Le priorità per la ricostruzione dei centri storici di Navelli e Civitaretenga

terremoto civitaretengaProposta di determinazione dei criteri di attribuzione delle priorità di intervento della ricostruzione privata post sisma nei centri storici di Navelli e Civitaretenga ai sensi dell’art. 11 del decreto USRC n. 1/2014

Scale - di atomo81

“Navelli ♦ Politica e ricostruzione”

Sul quotidiano “Il Centro”:
Navelli ♦ Politica e ricostruzione
– Martedì, 10 Marzo 2015 –

articolo ricostruzione navelli

 

Leggi pure:

Una scarpa oggi e l’altra dopo le elezioni

 

logo svolta democraticaIl giorno 26 febbraio l’amministrazione comunale ha convocato con grande fretta una riunione per informare i presidenti dei consorzi che avrebbero potuto, a breve, iniziare i lavori di ripristino dei propri edifici danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. Una studiata manifestazione che, se fatta con i giusti intenti, sarebbe stata anche meritoria per chi l’ha pensata. Ma nel nostro caso essa ricorda miseri comportamenti di antica propaganda, quando un famoso imprenditore di Napoli decise di candidarsi al Parlamento nazionale e regalò ai propri cittadini una sola scarpa di un paio, dicendo loro che la seconda l’avrebbero ricevuta subito dopo le elezioni.

Sembra essere tornati ai tempi bui della vita politica del nostro Paese, quando cioè si faceva apparire quello che era un diritto dei cittadini, una concessione da parte di qualcuno. Qui non siamo di fronte ad un paio di scarpe, ma ai soldi che il Governo ha messo a disposizione per la nostra ricostruzione. E guarda caso, solo ora, l’Amministrazione Comunale si ricorda che bisogna informare i cittadini sui soldi della ricostruzione. Perché non lo ha fatto quando si è trattato di fare le scelte da inserire all’interno del nostro Piano di Ricostruzione o quando si è deciso di ricostruire un edificio municipale di 1000 mq?

Cari concittadini, le risorse di cui ogni Comune dispone sono ripartite dal Tavolo di Coordinamento (composto dagli otto sindaci rappresentanti di ogni area omogenea) conseguentemente a ciò che stanzia il Governo. Esse, fino ad ora, sono state ripartite in base ai danni che ogni comune ha ricevuto dal terremoto, il che vuol dire che più danni la Protezione Civile aveva rilevato, maggiori sarebbero stati i finanziamenti. Quindi tutto in maniera quasi automatica. Non è merito o demerito di una singola amministrazione se i soldi arrivano o meno! Di recente il Governo ha imposto di procedere al riparto dei fondi attraverso il meccanismo del “tiraggio”, cioè più progetti vengono approvati dagli uffici appositamente allestiti (nel nostro caso l’Ufficio Territoriale per la Ricostruzione che ha sede a Caporciano) più ci sono possibilità di ricevere fondi. Nel caso del Comune di Navelli si è realizzata una “fortunata” coincidenza: gli altri comuni dell’area avevano già finito la ricostruzione fuori dal centro storico, quindi l’Ufficio si è potuto dedicare quasi a tempo pieno all’istruttoria dei progetti di Navelli. La nostra Amministrazione, a differenza delle altre dell’area che avevano per lo più affidato l’istruttoria delle pratiche direttamente ai propri Uffici Tecnici, si serviva della costosa ed elefantiaca struttura della filiera (fintecna, cineas…) che ha dilatato considerevolmente i tempi per l’approvazione. Quindi l’Ufficio di Caporciano si è trovato a dover verificare quasi in blocco le numerose istruttorie lasciate inconcluse dalla suddetta  filiera. Un altro elemento, poi,  è rappresentato dalla dimensione molto  circoscritta del nostro “centro storico” ai fini del sisma (la c.d. Perimetrazione). La scelta di demarcare un “piccolo” centro storico, se da un lato ha permesso di finanziare le richieste di contributo senza aspettare l’approvazione del Piano di Ricostruzione, dall’altro ha eluso la necessaria programmazione (definizione di priorità) che invece è obbligatoria per legge all’interno centro storico. Questo ha come conseguenza, non proprio positiva, che possano essere finanziati indifferentemente tutti gli edifici e può quindi accadere che vengano ammesse a finanziamento le stalle prima delle abitazioni principali! 

