Irpinia, il vuoto dentro

“Se la sera uscite qua trovate solo cani e gatti, nessuno in giro.
E se vuoi vedere un po’ di persone quando muore qualcuno”

Case che si chiudono. Paesi che si svuotano. La ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia costata oltre 47 miliardi di euro non ha intercettato i bisogni di un territorio che cambiava. La situazione a Conza della Campania, provincia di Avellino, un paese costruito ex novo dopo il terremoto.

Un documentario di Marco Amendola che fa pensare purtroppo al medesimo triste destino di molti borghi dell’aquilano specialmente dopo il terremoto del 2009.

Vietato morire

Lo sai che una ferita si chiude e dentro non si vede
Che cosa ti aspettavi da grande, non è tardi per ricominciare
E scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non è violenza
Ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire

#Zafferano #Navelli, sisma e neve non fermano l’oro rosso d’Abruzzo

Zafferano di Navelli, sisma e neve non fermano l''oro rosso' d'AbruzzoDa L’Aquila a Molina Aterno, da S. Pio delle Camere a Tione degli Abruzzi, da Barisciano a Villa S. Angelo, passando per Navelli, Caporciano, Prata d’Ansidonia, sono 13 i Comuni nei quali si produce l”oro rosso’ dell’Abruzzo, lo Zafferano dell’Aquila. Un prodotto dalle origini antichissime (se ne parla nei papiri egiziani del II secolo a.C., nella Bibbia e nel IX e XII libro dell’Iliade), e conosciuto e apprezzato anche fuori dai confini nazionali: si esporta infatti in Inghilterra, in Francia, in Germania e negli Stati Uniti.

Una produzione che anche nel 2016, nonostante le calamità naturali che si sono abbattute sulla zona, a partire dal terremoto e dalla neve, ha dato i suoi frutti, come conferma a Labitalia Gina Sarra, 75 anni, titolare della storica azienda dell’Altopiano di Navelli, Casa Verde (ha sede a Civitaretenga): “Il raccolto quest’anno, effettuato a ottobre, dovrebbe aggirarsi intorno ai 22 chili per l’intera zona dell’Altopiano”.

“Una produzione un po’ in calo -osserva Gina- rispetto all’anno precedente, a causa della siccità che ha colpito le terre: non ha infatti piovuto da maggio a ottobre”. Nessun problema, invece, con le abbondanti nevicate che, anzi, dice Gina, “fanno bene alla terra”.

C’è invece un altro temibile nemico dei delicati pistilli dei fiori di Crocus Sativus (questo il nome scientifico) ed è il cinghiale. “Negli ultimi 10-15 anni -spiega Gina Sarra- l’area di coltivazione dello zafferano si è molto ridotta: a causa delle incursioni dei cinghiali, molto golosi dei bulbi, gli appezzamenti coltivati hanno dovuto essere tutti recintati, sottraendo così terra alla produzione”.

Una produzione, quella dello zafferano, molto particolare: “I bulbi che assomigliano a quelli del gladiolo -spiega Gina che ha cominciato a raccogliere i fiori quando aveva 3 anni- vengono messi a dimora in file a distanza di 20 cm l’una dall’altra e a una profondità di 10 cm circa. A ottobre i fiori vengono raccolti -rigorosamente a mano uno per uno – la mattina prima che il sole li apra”. Da qui in poi, interviene la lavorazione che è a cura della Cooperativa Altopiano di Navelli che riunisce 98 produttori.

“La trasformazione in prodotto finito, la sua imbustatura e la commercializzazione avviene a cura della Cooperativa”, spiega Gina ricordando che “da 1 ettaro di terra coltivata si ricava, se va bene, 1 kg di zafferano”. E che “per produrre un kg di zafferano secco occorrono circa 250.000 fiori e sulle 500 ore di lavoro”.

Ragioni che stanno alla base del prezzo molto elevato di questa eccellenza italiana: “Il prezzo dello zafferano può variare a seconda se lo si acquista in un negozio di lusso o meno, ma si aggira attorno a 25 euro al grammo”, aggiunge Sarra.

Per difendere questo prodotto così prezioso anche da truffe e falsificazioni, c’è il Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila che ha tra i suoi obiettivi anche quello di diffondere la conoscenza della produzione dello zafferano abruzzese sui mercati d’interesse, trasmettendone i valori costitutivi di territorio, autenticità e qualità.

E per fare un buon acquisto, consiglia Gina, occorre “guardare bene il nome e la zona del produttore sul vasetto o sulla bustina, e guardare che sia riportato il logo di ‘Zafferano dell’Aquila’ e della Cooperativa Altopiano di Navelli”. Un acquisto un po’ costoso ma che regala un profumo pregiato che, per di più, è quasi senza scadenza: “Garantiamo la sua durata per 10 anni”, conclude Gina.

