“Il Ministro Costa fissi subito l’incontro sulla questione #Snam” #gasdotto

I Comitati, che da molti anni si oppongono al metanodotto “Rete Adriatica” e alla centrale Snam di Sulmona, hanno inviato al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa un memorandum con cui sollecitano la urgente convocazione di un incontro per affrontare le tante questioni aperte del problema.

Una rappresentanza dei Comitati aveva avuto modo di parlare con il Ministro in occasione della sua visita alla mega discarica di Bussi prima delle elezioni regionali e, in quella circostanza, il Ministro aveva assicurato che presto ci sarebbe stato un incontro ma, a tutt’oggi, nonostante i ripetuti tentativi di concretizzare quanto richiesto, nulla è avvenuto.

La lettera inviata al Ministro è firmata dal Coordinamento No Hub del Gas, Comitato No Tubo (Abruzzo, Marche e Umbria), G.R.I.G. – Gruppo d’Intervento Giuridico -, Comitati Cittadini per l’ambiente, Orsa Pro Natura Peligna, Medici per l’Ambiente Valle Peligna, Collettivo AltreMenti Valle Peligna e Collettivo Studentesco Sulmona.

Dopo aver messo in rilievo che l’Italia non ha bisogno di nuovi gasdotti e di nuovi stoccaggi in quanto gli attuali metanodotti di importazione sono già sovrabbondanti rispetto ai consumi interni, i Comitati ripercorrono il lungo iter autorizzativo dell’opera evidenziandone le diverse e gravi anomalie, tra cui: la palese inadeguatezza degli studi alla base del progetto, in particolare per quanto attiene agli aspetti sismici; la mancata Valutazione Ambientale Strategica; l’illimitata validità della Valutazione d’Impatto Ambientale in contrasto con le Direttive comunitarie; l’arbitrario sdoppiamento delle procedure, una per la centrale e l’altra per il metanodotto.

Le richieste dei Comitati al Ministro Costa sono cinque e precisamente:

  • che le scelte dell’Italia vengano uniformate ad una politica energetica basata prioritariamente sull’incremento delle fonti energetiche rinnovabili e sull’abbandono delle fonti fossili, tenendo anche conto che l’obiettivo di trasformare il nostro Paese in un hub europeo del gas appare sempre più insostenibile sul piano economico, ambientale e sociale;
  • che venga effettuata una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale: quella in vigore, che risale a ben otto anni fa e non tiene conto dell’evoluzione dell’ambiente e delle conoscenze scientifiche, come prescrivono le norme europee;
  • che venga effettuata, sulla Rete Nazionale gasdotti (della quale fa parte il metanodotto “Rete Adriatica”), la necessaria Valutazione Ambientale Strategica;
  • che venga dichiarata la improcedibilità delle decisioni prese in sede di Conferenza di Servizi per le misurazioni della qualità dell’aria in relazione alla centrale di compressione in quanto esse non sono basate su criteri rigorosamente scientifici;.
  • che non venga concessa l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della centrale di compressione richiesta dalla Snam nei giorni scorsi.

I Comitati restano in attesa della convocazione dell’incontro ed auspicano che anche i rappresentanti istituzionali del territorio assumano specifiche iniziative affinché quanto richiesto trovi concretizzazione senza ulteriori indugi.

Sulmona, 3 aprile 2019

Comitati Cittadini per l’ambiente

Domani tappa a #Navelli della Carovana No Hub del Gas #NoSnam

Verso #Sulmona21Aprile

La Carovana aquilana No Hub del Gas: da Montereale a Navelli per dire no alla Snam

C’è anche il comprensorio aquilano e la città capoluogo nei percorsi della Carovana No Hub del Gas, iniziativa itinerante in vista della manifestazione del 21 aprile a Sulmona (L’Aquila).

Lo scopo è contrastare il tentativo di fare dell’Abruzzo e dell’Adriatico un distretto minerario nell’ambito dell’assurdo progetto di trasformare l’Italia in un “Hub del Gas” europeo. All’interno di questo folle progetto si inserisce anche l’attraversamento sull’Appennino del gasdotto della Snam, al quale da tempo si oppongono tante comunità dell’Abruzzo interno. Per questo è stata indetta per il prossimo 21 aprile una manifestazione a Sulmona, nella città dove la Snam ha ricevuto l’autorizzazione a costruire una centrale a compressione che fungerebbe da “spinta” del gas verso il Centro e il Nord Italia.

Il gasdotto, come è noto, attraversa tutti gli epicentri dei devastanti terremoti degli ultimi anni in Italia: da L’Aquila a Amatrice, passando per Colfiorito e Norcia. Nel comprensorio aquilano gli attivisti e le attiviste di Hub del Gas hanno previsto l’attraversamento di una carovana che, a piedi e in bicicletta, organizza incontri informativi sull’inutile, dannosa e pericolosa infrastruttura progettata da Snam, con lo scopo di informare la popolazione e far crescere la mobilitazione.

La carovana aquilana No Snam ha avuto la sua anteprima sabato 7 aprile a Montereale, dove è stato organizzato un incontro pubblico alla presenza del sindaco. Lo scorso 10 aprile è partita la vera e propria carovana da Pizzoli per poi proseguire l’11 aprile per L’Aquila, dove c’è stata un’assemblea pubblica a Palazzo Fibbioni. Oggi 12 aprile è stata la volta di San Demetrio ne’ Vestini mentre domani 13 aprile ore 17:30 la carovana arriverà nell’aula consiliare di Navelli. In ogni tappa si tengono assemblee popolari con le comunità coinvolte, con lo scopo di informare le popolazioni sulla follia di Snam e dell’Abruzzo come regione hub del gas. Da Navelli la carovana proseguirà fino a Popoli e poi a Sulmona, dove tutti i percorsi – che vedranno coinvolte ben quattro regioni – confluiranno in vista della manifestazione del 21 aprile.

Per informazioni, per partecipare attivamente al percorso di mobilitazione e per informarsi sull’inutilità, la dannosità e la pericolosità del gasdotto Snam è possibile contattare il coordinamento No Hub del Gas dell’Aquila attraverso le pagine facebook No Hub del Gas Abruzzo e No Snam L’Aquila, e al numero 320.2827556.

 

Assemblea regionale sulla vertenza #Snam/#Abruzzo hub del gas #gasdotto

Lo scorso 22 dicembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’autorizzazione alla costruzione di una centrale di compressione e spinta a Sulmona, opera compresa nel progetto del megagasdotto Snam “Rete Adriatica”.

È solo l’ultima di diverse decisioni governative che riguardano infrastrutture del gas in Abruzzo e nelle regioni limitrofe sotto costante attacco con proposte di ampliamento di infrastrutture esistenti, come lo stoccaggio di “Fiume Treste” a Cupello e del relativo gasdotto San Salvo – Biccari, oppure di nuovi progetti come lo stoccaggio di San Martino sulla Marrucina in provincia di Chieti e quello al confine con le Marche a San Benedetto del Tronto, ai due nuovi gasdotti Larino-Chieti e Teramo – San Marco fino ad arrivare al progetto di estrazione del gas a Bomba proprio a ridosso dell’omonima diga.