Nessuna beneficenza c’è stata, inoltre, da parte degli Amministratori del Comune di Navelli nei confronti di altri Comuni. Si tratta semplicemente di risorse messe da parte per consentire una più equa ripartizione dei fondi fra tutti. Non bisogna appartenere, quindi, a nessuna lobby, come qualcuno si è affrettato a declamare con il petto gonfio. Deve, al contrario, esistere una doverosa tensione verso l’interesse generale, che nel caso di Navelli, viene progressivamente soffocata da atteggiamenti deresponsabilizzanti (come nel caso della demolizione e ricostruzione dello storico Palazzo Cortelli a Civitaretenga). Ci si trincera dietro procedure formalmente regolari, ma che finiscono per determinare, nella sostanza, effetti lontani proprio dagli stessi interessi pubblici che le procedure vogliono tutelare! Proprio laddove dovrebbe intervenire la “politica”, a Navelli risulta più assente.

Noi, come gruppo di minoranza del Comune di Navelli, abbiamo cercato nel corso di questi anni di combattere questa modalità di comportamento, primo fra tutti l’assoluta mancanza di ascolto dei cittadini che si fa finta di coinvolgere solo quando si avvicinano le elezioni.

Gruppo Consiliare “SVOLTA DEMOCRATICA”

Siamo alle pantomime

Dopo la pantomima della ricostruzione di qualità dei nostri centri storici inscenata dall’Amministrazione comunale di Navelli qualche giorno fa…

Pianificare la ricostruzione post sisma

…ora quella delle scuole più sicure!

brochure scuole navelli 1brochure scuole navelli 2

Leggi:

«Ricostruzione: cinque anni, un piano “farlocco”»
“Scuole di Navelli – Il futuro in sicurezza”

Repetita iuvant

 

La sottoscritta Gina Balduin Mongiardo, residente (periodicamente in estate) nell’alto borgo da ben quarant’anni, torna a chiedere (repetita iuvant) almeno dopo il grave terremoto che ha ulteriormente aggravato la situazione delle vecchie casette medioevali…

 

 

«Ricostruzione: cinque anni, un piano “farlocco”»

 