Sorgente: Made in Italy: zafferano Navelli, sisma e neve non fermano l’oro rosso d’Abruzzo

“Scendiamo in piazza” contro #metanodotto #Snam

Domani 19 febbraio alle ore 16:00 presso il Centro Civico di Paganica (L’Aquila) si terrà un’assemblea pubblica aperta sulle ragioni del No alla realizzazione del metanodotto Snam organizzata dalla Amministrazione Separata degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio, presieduta da Fernando Galletti, comitato da sempre attivo contro la realizzazione del gasdotto della Società Nazionale Metanodotti.

Un’assemblea pubblica per allargare il fronte di protesta contro la realizzazione del metanodotto della Snam sui luoghi maggiormente colpiti dal terremoto, un tubo largo oltre un metro, pieno di gas, che vista l’alta sismicità del territorio, metterebbe a rischio l’intera comunità. Una bomba ad orologeria nel tracciato che attraversa la dorsale appenninica e soprattutto le faglie sismiche dei territori maggiormente colpiti dai recenti terremoti. Un’opera che tuttavia la società petrolifera è intenzionata a realizzare, nonostante le proteste dei cittadini e il no della Camera dei Deputati. La battaglia è dei singoli territori che non devono rilasciare le autorizzazioni ai diversi lotti cui il tracciato è stato suddiviso.

All’assemblea pubblica parteciperanno, tra gli altri, gli attivisti dei comitati della Valle Peligna, territorio non solo interessato al passaggio del metanodotto Snam ma anche alla realizzazione di una centrale di compressione che la Snam intende realizzare a Sulmona. Parteciperanno inoltre i sindaci dei territori interessati, i responsabili degli Usi Civici del territorio, amministratori locali e regionali, cittadini e associazioni. E’ importante esserci perché il tempo stringe e nonostante il rischio sismico il progetto della Snam va avanti. E’ necessario dire NO alla realizzazione del metanodotto e manifestare tutti uniti perché il nostro non può essere un territorio di conquista!

Interverranno: Giovanni Lolli, vice Presidente Regione Abruzzo; Pierpaolo Pietrucci, Presidente Commissione Ambiente e Territorio Regione Abruzzo; Gianni Anastasio, Sindaco di Pizzoli; Giovanna Margadonna, Comitati Cittadini per l’Ambiente, Sulmona; Flora Giovannetti, associazione Altre Menti, Sulmona; comitato 3e32 / CaseMatte L’Aquila; Alessandro Novelli, associazione I Patrignonesi; Francesco Montorelli, associazione Danae; Danilo Ciuffetelli, Usi Civici di Collebrincioni; Paolo Barone, Usi Civici di Aragno; Ottorino Ghizzoni, Usi Civici di Tempera; Luca Scarcia, Usi Civici di Assergi; Pina Marcocci, Usi Civici di Filetto; Elia Serpetti, Usi Civici di Arischia; Maria Teresa Casilli, Usi Civici di Camarda.

L’invito a partecipare è rivolto a cittadini, amministratori pubblici, candidati di ogni colore, esperti e tecnici del territorio.

“Mi vedrai correre”

“Per le vittime del terremoto:
a chi non c’è più, a chi resiste”

La quotidianità, le scosse, il coraggio di chi resiste e torna a lavorare ogni giorno. Il modo di vivere delle popolazioni colpite dal terremoto visto attraverso gli occhi di un panettiere che, nonostante la terra tremi ancora e ancora, non rinuncia alla sua quotidianità. E ogni mattina si alza presto e corre per andare a lavoro. Un cortometraggio realizzato dalla casa di produzione indipendente The Stairway Production con l’obiettivo di lanciare un “messaggio di affetto e di rispetto nei confronti di chi ha subito gravi danni ma continua a lottare”. Alla realizzazione del corto, la cui regia è dello spoletino Duccio Brunetti, hanno partecipato Riccardo Pompili, Nicolò Marchi, Alessandro Elisei, Diletta Masetti, Mirko Peruzzi, Nicolas Mari

L’Abruzzo montano che resiste grazie alle donne

La lettera aperta di quattro donne imprenditrici che “reggono l’Abruzzo montano”

“Siamo donne e l’Abruzzo montano resiste anche grazie a noi!”

NavelliGrossi disagi per una nevicata eccezionale che, unita al risveglio del terremoto, ha colpito tutti, inaspettatamente: istituzioni e privati cittadini, aziende, scuole, nessuno era pronto, ed è ancora in corso la conta dei danni. Ma ci siamo chieste: può questo essere un punto di partenza per studiare, insieme, un’organizzazione migliore per il nostro territorio? E’ possibile vivere in una zona di montagna, soggetta ad un forte spopolamento, pensando, su diversa scala, a vere e proprie strategie di sopravvivenza?