Tutti questi progetti insieme alla “Rete Adriatica” e alla centrale di compressione a Sulmona, fanno parte di un’unica grande opera: la trasformazione dell’Abruzzo in un tassello dell’hub italiano del gas. La “Rete Adriatica” attraversa l’Appennino centrale, l’area più altamente sismica dell’Italia, interessando anche diversi Comuni colpiti dagli ultimi terremoti dell’Abruzzo, delle Marche e dell’Umbria, tra i quali l’Aquila e la sua provincia che ne sono coinvolti per circa 103 km.

In questi anni attorno a questi progetti si sono sviluppate tante lotte e mobilitazioni, che spesso hanno portato gli Enti Istituzionali, quali rappresentanti dei cittadini, ad esprimere la propria contrarietà all’opera.

Nonostante i rischi legati alla sismicità, alla possibilità di incidenti e alle gravi conseguenze sulla salute dei cittadini, sull’ambiente e sull’economia derivanti dalla costruzione di queste opere, il Governo ha voltato le spalle ai territori schierandosi dalla parte delle grandi aziende energetiche e calpestando la volontà democratica delle istituzioni locali, dei cittadini abruzzesi e delle regioni limitrofe.

L’Hub del gas è una grande opera inutile e imposta: auspichiamo che le singole vertenze formino un fronte unitario di lotta con una mobilitazione più ampia: serve la costruzione di una rete tra le tante realtà abruzzesi e delle regioni limitrofe impegnate nella difesa dei territori.

L’Abruzzo rischia di diventare servitù di passaggio del metano verso i paesi del Nord Europa e la sua storica vocazione di Regione verde d’Europa, turistica, agricola, dallo straordinario patrimonio ambientale, essere compromesso in maniera irreversibile. Per le lobby economiche l’hub sarà fonte di profitti, mentre i rischi, i danni ed i costi saranno riversati sulle popolazioni.

Vogliamo salvaguardare il nostro territorio, valorizzandone le potenzialità e promuovendo una nuova visione di economia e società, sostenibile ecologicamente e inclusiva socialmente. Il tempo delle energie fossili è finito e, mentre il cambiamento climatico e la crisi ecologica minacciano la vita umana sul pianeta, la nostra mobilitazione reca in grembo il futuro di tutti.

Per questi motivi chiamiamo a raccolta cittadini, istituzioni, movimenti, reti e spazi sociali, associazioni, organizzazioni sindacali, realtà politiche della Regione Abruzzo e delle regioni limitrofe ad intervenire all’assemblea pubblica che abbiamo convocato per sabato 3 febbraio alle ore 17:00 presso il salone S.Pietro Celestino V della Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice.

Partecipiamo e coinvolgiamo, per la difesa dei nostri territori e del nostro diritto ad abitarli!

Sulmona, 1 febbraio 2018

Comitati cittadini per l’ambiente

Collettivo AltreMenti Valle Peligna

Collettivo Studentesco Sulmona

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Contro progetto #metanodotto #Snam

Proposta di sostegno formale al ricorso del Comune di Sulmona al tribunale amministrativo regionale del Lazio avverso la deliberazione del Consiglio dei Ministri favorevole alla realizzazione della centrale di compressione gas Snam in località “Case Pente”, sia che esso prenda la forma di un ricorso unitario che di un ricorso cosiddetto “ad adiuvandum”, al fine di impedire l’attuazione di un progetto dalle conseguenze negative sull’ambiente, lo sviluppo, la salute e l’incolumità dei nostri concittadini, dimostrando in tal modo l’unitarietà di un intero territorio in questa battaglia di certo non facile nonché la propria contrarietà nei fatti.

Leggi le altre proposte qui


 

 

“Tradimento!!!”

A pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, il Governo Gentiloni sferra un colpo micidiale al nostro territorio e ai suoi abitanti: l’autorizzazione alla costruzione della centrale di compressione e spinta, parte del progetto “Rete Adriatica”, un mega tubo di 687 Km. Il provvedimento autorizzativo arriva dopo dieci gg. dall’assemblea pubblica all’aula consiliare con il geologo Francesco Aucone che aveva evidenziato i dati sottostimati da parte della Snam per quanto attiene il rischio sismico e in coincidenza della tappa in città della carovana nazionale No Tap. (T.A.P. è l’opera infrastrutturale collegata alla “Rete Adriatica”). Tale scellerata decisione, come tutto il progetto della Snam che attraversa le aree più altamente sismiche dell’Appennino Centrale, ci lascia sconcertati e ci chiediamo cosa sia realmente accaduto che ha portato il Governo Gentiloni, a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, a colpire alle spalle un territorio che i “Piani alti” della politica da tempo hanno deciso di isolare con spoliazioni di servizi primari come l’Ospedale, il Tribunale, la Polfer…Ricordate la definizione di Sulmona della Snam nell’incontro con il Presidente della Regione Abruzzo? “Area marginale circondata da anonime montagne” La considerammo un affronto come oggi, alla stessa stregua, consideriamo “il regalo di Natale” che il Governo Gentiloni ha fatto a questa città e alla Valle Peligna tutta.

Questo impianto, insieme al metanodotto, ci impone una pesante servitù senza nessun vantaggio, ma solo costi in termini di impoverimento, vanificando gli sforzi di coloro che, attraverso lo sviluppo di una agricoltura tipica, la valorizzazione dell’artigianato, la micro ricettività diffusa, il commercio, stanno cercando di far fronte ad una crisi economica che ci attanaglia da tempo. Un’opera che abbiamo sempre definito inutile sia sotto il profilo sociale che economico: avrà come conseguenza la devastazione ambientale e l’infrastruttura sarà pagata in bolletta da tutti i cittadini che dovranno farsene carico per consentire alla Snam di fare profitti sulla nostra pelle.

Oltre al danno ambientale ed economico, c’è il rischio per la nostra incolumità (siamo in zona sismica 1), in caso di sisma o di incidente come già è accaduto (esplosioni di metanodotti e centrali di compressione).

Una “strenna” , la centrale di compressione, che si insedierà con tutto il suo carico di 162 tonnellate annue di monossido di carbonio e ossidi di azoto con danni per la nostra salute.

Ai nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli (Sindaci, Presidente della Provincia, Assessore alle Aree Interne, Presidente della Regione, Parlamentari) chiediamo di mettere in campo una azione forte nei confronti di questo Governo: ora è il momento di dimostrare di essere dalla parte dei cittadini, senza titubanze e con la schiena dritta, così come chiediamo e chiederemo ai candidati alle prossime elezioni politiche, una presa di posizione netta ed inequivocabile di contrarietà al progetto e all’autorizzazione alla centrale da parte del Governo, che deve coinvolgere anche i loro partiti e i loro candidati premier. Basta con posizioni personali di vicinanza a questo territorio, ma che in realtà sostengono le maggioranze che vogliono realizzare l’opera contro la volontà dei cittadini.

