche. Oggi stesso sarà consegnata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la richiesta di fermare l’iter autorizzativo della centrale di compressione Snam di Sulmona e di istituire immediamente il tavolo tecnico istituzionale previsto dalla risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, del 26 ottobre 2011, per la individuazione di alternative al progetto della Snam, al di fuori della dorsale appenninica.

La richiesta porterà le firme dei rappresentanti di tutte le componenti politiche, gli stessi che ieri hanno preso parte all’iniziativa dei comitati ambientalisti: i Parlamentari di quattro Regioni – Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio, – rispettivamente del PD, Walter Verini (promotore della risoluzione del 2011) e Stefania Pezzopane; di Forza Italia, Paola Pelino e Fabrizio Di Stefano; del Movimento 5 Stelle, Enza Blundo, Gianluca Vacca e Patrizia Terzoni; di Sinistra Italiana, Gianni Melilla e Loredana De Petris. Ad essi potrebbero aggiungersi anche le firme di altri Parlamentari.

“La questione è ormai nelle mani del Presidente del Consiglio ed è una decisione eminentemente politica, come quella che ha riguardato Ombrina – ha affermato Mario Pizzola, portavoce dei comitati – non è ammissibile che a dettare legge siano gli interessi delle multinazionali del petrolio e del gas, non siamo in uno Stato militare ma in un Paese democratico la cui Costituzione sancisce che la sovranità appartiene al popolo. E le Istituzioni elette dai cittadini sono unanimi nel dire “no” al progetto della Snam ( che insiste in aree ad altissimo rischio sismico e di grande qualità ambientale quali sono quelle dell’Appennino) e nel chiedere il pieno rispetto della decisione del Parlamento”.

Il Sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli, intervenuto nella conferenza stampa, ha evidenziato che ormai è una corsa contro il tempo perché c’è il rischio che la decisione di dare il via libera alla centrale potrebbe essere presa già nel Consiglio dei Ministri del 21 dicembre prossimo. “La politica deve svolgere fino in fondo il suo ruolo – ha sottolineato Ranalli – scelte come questa non possono essere imposte dall’alto, ma devono passare attraverso la partecipazione e la condivisione dei territori coinvolti. L’unità della politica e la determinazione nei confronti del Governo possono ancora impedire una decisione che avrebbe conseguenze nefaste per Sulmona, per il comprensorio peligno e per l’intera area appenninica”.

I comitati cittadini auspicano che in queste ore decisive di una vicenda che va avanti da ben 11 anni facciano sentire la loro voce anche i massimi esponenti della Regione Abruzzo (che ieri, benché invitati, non hanno partecipato) i quali, dopo aver promesso di voler dare battaglia, sono invece completamente scomparsi dalla scena!»

Sulmona, 17/12/2015

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Altra esplosione

“ANCORA UN METANDOTTO ESPLOSO: E’ IL TERZO DALL’INIZIO DELL’ANNO. E’ QUESTA LA SICUREZZA CHE LA SNAM GARANTISCE?”

E’ stato decisamente un risveglio di paura in alta Val Marecchia a seguito dell’esplosione, intorno alle 5 di ieri, del metanodotto della Snam nei pressi di Ponte Presale di Sestino (Arezzo). Dopo un forte boato, che è stato udito anche a Sestino, a 15 Km. di distanza, si è alzata una colonna di fuoco con fiamme che hanno superato i 30 mt. di altezza. Impressionante anche la voragine creata dall’esplosione che è stata provocata da un cedimento strutturale della condotta della linea Rimini – San Sepolcro, di 26 pollici di diametro, (650 mm) e con pressione di 70 bar: poco più grande di quello esploso a Mutignano di Pineto, il 6 marzo scorso (600 mm. di diametro). Non ci sono stati, a differenza di Mutignano, feriti in quanto il metanodotto esploso ieri in provincia di Arezzo, attraversa un tratto di campagna, ma sia i Vigili del Fuoco che i tecnici, hanno comunque adottato misure precauzionali del caso, evacuando le abitazioni sparse circostanti.

Sono ormai frequenti questi episodi (dall’inizio dell’anno è il terzo dopo Mutignano e Roncade) per i quali si ripresenta in maniera preponderante il problema della sicurezza: non possiamo che biasimare il comportamento della Giunta regionale dell’Abruzzo che ha rinunciato a costituirsi in giudizio contro il Governo che ha impugnato la L.R. 8/06/2015 n. 13. Tale Legge, ricordiamo, disciplina le distanze di sicurezza nella posa delle condotte, per garantire l’incolumità pubblica. E’ pacifico che il D.M. 17 aprile 2008 (regola tecnica per gli impianti di trasporto gas naturale) vada modificato perché il caso di Mutignano, ad esempio, dimostra che gli effetti dell’esplosione si sono estesi per un raggio molto superiore alle distanze previste nella tabella del D.M. citato. La Regione Abruzzo, dopo la tragedia sfiorata a Mutignano e dopo l’approvazione della L.R. 8/06/15 n.13, aveva tutti i requisiti per farsi promotrice di una proposta legislativa in Parlamento affinchè si rivedesse la normativa nazionale.