Siamo quattro donne, ci vediamo spesso, e ci siamo trovate in questi giorni per raccontarci come stiamo e pensare insieme cosa fare: viviamo in quattro zone diverse dell’Abruzzo interno. Un’aquilana doc, due aquilane tornate da città più grandi per vivere e lavorare su questo territorio e una romana che ha deciso, ad un certo punto, di cambiare la sua vita, trasferirsi in montagna e metter su un’azienda agricola. Ci siamo conosciute in occasioni di condivisione organizzate da altre donne, imprenditrici e artigiane, oltre che mamme e mogli, legate a questa terra da un amore viscerale.

Siamo donne, donne abruzzesi, a volte tornate da lontano, dalle grandi metropoli, e ci siamo ritrovate ad insegnare ai nostri concittadini la consapevolezza della bellezza dei nostri paesi. Spesso gli abitanti dell’Abruzzo montano, così come di tutti i paesi dell’Appennino, non apprezzano lo straordinario patrimonio naturalistico, storico-artistico, di conoscenze e tradizioni, di arti e saperi, che hanno ereditato: questo è il risultato di un processo di rimozione delle proprie origini, di un passato di sofferenza, dal quale ci si è voluti “evolvere” e che invece va scoperto, valorizzato e tramandato. Noi invece, come tante altre, abbiamo deciso di attingere dalle nostre radici e dare un valore aggiunto, tramite la tecnologia e le competenze moderne. Con noi la tradizione si contamina, si rinnova e si innova.

Siamo donne che comunque portano avanti la propria casa, la propria famiglia, oltre al nostro lavoro, per il quale spesso non veniamo neanche prese sul serio, soprattutto dagli uomini, per i quali spesso una donna non è in grado di fare alcuni antichi mestieri come la lavorazione del formaggio o la coltivazione delle lenticchie in altura. Troppo spesso le piccole iniziative vengono ignorate in nome di progetti molto più grandi, e in questo modo non si permette la crescita delle attività minori che, in realtà, sono preziosi custodi delle zone montane.

Si parla tanto di strategia per le aree interne, di valorizzazione dei borghi di montagna, di combattere lo spopolamento dell’Appennino, ma poi, noi che le aree interne le viviamo, non vediamo provvedimenti, non vediamo azioni reali che possano sostenere queste parole. Non c’è un lavoro in rete, e spesso c’è anche competizione tra i piccoli operatori, che aspettano che qualcosa arrivi dall’alto: noi non possiamo aspettare, e non vogliamo perdere tempo a lamentarci. Noi facciamo da sole! E vogliamo dirvelo. “Le donne reggono il mondo”, è il titolo di un libro uscito qualche anno fa. Noi siamo, insieme a tante altre amiche, le donne che reggono l’Abruzzo montano, nonostante tutto. Venite in Abruzzo, visitate queste luoghi e vedrete la meraviglia che ci circonda.

Adriana Tronca ha l’azienda vinicola Vigna di More a Goriano Valli, nel comune di Tione degli Abruzzi (AQ). E’ nata a L’Aquila ma, dopo tanti anni fuori regione, è tornata qui nel 2001, si è innamorata della valle dove vive e ha messo su vigneti di pinot nero per farne uno spumante.

Francesca Ardizzola ha deciso nel 2004 di tornare a vivere nel paese della madre, Navelli (AQ). Qui ha comprato una casa e, oltre che il suo nido, ne ha fatto un’attività turistica ricettiva che si chiama Abruzzo Segreto. “Chi vuoi che venga a Navelli? Mi dicevano i paesani”. Oggi il paese ha circa 60 posti letto, numerose sono le strutture ricettive e gli eventi che si svolgono nei dintorni, soprattutto a carattere eno-gastronomico e in special modo in estate. E proprio l’estate 2016 è stata negli ultimi anni la stagione migliore in quanto a presenze turistiche. Francesca è anche la referente per la provincia dell’Aquila della Scuola del Gusto Abruzzo, che organizza iniziative volte alla valorizzazione dei prodotti locali in collaborazione con le diverse realtà produttive del territorio.

Antonella Marinelli, aquilana doc, ha un laboratorio di maglieria in città, aperto nel 2011, che si chiama I campi di mais. Cardatura, filatura, tintura, prima erano solo un hobby: Antonella faceva l’impiegata. Poi è scattato qualcosa, ha aperto questa attività, ne ha guadagnato in qualità della vita e tranquillità in famiglia, nonché nelle preziose relazioni umane con i clienti che ha trovato, in Italia e all’estero, soprattutto tramite il web.

Cristina Caselli, romana appassionata d’Abruzzo come meta di vacanze, ad un certo punto decide, nel 2001, di trasferirsi a Rocca di Mezzo (AQ), e metter su a 1.300 metri sul livello del mare In Fattoria, un’azienda agricola per legumi, grano solina e miele. Il suo obiettivo è la condivisione: tutte le filiere vengono condivise con laboratori per conservare, valorizzare, e divulgare le tradizioni.