Al Governo Gentiloni e al suo partito che ringraziamo sentitamente per essersi ricordato di questo territorio prima di andare via e chiudere la porta, diciamo che la democrazia è stata calpestata, la volontà popolare schiacciata e le deliberazioni unanimi approvate dai vari Enti Istituzionali considerate come carta straccia.

Ai cittadini, invece, rammentiamo che hanno sempre due strumenti formidabili: la partecipazione popolare e il voto. Dentro la cabina elettorale ricordatevi di chi decide per il vostro futuro e quello dei vostri figli in maniera arrogante e antidemocratica!

Sulmona, 23/12/2017

Comitati cittadini per l’ambiente

AltreMenti Valle Peligna

#Gasdotto #Snam, assemblea pubblica dei Comitati e AltreMenti a #Sulmona #Laquila

I Comitati Cittadini per l’ambiente ed il Collettivo AltreMenti Valle Peligna, comunicano che il Gruppo d’Intervento Giuridico Grig Sardegna, in rappresentanza delle associazioni ecologiste elencate in calce, ha inoltrato in data odierna, (come si evince nel comunicato stampa allegato), una perizia tecnica redatta dal geologo dott. Francesco Aucone relativa al gasdotto Sulmona-Foligno e centrale di compressione.

Comunicano, altresì, che il dott. Aucone interverrà nella pubblica assemblea indetta dai Comitati Cittadini e da AltreMenti.

Giovedi 14 dicembre alle ore 17,00 presso la sala della Comunità Montana Peligna.

In quella occasione il geologo esporrà le sue note critiche alla valutazione del rischio sismico contenute nello Studio d’Impatto Ambientale – S.I.A. – presentato dalla Snam.

Data l’importanza del tema trattato e concernente una battaglia civile e democratica che si sta conducendo da dieci anni, l’invito a partecipare è rivolto non solo ai cittadini, ma a tutti i rappresentanti istituzionali ai vari livelli che hanno il dovere di tutelare e difendere territori e popolazioni.

Di seguito il comunicato stampa del Gruppo d’Intervento Giuridico Grig Sardegna

Sulmona, 7 dicembre 2017

Comitati Cittadini per l’ambiente

Collettivo AltreMenti Valle Peligna

Basta con il gasdotto dei terremoti!

Le associazioni e comitati ecologisti Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria, Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria hanno inoltrato (7 dicembre 2017) una specifica istanza accompagnata da perizia tecnica redatta dal dott. geol. Francesco Aucone “Note critiche alla valutazione del rischio sismico stimato da SNAM PROGETTI e inerente al ‘Metanodotto Sulmona -Foligno DN 1200 mm (48″) P=75 bar e Centrale di compressione di Sulmona’” relativa all’omonimo tronco del progetto di gasdotto “Rete Adriatica”.

In precedenza era stata inviata (22 ottobre 2017) analoga istanza accompagnata dalla perizia tecnica “Note critiche allo Studio d’Impatto Ambientale redatto da SNAMPROGETTI ed inerente al ‘Metanodotto Foligno-Sestino (SPC. LA-E-83015)’ sezione III – Caratterizzazione della sismicità”, relativa al tronco umbro-marchigiano del medesimo progetto di gasdotto.

Sono stati coinvolti il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, il Ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, il Ministro per i beni e attività culturali Dario Franceschini, il Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda, il Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.

Nel caso specifico, il Professionista, in seguito all’analisi del rischio sismico condotta da SNAM PROGETTI sul tronco Sulmona-Foligno, così ha concluso:

  • Approccio inappropriato nella definizione dell’Azione Sismica, sia nelle procedure (utilizzo inadeguato della PGA) che nei livelli energetici sismici presi in considerazione (PGA utilizzate più basse dei livelli di accelerazione registrati sul territorio in occasione degli eventi sismici storici recenti);
  • Assoluta insufficienza nel considerare l’aspetto della fagliazione”.

In precedenza, dopo approfondita analisi dello studio di impatto ambientale (SIA) relativo al tronco Foligno-Sestino, così aveva concluso:

“L’analisi del SIA ha infatti messo in risalto i seguenti aspetti:

  • Improprietà di alcune enunciazioni
  • Assoluta insufficienza nel considerare l’aspetto della fagliazione
  • Approccio inappropriato nella definizione dell’Azione Sismica
  • Perplessità sulle categorie sismiche dei terreni attraversati (insufficienza delle indagini in sito)
  • Sottostima dell’accelerazione sismica nella verifica strutturale allo scuotimento sismico
  • Sottostima dell’accelerazione sismica nella verifica della stabilità dei versanti
  • Eccessiva genericità nel valutare l’aspetto della liquefazione.

Con il risultato che, secondo lo Scrivente, il Rischio Sismico è stato fortemente sottovalutato.

Per cui si ritiene che, al fine di non creare pericoli per gli ecosistemi attraversati e per le comunità residenti interessate dal tracciato del gasdotto, la valutazione del Rischio Sismico venga rifatta di sana pianta, alla luce delle nuove Normative Tecniche (NTC 2008 o meglio ancora NTC 2017 che dovrebbero uscire prima della fine dell’anno corrente)”.

Come noto, si tratta di aree interessate dal progetto denominato gasdotto “Rete Adriatica”, conosciuto anche  come “gasdotto appenninico”, opera che, nella sua attuale configurazione, riuscirebbe a unire lo scempio ambientale della dorsale dell’Appennino con l’aumento del pericolo per l’incolumità pubblica a causa del rischio sismico fra i più elevati in Italia per giunta con l’esborso di ingenti fondi pubblici.

La “grande opera” d’interesse privato ma di finanziamento pubblico determinerebbe – per il suo folle tracciato – un vero e proprio disastro ambientale (interseca pesantemente ben 3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 fra siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale) ed economico-sociale (basti pensare ai danni alle zone turistiche umbre e marchigiane, nonché alle pregiate tartufaie appenniniche), senza contare il gravissimo pericolo determinato dall’interessare numerose aree in zona sismica “1”, nel tratti abruzzese, umbro e marchigiano, alcune fra le zone maggiormente a rischio sismico d’Italia.

Infatti, il progetto intercetta le zone altamente sismiche di Abruzzo, Umbria, Marche.

Si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e i terremoti del 26 settembre 1997 e del 24 agosto – 18 gennaio 2017 che hanno colpito l’Umbria, il Lazio e le Marche. Aree interessate da forti sciami sismici, come quello di fine marzo 2014 in Umbria (Gubbio – Città di Castello), e dell’aprile 2013, sempre a Città di Castello.

Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal progetto di metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche il sito proposto per la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado. E’ agevolmente documentabile quanto sopra con l’impressionante mòle di dati presente sul sito web istituzionale (http://www.ingv.it/) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.), la massima Istituzione scientifica nazionale in materia.