Navelli – Per il Gruppo Consiliare “SVOLTA DEMOCRATICA” Gaetano Cantalini scrive: “Per l’Amministrazione comunale di Navelli che di fatto è la stessa da oltre quindici anni, è sempre colpa degli altri. Se il centro storico cade a pezzi giorno dopo giorno è colpa dei cittadini che nel passato hanno abbandonato le proprie abitazioni, sebbene costretti per ovvie ragioni. E’ colpa delle amministrazioni precedenti che “poco o nulla hanno fatto per mantenerlo integro” ed è colpa delle “persone che hanno trafugato coppi, portali, imbotti in pietra per utilizzarli nella costruzione di nuove abitazioni o per venderli al migliore offerente”. Se nel crollo di uno dei tanti edifici che da decenni sono abbandonati e pericolanti nella parte più degradata del borgo antico, verificatosi lo scorso 14 giugno, qualcuno disgraziatamente ci avesse lasciato la pelle, magari sarebbe stata pure colpa della minoranza che in quattro anni non ha mai portato in Consiglio comunale la situazione del centro storico.
Ma, al di là dei soliti rimpalli di responsabilità, ciò che profondamente indigna è la protervia con la quale l’Amministrazione comunale promette, ancora una volta, di recuperarlo e valorizzarlo con un piano di ricostruzione post sisma, costato la bellezza di 237.000 euro all’Università di Parma, avendo collaborato col Comune alla sua redazione, ed atteso dai cittadini per lunghi cinque anni per rivelarsi alla fine un autentico farlocco.
Qualcuno dovrà spiegare, per esempio, perché nel piano di ricostruzione del centro storico di Navelli, che ha ottenuto, tra l’altro, il “nulla osta” dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, l’edificio crollato qualche giorno fa risulti classificato dai tecnici dell’Università di Parma di categoria “E”, ovvero inagibile dal terremoto, nonostante fosse diroccato da diversi anni. Qualcuno dovrà spiegare, altresì, perché nel piano di ricostruzione, approvato in variante agli strumenti urbanistici vigenti, come da accordo di programma sottoscritto in data 8 agosto 2013 tra il Comune e la Provincia dell’Aquila, risultino danneggiate dal sisma e da sostituire le reti dei sottoservizi (rete idrica, fognaria e del gas) lungo vie che sono state oggetto di interventi di rifacimento della pavimentazione dopo il terremoto; perché edifici di proprietà comunale agibili di categoria “A”, utilizzati tutto l’anno, necessitino di importanti interventi “volti alla riparazione dei danni sismici strutturali” oppure perché immobili, sempre di proprietà comunale, sebbene già ristrutturati con fondi pubblici e donazioni private, risultino inagibili di categoria “E”. Qualcuno dovrà spiegare ancora per quale ragione edifici che da anni sono fatiscenti e pericolanti, sia isolati che in aggregati, risultino nel piano di ricostruzione classificati dall’Università di Parma inagibili di categoria “E” o addirittura temporaneamente inagibili di categoria “B”, ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento; perché isolati in gran parte fatiscenti risultino classificati anch’essi dall’Università temporaneamente inagibili di categoria “B”; edifici classificati sempre dall’Università diruti ed inagibili di categoria “E”, già ristrutturati dopo il sisma, sebbene ricompresi in aggregati edilizi obbligatori, siano considerati nel piano di ricostruzione ancora tali; immobili ad uso non abitativo fatiscenti, come pagliai, magazzini e altro, situati ai margini del centro storico, siano classificati di rilevante pregio storico architettonico mentre abitazioni oggettivamente di rilevante pregio storico architettonico non siano state riconosciute tali; edifici provvisti di tetto e solaio siano stati classificati diruti e quelli senza tetto e solaio risultino inagibili di categoria E o anche temporaneamente inagibili di categoria “B”; edifici dotati di scheda AEDES risultino classificati dall’Università di Parma con esito di agibilità diverso. Vogliamo sapere, inoltre, perché sono stati concessi in locazione edifici di proprietà comunale che risultano classificati dall’Università inagibili di categoria “B” e ricompresi in aggregati edilizi individuati a seguito dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di L’Aquila e perché sono stati effettuati interventi di riparazione su alcuni edifici classificati di categoria “B” senza la formazione di aggregati. Qualcuno dovrà spiegare, infine, se è possibile costituire consorzi tra proprietari di immobili ricompresi in aggregati edilizi che nel piano di ricostruzione risultano separati e distinti”.
20 giugno 2014

via Ricostruzione: cinque anni, un piano “farlocco” | InAbruzzo.com

Leggi pure “Navelli: «5 anni d’attesa per un piano di ricostruzione farlocco»

Piano di ricostruzione navelli articolo il centro

 “Navelli, accuse al piano di ricostruzione” – Il Centro, 21 giugno 2014

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Il centro storico di #Navelli (AQ) come Pompei

 

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“Nuovo crollo a #Navelli, è scontro” – Il Centro, 16 giugno 2014

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“Nuovi crolli nel centro storico a cinque anni dal terremoto” – Il Tempo, 16 giugno 2014