Dopo quest’altra esplosione come non riflettere sul fatto che, con il metanodotto (1 mt. e 20 DN) e la centrale di compressione con le quattro linee di collegamento, (4 tubi da 1 metro e 20 di diametro e 75 bar di pressione) il governo ci sta imponendo, insieme all’opera, anche l’accettazione implicita del rischio? Proprio a Sestino dovrebbe partire l’ultimo tronco del mega gasdotto “Rete Adriatica” che la Snam si ostina a voler realizzare lungo la dorsale appenninica e cioè nei territori che sono più altamente sismici del nostro Paese. Ma se i gasdotti – come ormai è dimostrato dall’inquietante ripetersi di tali eventi – possono esplodere anche  a causa di modesti smottamenti di terreno, come si può parlare di “sicurezza” quando queste gigantesche infrastrutture vengono interrate in luoghi ad elevatissima probabilità di terremoti? Ed è proprio questo rischio, molto concreto, che ha indotto la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ad impegnare il Governo nazionale alla modifica del tracciato al fine di tutelare l’incolumità pubblica. Ma la volontà del Parlamento resta a tutt’oggi disattesa, nonostante gli incontri che, per quanto concerne la centrale,  si sono tenuti e conclusi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.  Non è ammissibile che la ricerca del profitto (è bene tener presente che il “nostro” gasdotto serve per rivendere il gas nei Paesi del Centro Europa) venga anteposta al bene primario, costituzionalmente garantito, della salute e della sicurezza dei cittadini.

Per questo è ineludibile che da parte di tutti i nostri rappresentanti istituzionali –  Parlamentari, Governo regionale, Sindaci – si pretenda un incontro urgente con il Ministro dello Sviluppo Economico, Guidi, affinchè venga data piena attuazione alla risoluzione parlamentare e si istituisca il tavolo tecnico nazionale per individuare, al di fuori della dorsale appenninica, le alternative al progetto presentato dalla Snam.

Sulmona, 20 novembre 2015

Comitati cittadini per l’ambiente

 

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#Metanodotto #Snam, la procedura autorizzativa è chiusa

Comitati cittadini per l’ambiente SulmonaIL COMUNICATO STAMPA DEI COMITATI CITTADINI PER L’AMBIENTE DI SULMONA

LA DECISIONE E’ ORA NELLE MANI DI RENZI. D’ALFONSO ALZI LA VOCE E BATTA I PUGNI SUL TAVOLO DEL GOVERNO PRETENDENDO LA ISTITUZIONE DEL TAVOLO PER LE ALTERNATIVE COSI’ COME DECISO DAL PARLAMENTO. IL SINDACO DI SULMONA MOBILITI I CITTADINI E I SINDACI DEL CENTRO ABRUZZO IN DIFESA DEI SACROCASANTI DIRITTI  E DELLA DIGNITA’ DEL NOSTRO TERRITORIO.

La terza e ultima riunione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è chiusa con la remissione della decisione nelle mani di Renzi. Conoscendo la posizione del Premier Renzi e del suo governo, apertamente sbilanciata in favore della Snam, l’esito è scontato: si va verso l’autorizzazione dell’opera così come progettata dalla Snam, ovverossia centrale di compressione alimentata a gas, in località Case Pente di Sulmona e metanodotto da Sulmona fino a Minerbio.

Ma la “questione Snam” non può chiudersi con un atto d’imperio di Renzi. Il Presidente D’Alfonso non dia prova d’ignavia e di arrendevolezza, non condanni un territorio che va tutelato nella sua integrità, non tradisca i cittadini di Sulmona e dell’intero comprensorio dai quali ha avuto il consenso per rappresentarli secondo il dettame della Costituzione; mostri la schiena dritta e batta i pugni sul tavolo del governo pretendendo ciò che il governo non ha mai attuato, cioè l’istituzione del tavolo tecnico per le alternative, così come deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.

La risoluzione approvata ieri alla unanimità dalla Commissione Territorio della Regione affida a D’Alfonso un compito preciso: incontrare immediatamente il Ministro dello Sviluppo Economico, Guidi per l’attivazione del tavolo.

Ora la questione è tutta politica e D’Alfonso faccia il suo dovere, secondo il mandato che gli è stato affidato dagli elettori.

Non  è ammissibile che in democrazia l’arroganza di una multinazionale possa dettare legge e prevalere sulle decisioni assunte da tutti i livelli istituzionali che, dai Comuni fino al Parlamento,in modo unanime hanno detto no ad un’opera devastante e dannosa.

Il territorio dell’Abruzzo è degli abruzzesi non è terra di conquista per gli interessi della Snam e delle multinazionali del petrolio.

Sulmona, 13 Novembre 2015

#Metanodotto #Snam, i Comitati cittadini per l’ambiente: «Il Presidente Pinocchio»

La Giunta regionale dell’Abruzzo ha adottato ben 5 delibere per negare l’intesa con il Governo nazionale sul grande metanodotto Snam “Rete Adriatica” e sulla centrale di compressione prevista a Sulmona.