Lo scorso 26 ottobre si è svolta presso il Ministero per lo sviluppo economico l’ennesima riunione per convincere le varie amministrazioni pubbliche competenti della pretesa bontà della “grande opera”, tuttora sotto contenzioso grazie ai ricorsi ecologisti e degli enti locali: la conclusione pilatesca è stata l’ennesimo rinvio della decisione finale.

Le associazioni e comitati ecologisti Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria, Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria hanno chiesto al Presidente del Consiglio, ai Ministri e ai Presidenti delle Regioni interessate una profonda rivisitazione del tracciato del gasdotto “Rete Adriatica”.

p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Mountain Wilderness – Umbria,

Comitato interregionale No Tubo e WWF – Umbria

Stefano Deliperi

#Metanodotto #Snam, riparte l’iter

“IL GOVERNO CENTRALE CONVOCA ISTITUZIONI ED ENTI INTERESSATI AL METANODOTTO SULMONA-FOLIGNO”

Riparte l’iter procedurale del metanodotto (separato da quello della centrale di compressione e spinta ormai concluso). Dopo gli eventi sismici dell’agosto-ottobre 2016 e gennaio 2017, riprende il suo percorso con la remissione degli atti, in data 2 agosto scorso da parte del Ministero dello Sviluppo Economico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che convoca, per giovedì 26 ottobre, Ministeri ed Enti coinvolti, Regione Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, i Presidenti delle Provincie, le Comunità Montane, tutti i Sindaci dei territori interessati dall’attraversamento del metanodotto Sulmona-Foligno e la Snam.

Questa convocazione segue le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Galletti di una settimana fa con le quali afferma che i lavori per la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà il gas azero in Puglia nel 2020, possono partire perché sono state date tutte le autorizzazioni. Pertanto, tra fine ottobre e inizio novembre, le ruspe del consorzio dovrebbero entrare in azione per la costruzione del gasdotto.

Il metanodotto Sulmona-Foligno, come tutto il progetto Rete Adriatica, come è ormai noto, è strettamente collegato alla costruzione del T.A.P. e questa accelerazione è fortemente preoccupante.

Al Sindaco di Sulmona, che come ha dichiarato, ribadirà la contrarietà al progetto della Snam, ricordiamo che sono ben 10 le delibere unanimi di opposizione al progetto approvate anche dalle precedenti amministrazioni e che il nostro territorio è doppiamente penalizzato perché oltre al metanodotto c’è anche l’impianto di compressione. Le motivazioni per opporsi sono molteplici e inattaccabili perciò chiediamo con forza che la politica tutta deve farle pesare con il Governo e la Società proponente con la consapevolezza che è loro preciso dovere difendere la salute dei cittadini, il territorio, l’ambiente .

Così come chiediamo facciano anche il Sindaco di Pratola, di Corfinio, di Popoli, di Roccacasale, dell’Aquila, dei Comuni dell’Aquilano e i rappresentanti istituzionali delle altre Regioni che in questi anni hanno prodotto atti deliberativi di netta contrarietà all’opera.

Alla Regione Abruzzo chiediamo di mantenere ferma la negazione dell’intesa con lo Stato per tutte le motivazioni espresse nelle Delibere di Giunta e per quanto accaduto dopo il terremoto dello scorso anno.

Riteniamo che la risoluzione presentata dal Consigliere Pietrucci, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio che anche nella seduta di martedì scorso, per la terza volta è slittata, poteva essere un ulteriore elemento di forza quale atto politico della Regione da presentare alla convocazione del 26 ottobre. Auspichiamo che dietro la mancata approvazione in aula della risoluzione non si celi una inversione di marcia su questa problematica da parte della Regione Abruzzo.

Sulmona, 20 ottobre 2017

Comitati cittadini per l’ambiente

Nuovo rinvio per la risoluzione sul #gasdotto e la centrale #Snam

Nella seduta di ieri, il Consiglio Regionale aveva all’o.d.g., anche sei risoluzioni compresa quella relativa al percorso del gasdotto ed alla centrale di compressione Snam sui Comuni dei Crateri Sismici del Centro Italia e di tutta l’area sismica (zone 1 e 2) dell’Appennino Centrale, a firma del consigliere Pietrucci. La seduta è terminata alle 21,00 con il rinvio al prossimo Consiglio dei molti punti in scaletta, tra cui le risoluzioni.

Ancora una volta, considerato che già nella seduta del Consiglio Regionale dell’11 agosto scorso la risoluzione era stata presentata e non discussa per l’approvazione, la questione Snam slitta con una manifesta volontà politica di non riprendere il discorso su questa importante vertenza. La sensazione di abbandono e disinteresse è emersa anche durante l’interpellanza del consigliere Bracco sull’incendio del Morrone: tanta distrazione e poco ascolto, come sottolineato dallo stesso consigliere.

La problematica del gasdotto e della centrale di compressione, invece, andrebbe affrontata come prioritaria, soprattutto dopo gli eventi sismici dell’agosto 2016 e di gennaio 2017 che ne hanno drammaticamente sottolineato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’assoluta incompatibilità dell’opera per l’elevata sismicità dei territori coinvolti, l’estrema pericolosità per la salute e l’incolumità pubblica e quanto sia dannosa per l’ambiente e l’ecosistema dell’Appennino Centrale.

Il terremoto dello scorso anno ha modificato la geografia di quelle aree evidenziando, anche ai non esperti, che nessun tubo avrebbe potuto resistere a tale sconvolgimento!

La contrarietà all’opera è stata espressa dalla volontà unanime del Consiglio Regionale nelle precedenti cinque risoluzioni e nelle D.G.R. con le quali la Regione Abruzzo ha negato l’intesa con lo Stato.

I Comitati, soprattutto dopo il sisma del 2016/2017, hanno più volte sollecitato il Sindaco del Comune di Sulmona, l’Assessore alle Aree Interne Gerosolimo e il Presidente D’Alfonso del necessario coinvolgimento dei Presidenti delle Regioni interessate al passaggio dell’infrastruttura (Lazio, Abruzzo, Marche ed Umbria) di cui fanno parte i Comuni inseriti nei Crateri Sismici affinchè, con forza, chiedano al Presidente del Consiglio dei Ministri di abbandonare definitivamente l’idea di realizzare quest’opera.

Anche se parzialmente costruita e in esercizio (tratti Massafra-Biccari e Biccari-Campochiaro), deve essere ormai ragionevolmente pacifico per tutti , Governo e Snam, che tale progetto è concluso qui.

Sulmona, 22 settembre 2017

Comitati cittadini per l’ambiente

Costituito il Coordinamento Nazionale No Tubo

COORDINAMENTO NAZIONALE NO TUBO: I CITTADINI NON MOLLANO, LA POLITICA NON SI MUOVE!

