Il Giardino della Memoria

Dalle macerie nascono i fiori

roseto centro storico navelliLa rosa che piantai una decina di anni fa nel luogo segretamente denominato “il Giardino della Memoria” dopo l’ennesima ferita inferta a ciò che restava del nucleo più antico del centro storico di Navelli.
Di seguito la lettera che inviai al Sindaco pro tempore, attuale Vicesindaco, e alla sua Amministrazione e le foto scattate durante l’opera di demolizione a cui purtroppo non è mai seguita la realizzazione dei progetti di recupero fatti redigere dal Comune e presentati in pompa magna alla cittadinanza.

 

Alla cortese attenzione del Sig. Sindaco
e della Amministrazione Comunale di Navelli

Caro Sindaco,

in riferimento ai lavori in corso nel centro storico e precisamente nelle adiacenze del Palazzo Santucci, come cittadino sento il bisogno di esprimere a Lei e all’intera Amministrazione Comunale i sentimenti della mia più profonda indignazione ed amarezza nel constatare impotente all’impiego quotidiano delle ruspe che demoliscono quello che resta dell’antico abitato e a quello degli autocarri che trasportano via dal paese pietre di ogni genere e foggia senza alcun controllo: dalle semplici pietre delle muraglie a quelle da taglio delle abitazioni demolite, dalle pietre ben squadrate e levigate a quelle concie degli archi, quest’ultime rimaste sepolte nelle macerie a seguito dell’ultimo crollo.

Se le generazioni passate sono da ritenersi senza dubbio responsabili dell’abbandono e dell’incuria di questi luoghi, memorie storiche ed architettoniche del nostro paese, la Sua amministrazione non si renda oggi, alle soglie del ventunesimo secolo, responsabile di una ulteriore opera di demolizione che non può essere giustificata semplicemente dalla necessità di salvaguardare la pubblica incolumità.

In tal modo ogni speranza di ricostruzione futura è perduta ed irreparabili sono i danni arrecati, come la perdita della originale fisionomia dell’abitato e di alcuni suoi particolari interni con stipi e scomparti, cucine, camere, dispense, scantinati, che vengono ripieni dal pietrame delle costruzioni abbattute.

La esorto, pertanto, Sig. Sindaco, a riflettere seriamente sulla reale necessità di attuazione di un simile intervento affinché la collettività di Navelli non sia depauperata di un bene così prezioso.

La invito, inoltre, ad essere più vigile e sollecito, come lo saremo sicuramente noi cittadini, perché questo ingente patrimonio sia piuttosto salvaguardato, recuperato e valorizzato anziché venire ulteriormente devastato dall’opera inclemente delle ruspe o alienato da quella degli autocarri.

Fiducioso porgo i più cordiali saluti.

Gaetano Cantalini

Navelli, 31 Luglio 2002

Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli Demolizioni nel centro storico di Navelli

Di questi luoghi l’Amministrazione Comunale vorrebbe ora farne un “Parco Archeologico” attraverso l’attuazione di un intervento considerato strategico-prioritario in base al piano di ricostruzione post sisma adottato dal Consiglio Comunale il 30 giugno dello scorso anno.

“Pertanto, nonostante molti degli edifici attigui alla scalinata non siano di proprietà pubblica, si auspica un recupero di quelli più degradati, privi di copertura e invasi dalla vegetazione, con la creazione di una sorta di parco-giardino archeologico. Partendo dal necessario consolidamento delle porzioni murarie superstiti, se ne può prevedere un restauro di tipo archeologico, con sistemazione a verde delle aree interne, creando così una sorta di giardino a terrazze, con scorci panoramici di notevole valenza paesaggistica.” […] “L’urgenza dell’intervento è accentuata dalla notevole pericolosità dello stato attuale, caratterizzato da murature pericolanti, porzioni di edifici riempiti di macerie di crolli passati, vegetazione selvatica che copre e nasconde il pericolo.” (Piano di Ricostruzione)

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