Il Blog di Gaetano Cantalini

 

navelli crollo centro storico

Il centro storico di Navelli è agonizzante. All’alba di ieri un ennesimo crollo ha interessato un edificio da anni abbandonato e pericolante nella parte più degradata del borgo antico. Un altro pezzo di storia che si è dissolto nel nulla per incuria e colpevole dimenticanza di chi nei decenni passati avrebbe dovuto garantire non solo la conservazione della memoria collettiva ma anche la pubblica incolumità. Un altro edificio svanito per sempre mentre molti altri si incamminano sulla stessa strada, essendo avviluppati in un degrado che ha raggiunto ormai livelli elevati, e tutto ciò nella totale indifferenza delle istituzioni verso un patrimonio di così inestimabile valore che potrebbe ancora rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo non soltanto del paese ma dell’intero territorio circostante. E, invece, oltre le chiacchiere di politici ed amministratori, si rilevano solo incuria ed abbandono. Altro che qualifica di borgo più bello d’Italia attribuita…

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Il centro storico di #Navelli (AQ) come Pompei

 

navelli crollo centro storico

Il centro storico di Navelli è agonizzante. All’alba di ieri un ennesimo crollo ha interessato un edificio da anni abbandonato e pericolante nella parte più degradata del borgo antico. Un altro pezzo di storia che si è dissolto nel nulla per incuria e colpevole dimenticanza di chi nei decenni passati avrebbe dovuto garantire non solo la conservazione della memoria collettiva ma anche la pubblica incolumità. Un altro edificio svanito per sempre mentre molti altri si incamminano sulla stessa strada, essendo avviluppati in un degrado che ha raggiunto ormai livelli elevati, e tutto ciò nella totale indifferenza delle istituzioni verso un patrimonio di così inestimabile valore che potrebbe ancora rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo non soltanto del paese ma dell’intero territorio circostante. E, invece, oltre le chiacchiere di politici ed amministratori, si rilevano solo incuria ed abbandono. Altro che qualifica di borgo più bello d’Italia attribuita nel 2008 al centro storico di Navelli con l’ingresso del Comune nel club de “I Borghi più Belli d’Italia” senza tuttavia possedere tutti i requisiti necessari, specialmente in termini di integrità del tessuto urbano e di servizi al cittadino. Altro che progetti di recupero e di valorizzazione del centro storico, come quello presentato alla cittadinanza in pompa magna nel 2002, quando era governatore della Regione Abruzzo l’on. Giovanni Pace, navellese d’adozione, e mai attuato. Altro che piano di ricostruzione, redatto dal Comune in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma a seguito del sisma del 2009, dove l’edificio crollato risulta classificato dai tecnici della stessa Università di categoria “E” mentre altri edifici contigui, facenti parte di un isolato da anni quasi interamente fatiscente, sono stati valutati addirittura inagibili di categoria “B”, ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento.

Ora il tempo, che sappiamo scorrere inesorabile, secondo dopo secondo, presenta il conto fatto, purtroppo, di crolli e tanta ma tanta amarezza.

via Il centro storico di Navelli (AQ) come Pompei – L’Impronta

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Perché?

 

centro storico navelli#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché edifici di “proprietà comunale” agibili di categoria “A” e saltuariamente utilizzati nel centro storico di #Navelli necessitano di interventi milionari “volti alla riparazione dei danni sismici strutturali mediante interventi sistematici su murature, volte, solette di piano e coperture” in base al piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché nel piano di #ricostruzione, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere, risultano danneggiate dal #sisma e da sostituire le reti dei sottoservizi (rete idrica, fognaria e del gas) che interessano vie del centro storico di #Navelli rifatte dopo il #terremoto.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché immobili comunali già ristrutturati e ricompresi in aggregati edilizi nel centro storico di #Navelli risultano inagibili di categoria “E” nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché unità edilizie fatiscenti isolate e in aggregati nel centro storico di #Navelli risultano inagibili di categoria “E” o addirittura temporaneamente inagibili di categoria “B” (ovvero agibili con provve dimenti di pronto intervento) nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché interi isolati fatiscenti nel centro storico di #Navelli risultano temporaneamente inagibili (categoria “B” ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento) nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché sono stati costituiti ed approvati consorzi tra proprietari di immobili ricompresi in aggregati edilizi del centro storico di #Navelli che risultano SEPARATI e DISTINTI nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché edifici classificati diruti ed inagibili di categoria E già ristrutturati, sebbene ricompresi in aggregati edilizi nel centro storico di #Navelli, sono considerati ancora tali nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Co muni del #Cratere, pagliai fatiscenti situati al margine del centro storico di #Navelli sono classificati di rilevante pregio storico architettonico e immobili di rilevante pregio storico architettonico non sono stati riconosciuti tali.