Il 2 aprile, si è svolta a Colfiorito, l’assemblea nazionale contro il progetto “Rete Adriatica” della Snam, cui hanno partecipato numerosi comitati e associazioni provenienti dal Lazio, Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo, alcuni dei quali impegnati da circa 13 anni nella lotta contro l’opera. Un progetto che, se realizzato, avrebbe come conseguenza il pericolo per l’incolumità dei cittadini a causa dell’elevato rischio sismico dell’Appennino centrale e la devastazione dei territori per l’alta qualità ambientale delle aree interessate dal tracciato; un progetto, la “Rete Adriatica”, la cui finalità come il TAP, gli stoccaggi di gas dell’area alta Val Padana-Lombardia, è quella di trasformare l’Italia in una piattaforma dell’hub del gas per i profitti delle multinazionali, ma con rischi per la sicurezza e la salute e costi ambientali a totale carico delle popolazioni dei territori attraversati. Senza trascurare i costi economici poiché tali infrastrutture le pagheranno tutti i cittadini con le loro bollette.

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La relazione del geologo Francesco Augone, presente all’evento, ha evidenziato come mediamente ogni dieci anni abbiamo nell’Appennino centrale, un terremoto con magnitudo importanti; egli ha enunciato gli aspetti critici della valutazione di impatto ambientale del progetto da parte della Snam per quanto attiene al rischio sismico, (tratto Foligno-Sestino esaminato); ha esposto come le faglie trascorrenti siano importanti perché perpendicolari al percorso del gasdotto, i limiti della normativa nazionale e come la condotta interrata, in quanto bloccata e ancorata al terreno, sia altamente sensibile alla fagliazione e non potrebbe resistere in caso di sisma. Ha precisato e spiegato perché il terremoto è selettivo e, con le sue frequenze, sollecita le strutture sovrastanti in modo differente e con energie diverse.

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Nell’assemblea del 2 aprile si è costituito il Coordinamento Nazionale No Tubo che intende unificare tutte le lotte, quella della “Rete Adriatica”, del TAP e degli stoccaggi di gas.

Mentre i cittadini, associazioni, volontari lottano per la difesa del territorio e dei loro diritti costituzionalmente riconosciuti (salute, ambiente), le istituzioni sembrano aver rimosso dalla loro mente e dalla loro agenda politica, la questione Snam: il Comune di Sulmona, la Provincia dell’Aquila, la Regione, perseverano nel loro immobilismo senza prendere iniziative illudendosi, forse, che non parlare e non affrontare il problema della centrale e del metanodotto, possa escluderli dalle loro pesanti responsabilità.

Al Sindaco Annamaria Casini, ricordiamo, ancora una volta, l’impegno sottoscritto in campagna elettorale di fronte ai cittadini, “di adottare, a livello politico istituzionale, ogni iniziativa necessaria ad impedire la realizzazione della centrale e del metanodotto Snam” o di dimettersi in caso esso venga disatteso. All’Assessore Andrea Gerosolimo ricordiamo che l’Abruzzo interno è destinato ad avviarsi ad una desertificazione certa, se la risposta della politica si traduce in spoliazioni e nel favorire gli interessi della multinazionale. Ci aspettiamo che anch’egli, insieme al Sindaco di Sulmona, convochi gli altri Sindaci del territorio e facciano pressione presso il Presidente D’Alfonso affinché esiga dal Governo l’accantonamento definitivo del progetto Snam nei territori altamente sismici dell’Appennino Centrale.

Le Istituzioni tutte devono mostrare “i muscoli” contro chi, senza averne né titolo né diritto, vuole asservirci senza alcun beneficio, ma gravandoci di soli rischi.

Assistiamo, invece, ad una evidente rinuncia a portare avanti la battaglia contro la Snam affiancando i cittadini: un Sindaco che non difende il territorio che amministra, non rappresenta la città e dovrebbe trarne le necessarie conseguenze.

Sulmona, 3 aprile 2017

Comitati cittadini per l’ambiente

Collettivo AltreMenti Valle Peligna

“Scendiamo in piazza” contro #metanodotto #Snam

Domani 19 febbraio alle ore 16:00 presso il Centro Civico di Paganica (L’Aquila) si terrà un’assemblea pubblica aperta sulle ragioni del No alla realizzazione del metanodotto Snam organizzata dalla Amministrazione Separata degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio, presieduta da Fernando Galletti, comitato da sempre attivo contro la realizzazione del gasdotto della Società Nazionale Metanodotti.

Un’assemblea pubblica per allargare il fronte di protesta contro la realizzazione del metanodotto della Snam sui luoghi maggiormente colpiti dal terremoto, un tubo largo oltre un metro, pieno di gas, che vista l’alta sismicità del territorio, metterebbe a rischio l’intera comunità. Una bomba ad orologeria nel tracciato che attraversa la dorsale appenninica e soprattutto le faglie sismiche dei territori maggiormente colpiti dai recenti terremoti. Un’opera che tuttavia la società petrolifera è intenzionata a realizzare, nonostante le proteste dei cittadini e il no della Camera dei Deputati. La battaglia è dei singoli territori che non devono rilasciare le autorizzazioni ai diversi lotti cui il tracciato è stato suddiviso.

All’assemblea pubblica parteciperanno, tra gli altri, gli attivisti dei comitati della Valle Peligna, territorio non solo interessato al passaggio del metanodotto Snam ma anche alla realizzazione di una centrale di compressione che la Snam intende realizzare a Sulmona. Parteciperanno inoltre i sindaci dei territori interessati, i responsabili degli Usi Civici del territorio, amministratori locali e regionali, cittadini e associazioni. E’ importante esserci perché il tempo stringe e nonostante il rischio sismico il progetto della Snam va avanti. E’ necessario dire NO alla realizzazione del metanodotto e manifestare tutti uniti perché il nostro non può essere un territorio di conquista!

Interverranno: Giovanni Lolli, vice Presidente Regione Abruzzo; Pierpaolo Pietrucci, Presidente Commissione Ambiente e Territorio Regione Abruzzo; Gianni Anastasio, Sindaco di Pizzoli; Giovanna Margadonna, Comitati Cittadini per l’Ambiente, Sulmona; Flora Giovannetti, associazione Altre Menti, Sulmona; comitato 3e32 / CaseMatte L’Aquila; Alessandro Novelli, associazione I Patrignonesi; Francesco Montorelli, associazione Danae; Danilo Ciuffetelli, Usi Civici di Collebrincioni; Paolo Barone, Usi Civici di Aragno; Ottorino Ghizzoni, Usi Civici di Tempera; Luca Scarcia, Usi Civici di Assergi; Pina Marcocci, Usi Civici di Filetto; Elia Serpetti, Usi Civici di Arischia; Maria Teresa Casilli, Usi Civici di Camarda.

L’invito a partecipare è rivolto a cittadini, amministratori pubblici, candidati di ogni colore, esperti e tecnici del territorio.

Il metanodotto e la centrale valgono più della vita umana?