Il Presidente Luciano D’Alfonso, nell’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24 settembre scorso chiede “se si possa passare ad un’alimentazione elettrica della centrale in sostituzione dell’alimentazione a gas”. La Snam risponde: “la soluzione ad alimentazione elettrica è tecnicamente possibile e si rende disponibile a presentare modifiche progettuali in tal senso, a condizione che la Regione Abruzzo superi l’intesa negativa assunta relativamente al progetto e alle modifiche che comporteranno l’inserimento in progetto delle opere elettriche di connessione” (leggi: elettrodotti);

Il presidente D’Alfonso a questo punto afferma: “la nuova soluzione tecnologica comporterebbe il venir meno delle motivazioni alla base del diniego espresso”. Davvero? E l’incompatibilità urbanistica dell’opera? E l’impatto ambientale e paesaggistico, all’ingresso del Parco nazionale della Majella? E il rischio sismico? E i rischi per la salute (tutti ancora da valutare) derivanti dagli elettrodotti? E i danni all’economia locale? Ha considerato D’Alfonso che dicendo sì alla centrale dice automaticamente sì anche al metanodotto?

Magia! Per D’Alfonso basta la sola idea (in Italia non esiste nessuna centrale di questo tipo) di “centrale di compressione a propulsione elettrica” per azzerare d’incanto tutte le criticità dell’opera e cancellare 8 anni di lotte contro l’ecomostro della Snam.

Nella successiva riunione del 5 ottobre, sempre presso la PCM, la Snam ribadisce le sue condizioni e “precisa che, qualora la soluzione con alimentazione elettrica non superi il dissenso della Regione, la PCM dovrà esprimersi sul progetto attuale che prevede l’alimentazione a gas”.

Si stabilisce anche che nella seduta del 13 ottobre la Giunta regionale avrebbe adottato “l’atto tipico che esprime la posizione procedimentale della Regione”. Ma il 12 ottobre i capigruppo consiliari del Comune di Sulmona scrivono a D’Alfonso chiedendogli di fermarsi e di non revocare il no all’intesa; e il 30 ottobre il Consiglio comunale di Sulmona approva alla unanimità una delibera con la quale conferma il no a qualsiasi tipo di centrale, a gas o elettrica, e chiede alla Regione di non rimettere in discussione la negazione dell’intesa, sia per la centrale che per il metanodotto.

Al momento sembra che la Giunta regionale non abbia ancora adottato nessuna delibera di revoca del no all’’intesa. In precedenza, lo scorso mese di agosto, la Giunta regionale aveva votato una delibera con cui aveva deciso di non costituirsi in difesa della recente legge regionale con cui si precisava l’ubicazione delle centrali di compressione e si stabilivano distanze di sicurezza dalle infrastrutture energetiche più idonee a garantire l’incolumità e la salute dei cittadini.

La norma è stata impugnata dal Governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale e la Giunta D’Alfonso, anziché difenderla, smentisce ed umilia clamorosamente l’intero Consiglio regionale!

C’è ancora qualcuno che possa fidarsi di quest’uomo?

Sulmona, 6 novembre 2015

Comitati cittadini per l’ambiente

presidente pinocchio

“Si allega il volantino dei Comitati cittadini per l’ambiente, sulla questione Snam, distribuito in occasione del Consiglio regionale di  giovedì 5 novembre. La situazione descritta nel volantino non cambia dopo l’approvazione dell’ultima delibera  della Giunta regionale; anzi è peggiorata perchè sta scivolando sempre di più verso le posizioni della multinazionale del gas e del Governo nazionale.

Quest’ultima delibera, votata il 3 novembre, è infatti una ulteriore presa in giro per il nostro territorio perché con essa si dice no alla sola centrale a gas. Nella scaletta della Giunta regionale del 3 novembre era pronta l’adozione di una seconda delibera per dire sì alla centrale di compressione ad alimentazione elettrica, e ciò in aperto contrasto con quanto deliberato alla unanimità dal Consiglio comunale di Sulmona il 30 ottobre scorso, che ha ribadito il no a qualsiasi tipo di centrale, a gas o elettrica. L’approvazione di questa delibera da parte della Giunta regionale comporterebbe l’azzeramento delle 6 delibere con cui il Governo regionale ha finora negato l’intesa sull’opera progettata dalla Snam.

All’ultimo momento, però, c’è stato un ripensamento e la delibera non è stata adottata.Ma permane il rischio molto elevato che  essa possa essere votata nei prossimi giorni, se non addirittura nelle prossime ore.

Pertanto è più che mai necessaria, in questo momento, la mobilitazione della politica, delle istituzioni locali e dei cittadioni per impedire che il Governo regionale, con il suo voltafaccia, porti a compimento un vero e proprio sopruso e con esso l’ennesimo tradimento dei legiottimi diritti del Centro Abruzzo”.

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