#ANOMALIE. Voglio proprio sapere perché edifici provvisti di tetto e solaio (in buone condizioni) sono classificati diruti e quelli senza tetto e solaio risultano inagibili di categoria E o addirittura temporaneamente inagibili di categoria “B” (ovvero agibili con provvedimenti di pronto intervento”) nel piano di #ricostruzione post #terremoto, oggetto dell’Accordo di Programma sottoscritto con la Provincia di #LAquila e del “nulla osta” rilasciato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere.

ecc. ecc. ecc.

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Senza regole

Risale al 6 febbraio u.s. il decreto n. 1 dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere #USRC (pubblicato sul Bura del 21.02.2014) che ha dettato le disposizioni in ordine ai contributi da rilasciarsi per la #ricostruzione privata post #terremoto all’interno dei centri storici dei comuni del #cratere. In particolare, l’art. 11 stabilisce, comunque garantendo la coerenza con i piani di ricostruzione, i principali #criteri nella definizione delle #priorità da parte dei comuni, che sono:
a) Rientro delle popolazioni nelle abitazioni principali danneggiate dagli eventi sismici del 6 aprile 2009;
b) Il coordinamento logistico della cantierizzazione degli interventi, tenendo conto della localizzazione dell’intervento rispetto a percorsi sicuri, alla disponibilità di servizi a rete e al livello di interferenza con altre attività;
c) Il coordinamento degli interventi sugli ES e ED privati e di quelli sugli spazi pubblici contermini e sulle reti dei sotto-servizi;
d) Il contenimento della richiesta di contributo così come indicato nell’art. 12, comma 7, lettera a) dello stesso decreto.
Sono passate ormai diverse settimane dall’entrata in vigore di detto decreto ma dei criteri di priorità con cui istruire le pratiche per la ricostruzione nei centri storici di #Navelli Capoluogo e della Frazione di #Civitaretenga non vi è neppure l’ombra. Forse che l’Amministrazione comunale pensa di poter continuare con l’unico criterio della priorità temporale di acquisizione delle pratiche al protocollo comunale, così come avvenuto finora, a discapito delle abitazioni principali inagibili? Ovvero con la riparazione di immobili ad uso non abitativo, di seconde e terze case, in barba alle leggi che attribuiscono la priorità di recupero agli edifici privati residenziali destinati ad abitazione principale? O come sta accadendo ultimamente con quella di aggregati all’interno dei quali non sono ubicate abitazioni principali e, se vi sono, risultano agibili?

zona rossa civitaretenga di navelli

Ma quale piano?

In data 8 agosto 2013 il Comune di #Navelli sottoscrive con la Provincia di #Laquila l’accordo di programma nell’ambito dell’approvazione del Piano di #Ricostruzione post #terremoto dei centri storici di Navelli Capoluogo e della Frazione di #Civitaretenga. Il 3 settembre 2013 l’accordo viene ratificato dal Consiglio comunale, con l’astensione della minoranza (assente il sottoscritto per problemi familiari), senza aver visto neppure uno solo degli elaborati del Piano, sebbene facenti parte integrante e sostanziale dell’atto. Il 23 dicembre 2013 si apprende dagli organi di stampa del rilascio, da parte dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere di Fossa, del “nulla osta” al Piano che sarà pubblicato sul sito dell’Ente qualche settimana dopo, esattamente il 14 gennaio 2014. Ciò premesso, essendo trascorsi già tre mesi, mi chiedo quand’è che il Sindaco si decide a convocare il Consiglio comunale perché prenda atto dell’avvenuto rilascio del nulla osta avente ad oggetto il quadro tecnico economico programmatico delle risorse da impegnare ai fini dell’attuazione degli interventi previsti nel Piano e, quindi, del completamento dell’iter inerente l’approvazione dello stesso.