Con una recente sentenza (n. 249 del 4.10.16, pubblicata nei giorni scorsi) la Corte Costituzionale ha bocciato la legge della Regione Abruzzo dell’8 giugno 2015 che, al fine di garantire l’incolumità pubblica, stabiliva maggiori distanze di sicurezza per la realizzazione di nuovi metanodotti. Secondo la Corte, la Regione non poteva approvare la legge in oggetto perché essa “si pone in con l’espressa riserva allo Stato” della determinazione dei criteri generali tecnico-costruttivi in materia di impianti energetici. A nostro avviso si tratta di una decisione discutibile. Con la stessa sentenza, infatti, la Corte riconosce il pieno diritto della Regione a legiferare poiché le materie dell’ energia e del governo del territorio rientrano nella competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni (diritto che verrà cancellato qualora, nel referendum del 4 dicembre prossimo, dovesse essere approvata la riforma costituzionale).

La Giunta D’Alfonso, anziché difendere la Legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, ha fatto marcia indietro approvando una delibera (DGR del 27/08/2015 n. 691), con la quale addirittura, condivide “la fondatezza delle motivazioni con cui il Governo Renzi aveva impugnato la Legge e, conseguentemente, ha disposto la non costituzione della Regione Abruzzo nel giudizio dinanzi la Corte Costituzionale”. Tale decisione adottata dalla Giunta D’Alfonso, è stato un atto gravissimo di arrendevole sudditanza di politici senza spina dorsale perché la Regione aveva pieno titolo e ottime ragioni nel difendere la Legge approvata in quanto essa andava oltre gli aspetti meramente “tecnico-costruttivi” e, nello stabilire maggiori distanze di sicurezza, tendeva a tutelare il territorio e la vita degli abitanti che lo vivono, in ottemperanza all’art. 32 della Costituzione che afferma: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La Regione, di fronte al ricorso del Governo avrebbe potuto così sostenere, davanti alla Corte Costituzionale, che la tutela della salute è prevalente sulle prerogative dello Stato in materia di energia e che è la Legge nazionale sulle distanze di sicurezza, “drammaticamente inadeguate”, ad essere incostituzionale!

Infatti la Legge regionale era stata approvata dopo l’esplosione del metanodotto Snam a Mutignano di Pineto il 6 marzo 2015. La bomba di fuoco scaturita dall’esplosione aveva prodotto i suoi effetti distruttivi fino ad un raggio di circa 150 metri, evidenziando l’assoluta inadeguatezza delle norme vigenti a livello nazionale, che consentono di collocare un metanodotto a 30 metri da singole abitazioni e a 100 metri da agglomerati con 300 abitanti o da luoghi di concentrazione di persone come ospedali, scuole, supermercati ecc. Le norme in vigore non solo espongono i cittadini a pericoli gravissimi, ma addirittura stabiliscono il valore della vita umana in base al numero delle persone: una singola famiglia può essere sacrificata; per avere invece qualche possibilità di salvarsi bisogna essere almeno in 300!

mut

A questo punto è inevitabile la domanda: cosa succederebbe se esplodesse il metanodotto che la Snam insiste nel voler installare nel nostro territorio e che ha una portata di gas che è quattro volte rispetto al gasdotto di Mutignano?

Dopo il clamoroso voltafaccia della Giunta Regionale, la sentenza negativa della Corte Costituzionale era pressochè scontata e il rischio, a nostro avviso elevatissimo, che il Governo Renzi autorizzi la costruzione della centrale di compressione non deriva da questa sentenza, ma dal comportamento irresponsabile della quasi totalità dei nostri rappresentanti politici ed istituzionali che, anziché chiamare il territorio alla mobilitazione ed assumere iniziative efficaci nei confronti del Governo, continuano a restare muti ed inerti.

Sulmona, 28 novembre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente


I Comitati cittadini e il collettivo AltreMenti indicono
per domani giovedì 1 dicembre ore 17.00 presso la Comunità Montana Peligna
una pubblica assemblea sulla questione Snam.

Nell’occasione verranno affrontate tutte le problematiche inerenti il gasdotto e la centrale di compressione con immagini, video, tracciato del gasdotto a Sulmona, registrazioni audio, commenti.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Cari politici…

se ci siete battete un colpo.

imageMentre la nostra classe politica, quasi al completo continua a tacere, la stampa nazionale torna ad occuparsi del mega gasdotto e della centrale della Snam.

Dopo l’articolo del 15 novembre, “Il Fatto quotidiano” torna oggi sull’argomento dedicandovi due intere pagine.

Significativo il richiamo di prima pagina: “Il gasdotto dentro il terremoto, viaggio lungo il tracciato dell’opera “strategica” della Snam, che passerà sotto alle faglie e ai borghi devastati dal sisma”.

il-fatto-quotidiano-aNon abbiamo segnali di iniziative volte a dimostrare che si intende affrontare la questione proprio sul piano politico. Quando si convocherà un’assemblea con il Sindaco del Comune di Sulmona, Annamaria Casini, con i Sindaci del territorio, il Presidente della Provincia Antonio De Crescentis, l’Assessore alle aree interne Andrea Gerosolimo, il Sottosegretario della Regione Abruzzo Mario Mazzocca e il Presidente D’Alfonso, dalla quale far scaturire un documento unitario con la richiesta di un incontro urgente con Renzi? L’unico politico della classe dirigente deciso a rompere l’”assordante silenzio” sulla questione Snam è Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del PD e Presidente della Commissione Territorio della Regione Abruzzo. Agli altri diciamo: se ci siete battete un colpo.

Gli Scout di Sulmona, con il loro impegno e la loro mobilitazione in difesa del nostro territorio, dimostrano di essere più avanti e più incisivi dei nostri rappresentanti istituzionali, che si limitano a votare degli atti formali senza poi dare ad essi alcun seguito.

il-fatto-quotidiano-bIl gasdotto “Rete Adriatica” è la continuazione del TAP (Trans Adriatic Pipeline) proveniente dall’Azerbajian, un Paese ben noto per la violazione dei valori democratici e dei diritti umani. Al centro della puntata di questa sera di “Report” ci sarà l’inchiesta della Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo per corruzione e riciclaggio.

Sulmona, 21 novembre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

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La “questione Snam” ancora sulla stampa nazionale

LA STAMPA NAZIONALE SI INTERESSA ALLA QUESTIONE SNAM: E LA CLASSE POLITICA?

Articolo de Il Fatto QuotidianoLa “questione Snam” approda ancora una volta sulla stampa a livello nazionale: dopo l’art. di Gian Antonio Stella sul magazine “Sette” del Corriere della Sera del 2 settembre scorso, oggi è presente su un ampio articolo pubblicato da “Il Fatto Quotidiano”.

Il giornale richiama l’articolo in prima pagina con un titolo abbastanza eloquente: “Snam, ecco il mega-gasdotto sulla faglia sismica di Amatrice & C” e pubblica  una cartina  in cui si evidenzia che il grande tubo della Snam verrebbe posizionato proprio lungo le aree con maggiore criticità: “sovrapponete le mappe, quelle del massimo rischio sismico dell’Italia centrale e quella del futuro gasdotto Rete Adriatica, coincidono perfettamente”… Sulla cartina sono riportati i nomi delle località devastate dai violenti terremoti susseguitisi dal 2009 fino ad oggi: Onna, L’Aquila, Amatrice, Norcia, Visso.

Nell’articolo si richiama anche la risoluzione votata alla unanimità nel 2011,  con cui  si impegna il Governo a “disporre la modifica del tracciato” escludendo comunque la fascia appenninica propria a causa dell’ “elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico”. Una risoluzione purtroppo profetica, alla luce di tutto ciò che è successo nell’Appennino centrale dal 24 agosto scorso ad oggi,  ma completamente ignorata dai Governi che nel frattempo si sono succeduti

Mentre il problema del metanodotto e della centrale Snam a Sulmona viene portato all’attenzione dei cittadini italiani, non possiamo non chiederci: dove sono coloro che ci rappresentano nelle istituzioni nazionali, regionali e locali? Non hanno nulla da dire? Intendono continuare a mantenere la consegna del silenzio, come è avvenuto nel convegno di Sulmona di venerdì scorso?

Sulmona, 15/11/2016

Comitati cittadini per l’ambiente

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ORA E SENZA NESSUN INDUGIO!

TERREMOTO: SNAM E GOVERNO METTANO LA PAROLA FINE AL MEGAGASDOTTO APPENNINICO

gasdotto-rete-adriaticaL’Appennino centrale continua a tremare con effetti devastanti su popolazioni ormai allo stremo. I sismologi sostengono che, quanto accaduto il 24 agosto, il 26 ottobre e dopo la scossa di ieri, faccia supporre che siamo di fronte a tre terremoti distinti, i quali hanno prodotto un susseguirsi di attivazione di faglie e sciame sismico con magnitudo elevata, apertura del terreno e dislocazione del piano di campagna: un “contagio sismico” con un effetto domino molto preoccupante secondo il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). I sismologi spiegano che è l’intero sistema di faglie dell’Appennino che si sta muovendo, vale a dire che Amatrice è “figlia” dell’Aquila e i due ultimi eventi sismici sono “figli” di Amatrice. Di fronte a quello che sta succedendo siamo costretti a gridare forte : la Snam e il Governo Renzi chiudano una volta per tutte la vicenda del supergasdotto lungo l’Appennino. Insistere con un’opera tanto  pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla  sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia. Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti…,sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice? Le faglie non hanno ancora smesso di muoversi, dicono i sismologi e, in questo contesto, Sulmona e la Valle Peligna, dove oltre al gasdotto la Snam vuole insediare anche la centrale di compressione, dovrebbero stare tranquille?  Gli esperti non si stancano di ricordarci che il nostro problema è la faglia del Morrone, “silente” da oltre 1900 anni, ma che potrebbe attivarsi in ogni momento con un terremoto che potrebbe raggiungere una magnitudo di 6.5. Le rassicurazioni che sistematicamente vengono date, non tranquillizzano affatto i cittadini: il rischio per l’incolumità delle persone esiste data l’elevata sismicità delle zone attraversate e lo ha esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nella risoluzione unanime del 26 ottobre 2011, con la quale impegnava il Governo alla modifica del tracciato. Non è ammissibile che gli interessi della multinazionale del gas possano prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza  e la propria salute. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che accelera i tempi per le grandi opere e che entrerà in vigore il prossimo 11 novembre. Nessuna opera cosiddetta “ strategica”, può essere anteposta alla incolumità delle persone!

I nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli, dietro la spinta del movimento dei cittadini, hanno espresso la loro contrarietà all’opera, ma si sono fermati all’approvazione di meri atti amministrativi, senza mettere in campo nessuna efficace iniziativa nei confronti del Governo. Considerata la forte preoccupazione esistente nella nostra popolazione per quello che potrebbe accadere se l’opera venisse a breve autorizzata, auspichiamo un immediato ed incisivo intervento da parte del Sindaco di Sulmona e degli altri Sindaci del territorio, del Presidente della Provincia, della Regione e dei Parlamentari. ORA E SENZA NESSUN INDUGIO! Il governatore Luciano D’Alfonso. insieme ai governatori dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, chiedano al Presidente del Consiglio Renzi di fermare ogni procedura autorizzativa  rispetto al gasdotto e alla centrale e di dare attuazione alla decisione, finora disattesa, del Parlamento italiano attraverso la risoluzione dell’ottobre 2011 e ribadita nel dicembre dello scorso anno : l’attivazione di un tavolo tecnico-istituzionale al fine di individuare una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica.

Sulmona, 31 ottobre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

Email: sulmonambiente@gmail.com
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“Stop al gasdotto nelle zone sismiche!”

Il devastante terremoto del 24 agosto scorso, con il suo pesantissimo carico di morti e distruzioni, ha riacceso tra i cittadini la preoccupazione per il mega gasdotto “Rete Adriatica” che la Snam insiste nel voler realizzare lungo i territori più altamente sismici dell’Appennino centrale. Al riguardo, la Parlamentare europea Laura Agea, del Movimento 5Stelle, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea con cui si chiede di bloccare la pericolosa opera della Snam.

Gas: interrogazione Agea (M5S) su gasdotto ‘Rete adriatica’ – Eurodeputato, tracciato è in zona sismica Appennino  (di Laura Agea, Movimento 5 Stelle).

AGEA, Laura (EFDD, IT)
Laura Agea

“Mettereste il dito nell’acqua bollente? Sì, se siete incoscienti o sottostimate la temperatura dell’acqua. Allo stesso modo, mettereste sopra una faglia un gasdotto lungo 687 km? La risposta è la stessa: sì, se ignorate del tutto la pericolosità di quella faglia. Il terremoto che ha colpito il Centro Italia lo scorso 24 agosto ci ha ricordato quanto è fragile il nostro Appennino. Ha provocato oltre 290 vittime e distrutto interi Paesi. Il gasdotto Snam Rete Adriatica deve essere bloccato. Tutte le località interessate dal tracciato sono in zona sismica di 1° e 2° grado. È la zona viola della cartina italiana, quella che mostra la fragilità del territorio: la Snam ha scelto un tracciato che si snoda lungo le depressioni tettoniche interne dell’Appennino centrale. Che cosa succederebbe se un terremoto provocasse una esplosione o danneggiasse il gasdotto? Chi tutelerebbe i cittadini che vivono in quelle zone?