navelli

Lavori appena finiti

palazzo de roccis navelliPer la riparazione basteranno 1.187.435,87 euro? E’ questa la somma prevista, quale “contributo parti comuni”, nel piano di #ricostruzione del centro storico di #Navelli per l’immobile comunale denominato “Palazzo De Roccis”, classificato inagibile di categoria “E” nonostante sia stato già oggetto di un importante intervento di ristrutturazione e riqualificazione iniziato prima del #terremoto del 06.04.2009 e oggi terminato anche grazie ad una donazione pari a 135.000,00 euro da parte dei comuni umbri appartenenti alla Comunità Montana dei Monti Martani del Serano e del Subasio “per rendere i suoi locali idonei a ospitare sia le attività relative alla sede municipale sia quelle di aggregazione sociale”. A seguito di detti lavori di ristrutturazione, l’edificio è divenuto anche sede dell’archivio storico comunale, il cui trasferimento dal Convento di Sant’Antonio, nella frazione di #Civitaretenga, dove era stato collocato subito dopo il #sisma che ha reso inagibile la sede municipale, come ricorderete, è costato ben 9.680,00, IVA compresa.

palazzo de roccis navelli palazzo de roccis navelliP.S. E’ possibile che il distacco dell’intonaco potrebbe essere dovuto, stando sempre al piano di ricostruzione, ai danni causati dal sisma alla rete idrica e fognaria (oltre a quella del gas) che insiste sulla pubblica strada contigua il palazzo anche se la pavimentazione è stata rifatta dopo la data del 6 aprile 2009?

Avviso importante

Lo scorzo 12 febbraio è stato pubblicato all’albo pretorio del Comune di Navelli il primo elenco dei consorzi obbligatori regolarmente costituiti relativi ad aggregati del centro storico di #Navelli e della frazione di #Civitaretenga… la cui individuazione è prevista con decreto sindacale n. 67 del 24.12.2014!

primo elenco consorzi navelli

#ricostruzione #terremoto #Laquila

 

“Ricostruzione, polemica a Navelli”

L’articolo del quotidiano “Il Centro”:
#Ricostruzione, polemica a #Navelli
– Martedì, 11 Febbraio 2014 –

Pdr articolo il centro navelli#terremoto #Laquila

 

Operazione “Magister”

Riporto di seguito la lettera del Prof. Antonio Montepara dell’Università degli Studi di Parma al Sindaco di Navelli pubblicata in data odierna sulla pagina facebook del Comune

Lettera al sindaco di NavelliLettera al sindaco di Navelli

Il Blog di Gaetano Cantalini

Davvero un bel grattacapo per il professor Antonio Montepara, ex Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma, lo stesso che ha curato il piano di #ricostruzione dei centri storici di #Navelli e della frazione di #Civitaretenga a seguito del #terremoto di #LAquila, pervenuto lo scorso 23 dicembre ad intesa  con l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere (USRC) con sede a #Fossa.

Secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, al docente dell’Ateneo parmigiano, originario di San Valentino (#Pescara) e laureato in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di L’Aquila con lode, sarebbero stati posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, a inizio del mese di giugno scorso, diversi beni immobili tra case e terreni, in #EmiliaRomagna e in #Abruzzo, per un valore di circa 700.000 euro per presunte consulenze illegittime che avrebbero procurato un danno erariale all’Università di #Parma per…