Ai cittadini che vivono in quel territorio viene negato e sottratto l’applicazione del principio di precauzione, uno dei principi fondanti dell’Unione europea “Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Tuttavia, nella pratica, il campo di applicazione del principio è molto più vasto e si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale”, si legge nelle Comunicazione della Commissione europea. Il progetto del gasdotto Snam prevede l’interramento di un tubo dal diametro di 1,2 metri. Per farlo dovranno essere abbattuti gli alberi che attraversano tre parchi nazionali, un parco regionale e 21 siti di importanza comunitaria. Al rischio sismico, si aggiunge il rischio ambientale. È una follia! Il Movimento 5 Stelle è al fianco di tutti i Comitati di cittadini e di tutte le associazioni che dal 2005 – data in cui venne presentato il primo progetto – lottano contro la devastazione del loro territorio. Combattiamo la battaglia contro questo scempio con Stefania Troiani, Portavoce al Consiglio comunale di Gualdo Tadino, al Parlamento nazionale e al Parlamento europeo.

Nell’interrogazione che ho inviato alla Commissione europea chiedo di far rispettare le direttive europee, proteggere i cittadini e garantire la salvaguardia ambientale. Faremo pressione e pretenderemo il rispetto dei cittadini. Stop ai gasdotti nelle zone sismiche”.

Sulmona, 13/09/2016

Comitati cittadini per l’ambiente

«Quei maxi gasdotti in zone sismiche…»

Il monito di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera dopo il disastroso terremoto di Amatrice

“Quei maxi gasdotti in zone sismiche… il metanodotto Snam da Brindisi a Minerbio va avanti, nonostante i ricorsi che paventano i rischi legati ai terremoti sugli Appennini. Fidarsi è bene, ma…”. Inizia così l’articolo apparso sul magazine “Sette” del Corriere della Sera del 2 settembre scorso, a firma di Gian Antonio Stella, che induce il lettore a soffermarsi sul tema “grandi opere e grandi interrogativi”. Il giornalista esordisce invitando a rileggere un comunicato del Grig (Gruppo di Intervento Giuridico) e di altre associazioni ambientaliste, di oltre cinque anni fa, con cui si dava notizia che “il 7 marzo scorso i Ministri Prestigiacomo (Ambiente) e Bondi (Beni Culturali) hanno firmato il decreto che dà il via libera al metanodotto Sulmona-Foligno e alla centrale di compressione nella città di Sulmona (zona sismica A, massimo rischio)… Dei 30 Comuni attraversati nel tratto appenninico centrale, 15 sono in zona sismica A e 15 in zona sismica B, di meglio non si poteva fare per intercettare e sovrapporsi al sistema di faglie attive che anche recentemente hanno “dimostrato” catastroficamente quanto sono tali!… Sarà un disastro annunciato per territori rimasti ambientalmente e paesaggisticamente intatti, ma inserirà una infrastruttura per il trasporto del gas all’interno del corridoio italiano a maggior rischio sismico”.

“Cinque anni dopo, – commenta Stella – gli ambientalisti tornano alla carica e hanno gioco facile nel citare quanto è successo la settimana scorsa ad Amatrice, Pescara del Tronto, Accumoli… vale la pena di correre dei rischi solcando aree colpite più volte negli anni recenti da terremoti devastanti?”. “Scontate le reazioni – aggiunge Stella -: nessun rischio reale, massima sicurezza, la scienza al giorno d’oggi consente cose ieri inimmaginabili. Per carità, vogliamo crederci. Anche i giapponesi, però, prima del devastante terremoto seguito dal maremoto dell’11 marzo 2011 erano altrettanto sicuri delle garanzie fornite dalla centrale di Fukushima. Proprio la tragica smentita di quelle “assolute garanzie” dell’impianto atomico nipponico spinse l’Europa a ripensare il programma nucleare”. Gian Antonio Stella richiama la doverosa applicazione del principio di precauzione e così conclude: per carità, fidarsi è bene, ma…”.

In merito al principio di precauzione Il Consiglio di Stato, con sentenza del maggio 2015, ne chiarisce l’importanza sostenendone l’applicazione “ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa per la sanità pubblica, la sicurezza e l’ambiente, per cui l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata, rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche”.

Se due catastrofici terremoti non sono stati sufficienti per far cambiare idea alla Snam, cos’altro deve ancora accadere?

Auspichiamo che i Sindaci del territorio, giustamente preoccupati in questi giorni per garantire la sicurezza degli studenti, diano la massima priorità anche alla questione del gasdotto e della centrale Snam e mettano in atto ogni possibile iniziativa per impedire la realizzazione di un’opera che esporrebbe l’intera popolazione ad ulteriori gravissimi rischi.

Sulmona, 6 settembre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

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“Sulmona- Foligno, non solo tappa del Giro d’Italia”

12-05-2016 09-57-06

La 7^ tappa del 99° Giro D’Italia si snoderà, per un percorso di 211 Km., da Sulmona a Foligno, tra le bellezze paesaggistiche di Abruzzo, Marche ed Umbria.

Ma il Sulmona-Foligno è anche uno dei cinque segmenti del grande gasdotto “Rete Adriatica” di 687 Km. con la centrale di compressione a Sulmona, che la Snam vuole realizzare lungo tutta la dorsale appenninica, tra le località a più elevato rischio sismico e di maggior pregio ambientale, tra i centri più colpiti dai sisma del 1997 e del 2009. Il tracciato del gasdotto, inoltre, si sovrappone al progetto “A.P.E.” (Appennino Parco d’Europa), il più importante progetto di sistema avviato nel nostro Paese, finalizzato alla conservazione della natura e allo sviluppo eco-sostenibile.

I ciclisti e la carovana al seguito, potranno ammirare le montagne dell’Abruzzo, Regione verde d’Europa, i monti delle Marche, i boschi dell’Umbria, i sentieri francescani, i corsi d’acqua, le numerose aree protette, S.I.C. e zone di protezione speciale che il passaggio del mega tubo stravolgerebbe, provocando una alterazione dell’ecosistema difficilmente ripristinabile se non solo dopo molti decenni.

Cosa giustifica la volontà di realizzare tale opera con un prezzo così alto da pagare? Non la pubblica utilità, perché il gas importato e che transiterà lungo la mega condotta, sarà rivenduto ai Paesi del centro e nord Europa e la nostra Penisola dovrà sacrificare il proprio patrimonio naturalistico, mettere a rischio l’incolumità delle popolazioni, subire gravi danni alle economie locali (turismo e agricoltura di qualità con coltivazioni di eccellenza quali l’aglio rosso di Sulmona, lo zafferano dell’altopiano di Navelli, le tartufaie dell’Umbria e del pesarese), il tutto per i profitti della Snam e delle altre multinazionali del gas. Ma non è detta ancora l’ultima parola: la politica e le istituzioni, se vogliono, possono fermare la mano del Governo Renzi.

Difendiamo la grande qualità ambientale dell’Appennino e facciamo sì che le bellezze naturali, storiche e architettoniche, che la carovana del Giro D’Italia incontrerà lungo il percorso Sulmona-Foligno, vengano trasmesse, nella loro integrità, alle future generazioni!

Sulmona, 12 maggio 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

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