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Un falso

Cari concittadini, vi invito calorosamente ad andarvi a leggere, qualora non l’aveste già fatto, il piano di #ricostruzione dei nostri centri storici (quello di #Navelli e della frazione di #Civitaretenga) da qualche giorno pubblicato sul sito del Comune, a seguito del rilascio del nulla osta da parte dell’USRC (Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere) di Fossa (#Laquila) lo scorso 22 dicembre, e poi provate a mettervi nei miei panni di consigliere comunale che un giorno o l’altro sarà chiamato ad approvarlo in Consiglio. Voi cosa fareste? Sareste disposti ad assumervi la responsabilità, oltre che politico-amministrativa, innanzitutto morale di tale atto verso i propri concittadini, in particolare nei riguardi di chi i danni dal #terremoto li ha avuti per davvero o, peggio ancora, di chi in quella terribile notte ha perso una persona cara? Mi dispiace ma io non posso approvare un piano falso. La mia coscienza di persona onesta me lo impone.

zona rossa civitaretenga

Operazione “Magister”

 

Davvero un bel grattacapo per il professor Antonio Montepara, ex Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma, lo stesso che ha curato il piano di #ricostruzione dei centri storici di #Navelli e della frazione di #Civitaretenga a seguito del #terremoto di #LAquila, pervenuto lo scorso 23 dicembre ad intesa  con l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del #Cratere (USRC) con sede a #Fossa.

Secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, al docente dell’Ateneo parmigiano, originario di San Valentino (#Pescara) e laureato in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi di L’Aquila con lode, sarebbero stati posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, a inizio del mese di giugno scorso, diversi beni immobili tra case e terreni, in #EmiliaRomagna e in #Abruzzo, per un valore di circa 700.000 euro per presunte consulenze illegittime che avrebbero procurato un danno erariale all’Università di #Parma per quasi un milione e mezzo di euro.

Tutto sarebbe nato da un’ispezione ordinata a livello nazionale dal governo per scovare i dipendenti pubblici, soprattutto docenti universitari, che avessero svolto incarichi di natura libero-professionale senza l’autorizzazione dell’ente di riferimento. Tra questi Montepara, finito nel mirino di Guardia di Finanza e Corte dei Conti per il periodo in cui ha ricoperto l’incarico a tempo pieno di preside della facoltà di ingegneria rimanendo titolare di uno studio professionale.

Per gli investigatori il professore, che è stato anche candidato rettore alle ultime elezioni, in assenza della prevista autorizzazione da parte dell’Università, avrebbe svolto numerosi incarichi extraprofessionali incompatibili con il regime del pubblico impiego in generale e ancor di più della peculiare normativa di settore. Inoltre, sempre secondo quanto accertato dalla Finanza, quantomeno nell’ultimo decennio sottoposto a controllo, non solo non avrebbe mai richiesto la prevista autorizzazione all’ente di appartenenza ma non avrebbe mai comunicato  allo stesso di aver eseguito alcuno degli incarichi svolti per conto di soggetti pubblici e privati evitando, quindi, di versare all’Università la percentuale spettante in questi casi all’ente di appartenenza. La legge permette ai dipendenti delle università di svolgere attività libero professionale, ma solo se formalmente autorizzati e se parte dei compensi resta all’ateneo.

Sempre dagli organi di informazione si apprende che l’illustre professore avrebbe fatto ricorso al Tar contestando un provvedimento della stessa #Università, col quale l’#Ateneo vorrebbe recuperare i mancati introiti legati ai compensi percepiti per incarichi extra istituzionali. Montepara si sarebbe difeso spiegando che in questi dieci anni il suo contratto è cambiato molte volte. Per lunghi periodi è stato dipendente dell’Ateneo solo a tempo parziale, condizione che non richiede più il permesso dell’Università per svolgere anche altri lavori. E che in ogni caso ha sempre operato “alla luce di una interpretazione in buona fede del D.P.R. 382/80”, con “perfetta lealtà verso l’Università, alla quale mai ho fatto mancare il mio costante impegno didattico, scientifico ed accademico e non ho arrecato alcun danno economico”.

Posizione che ora cercherà di dimostrare nei fatti davanti ai giudici amministrativi, nel quale si troverà contro oltre all’Università di Parma anche il Nucleo Speciale Pubblica amministrazione della Guardia di Finanza di Roma, i ministeri dell’Economia e dell’Istruzione e l’Ispettorato del Dipartimento della Funzione pubblica.